Parte 21

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<< Tutto bene?>> mi chiede Adam una volta raggiunto il tavolino sul quale oggi sono seduta, al contrario degli altri giorni che sono venuta ho scelto questo posto poichè da proprio sulla strada; la vetrata, seppure piccolina, da un ambia visuale su quel paesaggio che ormai è stampato nella mia mente. Lo guardo sorpresa, non aspettandomi che a quest'ora lavorasse.

<< Si, stavo solo pensando>> rispondo staccando lo sguardo dai sui occhi marroncini 

<< E' tutta la settimana che ci eviti Gabriella>> 

<<Non è vero, sono stata impegnata >> ed in parte è vero, ho trascorso tutto il tempo a mia disposizione per la signora della villa; ma da una parte Adam ha ragione: gli ho evitati, o meglio sono stata molto staccata ma perchè mi sento troppo stupida, sono crollata per alcuni gesti fatti da lui e il suo amico che mi hanno portato alla mente tutti i dolori che mi sottometto e non avevo il coraggio di reprimerli ancora come non avevo il coraggio di rincontrare lo sguardo amichevole dei due ragazzi. 

<< Certo>> dice con fare ironico e sarcastico << E a fare cosa di preciso?>>

<< Compagnia alla signora di cui vi ho parlato la scorsa volta>> cerco di dirlo il più educatamente possibile e senza apparire antipatica nonostante la frase cinica. Alle mie parole Adam si mette dritto e con occhi spalancati fissa un punto vuoto, probabilmente rendendosi conto che avevo detto la verità. 

<< Hey Gabriella! Quanto tempo che non ti vedevo!>> interviene subito Colin raggiungendo l'amico che non prova a muoversi 

<< Hey ciao, non è passato tanto>> faccio una piccola pausa per pensare a quanto di preciso è passato per poi con un sorriso continuo << tre o quattro giorni circa, ma come ho detto ad Adam ero impegnata a fare compagnia a Maggie>>

<<Oh>> esce solamente dalla bocca del ragazzo castano che guarda Adam sconvolto, quest'ultimo si sveglia dal suo mondo e ricambia lo sguardo. Lascio stare ancora una volta i due ragazzi londinesi e domando 

<< Come mai qui a quest'ora? Sono le sette e mezza del mattino, non dovreste essere entrambi a scuola?>>

<< Oggi c'era il consiglio scolastico, entriamo tra due ore circa>> risponde Colin sfacciatamente

<< Consiglio di classe? In cosa consisterebbe?>> domando spaesata

<< In pratica gli insegnanti, i dirigenti e gli altri addetti si riuniscono e fanno un punto generale sulla situazione. Inoltre questa volta dura di più perchè devono discutere delle attività extrascolastiche nuove>> mi spiega Adam

<<Già>> continua Colin << Ho sentito che quest'anno vogliono aggiungere il corso di latino, robotica e di ballo>> 

<< Ballo? Non avete le cheerleader?>> 

<< Si, certo! Ma vogliono fare un corso a parte di ballo, tipo hip-hop. Lo hanno proposto delle ragazze perchè le cheerleader sono "molto presuntuose">> risponde alla mia domanda Colin

<< Secondo me hanno ragione, sono troppo egocentriche>> concorda Adam

<< Devo andare ragazzi, scusatemi>> interrompo il discorso vedendo l'ora. Mi sono fissata n mente di passare sul London Bridge per sentire dei rumori che mi mancano, nei giorni trascorsi con l'amabile vecchietta ho imparato ad ascoltare i suoni, perchè alla fine i rumori urbani e naturali sono solo dei suoni, con ancora più finezza di quella che avevo. Voglio mettere nelle melodie che suono della realtà, sentirli, farli diventare tridimensionali, che ogni sfaccettatura di esse mi porti alla mente i suoni che ispirarono l'autore a scrivere quelle melodie. Mettiamo ad esempio Vivaldi che scrisse le quattro stagioni, le note che danzano su quei pentagrammi non sono per caso quei rumori che lui sentiva riprodotti su uno o più strumenti? 
Per me suonare vuol dire anche questo: creare un immagine a "tutto tondo" delle emozioni, dei sentimenti o ogni cosa che si vuole esprimere.  

Saluto un ultima volta e esco camminando a passo veloce verso quello che ormai è un posto importante per me.

°


<<Sul serio?>> domando ancora stupida, quando mio zio mi scrisse una decina di minuti fa mentre guardavo l'acqua lucida scorrere sfrenata non immaginavo volesse dirmi una notizia di così grande importanza.
Le lacrime, di gioia, minacciano di uscire dagli occhi mentre la poca anima rimasta si colora delle emozioni positive più belle: riconoscimento, felicità. divertimento... creando un miscuglio che non so neanche spiegare 

<<Davvero>> mi conferma mio zio, sbatto velocemente il tallone del piede destro sul pavimento della cucina tipico di quando sono agitata o in ansia ed effettivamente sono spaventata da quello a cui sto andando in contro ma non posso essere triste. E' una bellissima occasione, servita su un piatto d'argento.

<< Devo ringraziarla!>> dico d'un tratto come svegliandomi da una sorta di trans <<Posso andare?>> chiedo permesso a mio zio, dopotutto non è casa mia e sono solo un ospite di mio zio. Quest'ultimo mi guarda con fierezza e sorridendomi mi risponde 

<< Certo vai pure, io devo andare a fare una commissione>> 

Durante le due settimane che sono qui ho capito i lavori delle varie persone: Clara è la cuoca, altre tre donne vengono due giorni alla settimana per pulire mentre la ragazza che dorme nella stanza con me e altre due vivono praticamente qua. L'unico maggiordomo è mio zio che a quanto ho capito è molto legato alla casa si occupa anche di quelle che lui chiama "commissioni" diventando anche una sorta di autista. 
Ricordo di quando con le chiamate mi raccontava le varie parti della città di Londra ma anche di Liverpool e delle altre metropoli, conosce l'Inghilterra, ormai, come le sue tasche.

<< Grazie zio>> dico stringendolo in un veloce abbraccio abbraccio ricevendo da parte sua un bacio sopra la testa. Una volta sciolto corro sulle scale e i corridoi dirigendomi velocemente nella camera di Maggie, anche oggi le uniche persone nella casa sono la servitù, io e l'anziana signora.

<< Buongiorno>> dico piacevolmente di vederla in piedi davanti alla finestra con un sorriso stampato in faccia

<<Oh>> dice rivolta a me altrettanto stupita di vedermi lì a quell'ora. In effetti in tutta la settimana la raggiungevo in camera verso le nove fino a mezzogiorno e poi dalle cinque del pomeriggio fino alle sette. Sorrido dentro pensando al tempo a leggere e a suonare, nuovi pensieri e nuove idee sono nate in me facendomi dimenticare tutto il resto, chissà se durerà questa interna pace... . 

<<Buongiorno>> mi saluta con volto allegro <<Hai saputo?>> 

<< Si, me lo ha detto mio zio poco fa>> rispondo avanzando cercando di contenere le emozioni che sono ora in me

<< E ne sei felice ?>> mi domanda  

<< Certamente, è un gesto meraviglioso e ti ringrazio moltissimo, anche se non so come mai lo ha fatto>> 

<< Sento di non aver fatto abbastanza e poi credo che gli farà piacere>> non capisco cosa intenda esattamente ma non do troppa importanza ma cercando di capire invece cosa stia guardando. Il cancello si apre rivelando la lunga macchina nera uscire dal cancello, probabilmente è mio zio che compie la sua "commissione", ma mi sfugge come mai questa vista renda così felice Maggie, perchè lo so che non è solo felice per aver fatto un bellissimo gesto nei miei confronti. Mi riscuoto dai miei pensieri per continuare il discorso.

<<Ma non penso di essere preparata per una cosa del genere...>> inizio ad agitarmi ma mi calma subito prendendomi le mie mani nelle sue e guardandomi negli occhi 

<< Tranquilla, so che puoi farcela e te la meriti di sicuro. Non preoccuparti delle spese, i libri li fornisce la biblioteca e la tassa è solo di un trimestre, non è molto alta.>>

<< Grazie mille>> la abbraccio senza preavviso e senza stringere troppo la presa per paura ma lei ricambia << Mi farà davvero andare in quella scuola, non ci credo>> la ringrazio nuovamente e asciugandomi con i palmi delle mani gli occhi sull'orlo delle lacrime

<< Sai, sei la prima ragazza che conosco che è felice di andare a scuola>> dice ridacchiando

<< Non stiamo parlando di una semplice scuola>> ribatto scherzosamente << E' La Scuola!>>

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