Parte 32

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Sposto lo sguardo sulla grande sala da pranzo vittoriana; un enorme senso di sazio mi avvolge facendomi piccola piccola. Il tavolo occupa la parete di fondo presenta circa una ventina di posti a sedere se non di più. I pochi mobili si alternano con quadri e dipinti ed infine il tappeto di lusso richiama i colori delle tende grigie e rosse. 
Non noto e non guardo gli altri dettagli, non adesso, che tutti i punti nella mente che si collegano fra loro.
Senza respirare guardo mio zio sperando di distogliere gli occhi che come una calamita non possono fare a meno di puntare le sei persone a me davanti. 

« Signori, signore Richardson: questa è mia nipote, Gabriella» afferma orgoglioso zio Albert posando una mano sulla mia schiena e facendomi avanzare leggermente. Sposto veloce lo sguardo sul volto di quelle persone, soffermandomi di più su Maggie che mi sorride incoraggiante dalla sedia a rotelle su cui è seduta. 
I suoi capelli argentati tengono la solita acconciatura raccolta, la vestaglia perla è ornata di ricami sugli orli afferma il suo titolo ricco e nobile. 
All'uomo che la affianca, con la sua figura muscolosa e imponente, non riesco a dare un età precisa; solo la barba accennata, i capelli in parte bianchi e le rughe espressive fanno intendere che abbia più di quarant'anni. Anche lui con espressione allegra in volto. 
La moglie, invece, mi guarda da capo a piedi; scrutando ogni singolo particolare della mia figura facendo crescere il senso di imbarazzo. I suoi capelli sono perfettamente lisci e castani, come la sua esile figura magra e composta, avvolta in un lungo e attillato abito viola. Il trucco semplice e leggero le fa risaltare gli occhi scuri e all'insù e la forma del viso dolce e regolare. 

« E' di ottima compagnia» interrompe il pesante silenzio Maggie costatando un aspetto del mio carattere. Trattengo una piccola risata a contrario dei tre ragazzi che ridacchiano tra loro guadagnandosi un'occhiata severa dalla madre. 

«Non significa molto» constata la donna 
«Victoria, nella nostra società conta molto» mi difende Maggie. 
Il nome rimbomba nella mia mente più volte, come ho fatto a non capirlo prima? 
Sposto lo sguardo sui tre ragazzi che sussurrano tra loro ma che non smettono di sorridermi.   

« Vi lascio discutere, sono sicuro che Clara mi sta aspettando. Con permesso.» afferma mio uscendo velocemente evitando il mio sguardo supplichevole, troppe cose insieme si stanno collegando. 

« Abbiamo saputo che hai già fatto conoscenza dei nostri figli» rompe il silenzio il padre.
« Infatti » dico a bassa voce passando la mano sul collo nervosa. 
« Mamma?» richiama il ragazzo di mezzo, avvicinandosi a lei e sussurrandole qualcosa. Victoria scuote la testa e sussurrando al marito, che a contrario, annuisce felice. Anche Maggie e i due fratelli si aggiungo alla conversazione e sembrano tutti concordi mentre la madre sembra titubante ma infine annuisce dopo avermi guardato un ultima volta. 
Non capisco. 
Dopo un altra decina di secondi passati a discutere tra loro prende parola Maggie.
« Ti piacerebbe alloggiare in una delle camere degli ospiti?» rimango immobile, 
« Oh no, avete fatto troppo per me. Mi avete offerto la scuola e di poter stare qui, una camera mi sembra eccessiva» mi spiego cercando di rifiutare l'offerta. 
« Ragazza, non era una domanda» afferma il padre per poi farmi l'occhiolino. Rimango putrefatta, immobile e incapace di pensare, come una pietra. 

«Dai Gabriella, andiamo!» esclama Colin battendo le mani provocando un suono sordo e avviandosi fuori dalla stanza seguito da Adam. 
« Io.. In realtà....» balbetto velocemente ma prima che dica qualcosa di sensato Miles mi afferra il braccio facendomi ruotare su le stessa e, per poco, cadere. 
« Forza, su!» mi dice continuando a camminare vero i due fratelli.         

Corriamo il piccolo tratto di corridoio fino a raggiungere i due ragazzi, poi prendiamo il loro passo. Le parole non riescono ad uscire dalla mente, rimangono incastrate, troppe domande. Ipotizzo variabili su variabili, ma non sono possibili. In tutta questa storia il punto è uno solo, la strada è una sola. 
Persa a pensare mi accorgo dopo di essere nel corridoio opposto a quello per arrivare nella camera dell'anziana signora. 

«Un numero tra quindici e ventidue?» mi chiede Adam voltandosi e camminando all'indietro. 
«Diciannove» dico senza pensarci troppo.    

« Bella scelta» afferma Colin
« Vieni, andiamo!» dice Miles tirandomi per il polso e  iniziando a correre per il lungo corridoio. Svoltiamo a sinistra un paio di volte prima di arrivare e di fermarci ad una porta. La apre con la mano libera rivelandomi una camera bellissima.

Enorme e fiabesca. 
Due delle tante parole che la possono descrivere. 
I quattro muri sono colorati di un oro leggero quasi irriconoscibile uniforme su tutte le pareti che formano uno spazio quadrato. Un armadio occupa lo spazio antecedente ad una porta sulla parete alla mia sinistra, che suppongo sia quella del bagno, seguita da un ampia scrivania.
Buona parte della parete opposta, invece, è occupata da un letto a due piazze a baldacchino dal colore ambrato. Infine un tappeto dalla forma indefinita e bianco sta al centro della stanza.  

Nonostante l'enorme letto il dettaglio che analizzo per ultimo rimane il più bello, una delle tante cose che avrei sempre voluto avere e che ora fisso a bocca schiusa. La parete di fondo presenta una linea ricurva verso l'esterno creando uno spazio semicircolare trasformato bow window* con annesso un divanetto con molti cuscini dal colore bordeaux quasi violaceo  facendo entrare una luce fredda che entra da fuori fa apparire tutto più sbiadito. 


« Anche a me piace moltissimo» dice a bassa voce Miles, alzo lo sguardo verso di lui e provando a capire cosa c'è dietro a quegli occhi nei quale mi sono immersa. Sposta lo sguardo sulle mie labbra e come risvegliatosi da uno stato di trance, strige la presa sul mio polso che non ha lasciato per tutto il tempo e mi trascina fino alla finestra. 
Ci inginocchiamo sopra osservando il magnifico paesaggio che si stende. Un grande giardino con cespugli perfettamente tagliati, a destra dei tavolini circolari sotto un portico, piante e alberelli di vario tipo fino alla siepe che delimita la proprietà dei Richardson. Osservo tutto a occhi spalancati e a bocca schiusa. 

Vengo distratta dallo sguardo di Miles che mi brucia sulla pelle, istintivamente porto lo sguardo alle mie mani che, appoggiate alla testata ricoperta di velluto, sono a un soffio da quelle del ragazzo al mio fianco. Ed adesso che lo noto siamo molto vicini, giro la testa verso di lui ed ho la vista del suo collo, risalgo i lineamenti fino a scontrarmi con il suo sguardo. Il tempo sembra fermarsi, non ricordo più se è mattina o tardo pomeriggio, se sono le quattro o le sette.  
Alterno lo sguardo tra i suoi occhi e i vari elementi del suo viso ma incatenandomi sempre di più a quei due buchi profondi, finche un rumore improvviso e sordo mi riporta alla realtà 

«......» 

..............

Non credevo di riuscire a scriverlo davvero questo capitolo ma ecci qui! Sperso di aver collegato anche i vostri dubbi e di aver sistemato tutte le varie teorie. 
Spero si sia capito 
Fatemi sapere se vi è piaciuto. 
Se avete già capito tutto, eccetera.......

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Bow Windows:

Balcone chiuso, sporgente dalla facciata di un edificio per uno o più piani.  

Ovviamente non è così la camera ma è il tipo di finestra che è molto simile, è per fare un esempio

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Ovviamente non è così la camera ma è il tipo di finestra che è molto simile, è per fare un esempio.

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