Parte 1

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Un altro giorno finito, un altro giorno cancellato sul calendario passato a chiedermi il senso di tutto questo. 

Non sento appartenermi a questo posto, non mi sento legata a nessuno, ma in realtà non sento niente. Non sento il cuore battermi, non sento nessuna emozione, non sento l'affetto, non sento la voglia di vivere, non sento la voglia di restare, ma non sento nemmeno di voler abbandonare tutto.
IL NULLA; è un vuoto nel mio petto che si apre sempre di più, che prende un centimetro della mia anima ogni giorno e io mi abbandono ad esso incapace di combatterlo. Spesso con gli esseri umani, buoni e cattivi, i miei sensi si staccano, si stancano: lascio perdere. Rimango educata. Faccio segno di sì. Fingo di capire, perché non voglio ferire nessuno. Questa è la debolezza che mi ha procurato più guai: cercando di essere gentile con gli altri spesso mi ritrovo con l'anima a fettucce, ridotta ad una specie di piatto di tagliatelle spirituali. Non importa. Il mio cervello si chiude. Ascolto. Rispondo. Ma sono troppo ottusi per rendersi conto che io non ci sono. Persino la mia famiglia c'è, ma non appartengo nemmeno quella. Sento e vedo il mondo andare avanti e io intrappolata in questa specie di limbo; va tutto avanti senza di me che sono immobile e non capisco il perché. 

E' questa sensibilità che mi condanna a sentire anche le cose che non voglio. E non riuscire a fare finta di nulla. Non voglio sentire invece sento, anche tappandomi le orecchie.  

Mi sento un burattino, dei fili mandano avanti tutto questo. E' da mesi ormai. Vedo i miei amici starmi accanto ma nessuno particolarmente vicino. Come mai non se ne accorgono? Perchè non vedono che sono sensibile? Perchè sono tutti così falsi?  

Aveva ragione quel poeta famoso, Pirandello se non sbaglio: ogni persona indossa una maschera e recita la sua piccola parte in questo grande mondo. Conosci qualcuno e sembra essere come te, sembra apprezzarti e poi ti usa e ti getta. Sono stufa di trovare dietro a quella maschera solo persone orribili.  

Mi volto a sinistra e leggo l'orologio che sta sul piccolo comodino in legno chiaro vicino al mio letto. 

23:58 

Torno a guardare il bianco soffitto e a perdermi nei miei pensieri. Fra due minuti è un nuovo giorno e la speranza che tutto cambi improvvisamente non mi abbandona, almeno per ora. 

Cosa è che mi manca? Come mai così all'improvviso? Cos'è questa crepa che mi sta divorando? 

Poco dopo mi addormento

<<Tesoro svegliati>> la voce di mia mamma riempe il silenzio mattutino. Mi alzo definitivamente mi sono svegliata tempo prima, non so quanto di preciso. Nel mio solito silenzio mi dirigo in cucina non dando peso alle urla delle mie due sorelle che litigano. Arrivata bevo un bicchiere d'acqua e ritorno in camera saltando la colazione poiché non ho fame. Mi vesto ascoltando i rumori che mi circondano che sembrano amplificati. Ascolto attentamente passi della mia famiglia, il rumore delle ciabatte che schioccano a contatto col pavimento, le imprecazioni, le ante che sbattono, l'acqua che scorre e le macchine che passano in strada.
Finito di prepararmi esco di casa salutando con un cenno della mano. 

Esco in strada e osservo bene le vie della mia piccola cittadina nel nord dell'italiana. Mi avvio alla fermata dell' autobus con la musica nelle orecchie. Una volta arrivata guardo i ragazzi scherzare e urlare in bici felici e spensierati, ragazze parlare animamente sulle ultime tendenze mentre entrano nel vialetto della scuola. Mi stringo lo zaino sulle spalle e a testa bassa mi avvino nella stessa direzione dei miei coetanei. D'un tratto una mano si appoggia sulla mia spalla, tolgo una cuffietta dall'orecchio.

<<Gabriella>> 

Ancora?

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