Parte 28

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<<Allora come va?>> mi chiede Eleonor chiudendo l'armadietto 
<<Bene dai>> sorrido guardando un punto impreciso del corridoio << Voi invece?>>
<<Bene, complimenti Gabriella hai appena finito la tua prima settimana di scuola a Londra>><<Benissimo>> sorride Eleonor << Vi andrebbe di andare al bar, così giusto per conoscerci meglio >> continua alternando lo sguardo tra me e l'amica.
<< Per me si può fare>> dice Margheret sistemandosi la cartella sulle spalle
<< Chiamo mio zio e lo avviso>> sorrido estraendo il cellulare dalla tasca. 

Incredibile pensare che da quando sono a Londra lo ho utilizzato davvero poco: Maggie, i suoi libri e la scuola hanno occupato gran parte de mio tempo. In ogni caso non è un oggetto al quale sono particolarmente affezionata, dentro di lui non ho nessuno di importante. In Italia spesso mi deprimevo guardando le storie e le foto delle mie amiche, erano tutti screen di chiamate e video chiamate, messaggi e lettere. Tutte avevano qualcuno, io no. 

Estraggo velocemente e compongo il numero di mio zio, lo chiamo e gli chiedo il permesso. Sentendo la sua voce deduco che è molto contento di questa cosa e dopo alcuni secondi conferma la mia teoria dicendo che è felice che ho stretto nuove amicizie.
Metto giù dopo averlo ringraziato un'altra volta. Mi avvicino alle due ragazze per poi confermare a voce alta che vado anche io. 
<< Fantastico, io direi di andare al bar qui vicino>> propone Margheret 
<< Si, non ci sono mai stata ma va bene comunque>> sorrido cortese 
<< Allora cosa aspettiamo? Andiamo!>> dice Eleonor.

Camminiamo per circa cinque minuti fino ad arrivare ad un angolo della strada dove si trova il caffè. Il tipico bar dell'angolo, le vetrate su due lati adiacenti lasciano intravedere l'atmosfera calda che offre il piccolo locale. Entriamo per via delle porte in vetro che si affacciano sulla strada immergendoci nella luce calda che avvolge la grande sala rettangolare. 
Il colore rosso domina l'ambiente; colorando la pelle delle sedie, i muri, i porta tovaglioli e anche alcune decorazioni floreali presenti sulle vetrate. Il bancone molto lungo mette in mostra vari pasticcini e brioches 

<<Allora cosa prendete?>> domanda Eleonor guardando il foglio plastificato con spora scritti le varie bevande.
<< Io un te caldo ciliegia e fragola >> le risponde la ragazza castana al mio fianco.
<<Scelta interessante>> risponde assorta Eleonor << Tu che prendi, Gabriella?>>
<< Non lo so>> dico guardando il foglietto davanti a me 
<< Quanto ti capisco, è così difficile scegliere>> annuisce Eleonor 
<< Ma smettila, dai>> la rimprovera scherzosamente Margharet << Tanto lo sappiamo entrambe che finirai per ordinare una cioccolata calda con la panna>> sorrido ammirando la scena 
<< Non è colpa mia se qui fanno la migliore cioccolata di Londra>> si giustifica la bionda << E te lo confermerà Gabriella, la prendi e le dici che è la migliore >>
<<D'accodo >> dico sollevando le spalle e con un'espressione felice e vero sul volto 
<< Grande! Batti il cinque sorella!>> esclama Eleonor tutta felice alzando la mano incitandomi con lo sguardo. Ricambio il gesto ridacchiando rumorosamente 
<< Sei la prima che le da corda>> mi spiega Margharet ridacchiando 
<<Infatti, Marghe possiamo tenerla?>> dice ridacchiando e abbracciando il mio braccio. 

Mi irrigidisco, anche se non evidentemente, alle parole appena pronunciate. Mentre la mia testa inizia a esaminare due aspetti diversi. Il primo, il più negativo e il più sofferto, è quello che sia solo una cosa temporanea, anche conosciuti i due ragazzi del bar non ho potuto fare a meno che pensarlo. Ma il mio pensiero è ben oltre la consapevolezza che saranno amicizie temporanee poiché io tornerò in Italia, ma centra e isola la preoccupazione che prima o poi mi scarteranno. Faranno come tutti? Mi considereranno solo nei primi tempi finchè sono una "novità" e poi mi lasceranno da parte, in quella panchina che ormai segna il mio posto in questa vita?  
Il secondo aspetto del tutto in contrasto se non l'opposto del primo: finalmente, qualcuno mi vuole. 

L'atmosfera calda e accogliente formatasi attorno al nostro tavolo mi riporta, ancora una volta, alla realtà.
<< Se lei vuole>> ridacchia la ragazza dagli occhi scuri e luminosi. Eleonor si fa seria, la sua espressione muta completamente mentre il suo sguardo cerca di penetrare nei miei occhi.
<< Vuoi? Vuoi essere nostra amica?>> stringe le labbra in una linea sottile finchè attende risposta da parte mia. Ancora una volta mi blocco, stoppando tutto e sorridendo nei ricordi felici dell'infanzia quando tra bambine chiedevi di diventare migliori amiche. Ma questa volta non è per scherzo o per infantilità, è sincera. Guardo Margharet che trattiene le parole con disegnata la medesima espressione sul volto. Capisco che in quella frase, venuta fuori per scherzo, nasconde un significato: quattro parole per dire che vogliono capirmi, scoprire come sono fatta, perchè si hanno capito che sono diversa.
 

<< Si>> dico abbassando lo sguardo con troppe emozioni nello sguardo. Eleonor e Margharet sospirano avendo tenuto il fiato tutto.
<< Ci speravamo>> sussurra Margharet facendo l'occhiolino e sorridendo.
<< Allora cosa vi porto?>> domanda una giovane donna con la divisa del locale.

<< Un te caldo ciliegia e fragola, e due cioccolate calde con la panna>> anticipa tutte noi Eleonor 
<< Perfetto>> ringrazia e si allontana la commessa 

<< Gabriella, sei in 3A, giusto?>> mi domanda Margharet

<< Si, voi invece?>> chiedo provando a far partire una conversazione e la cosa sembra riuscire 
<< Oh, io la 3F>> dice Eleonor sorridendo 

<< 4C  >> risponde Margharet, rimango immobile e le due ragazze vedendo il mio stupore sorridono 
<< Non credevo che avevi un anno in più>> spiego, anche se dentro di me alcuni pallini si collegano spiegando e confermando il fatto che ai miei occhi appareva più saggia e più matura 

<<Ecco a voi >> ci interrompe la signora di prima trasportando le tre tazze dal vassoio al tavolino, le due ragazze annuiscono in risposta
<< Grazie>> ringraziamo lasciando ritornare la signora al suo lavoro
<< Tieni>> dico a tono basso leggermente più basso allungando la tazza a Margharet.
<<Grazie>> allunga la vocale mentre cerco di non spandere l'acqua
<<Prego>> dico in italiano concentrandomi sulla cioccolata, sentendomi osservata svolgo un sguardo alle due ragazze che mi guardano confuse. Con gli occhi provo a intimare una spiegazione
<< Prego?>> cerca di dire Eleonor con uno strano accento che mi fa ridacchiare. 
<< Si, cosa vuoe dire "Prego"?>> chiede confusa l'altra ragazza, capisco al volo cosa la situazione 
<< Oh già e vero, voi non lo usate ma in Italia si usa per..>> non riesco a trovare le parole per spiegarmi << E come per dire che " di nulla" o "figurati">>
<<Oh, che cosa buffa>> esclama raddrizzando la schiena Eleonor  
<< E voi lo dite sempre?>> chiede invece curiosa la seconda 
<< Si, tantissimo>> annuisco bevendo un sorso di cioccolata*

<<E' buona la cioccolata?>> chiede la biondina 
<<Buonissima >>

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In inglese non esiste il Prego 

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