In partenza per Londra

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Da quando Newt era arrivato a New York, non c'era stata nemmeno una nottata tranquilla per tutti e quattro, per questo quando quella notte riuscirono a dormire indisturbati, senza svegliarsi nemmeno una volta, i nostri protagonisti rimasero con un certo senso di confusione, di vuoto, come se mancasse qualcosa: ormai il pericolo era diventato parte integrante delle loro vite. Comunque, al mattino si svegliarono stranamente tutti più che riposati, pronti a partire per Londra. Pensarono di mandare giù qualcosa prima del viaggio.
Quella mattina Tina decise di voler provare a cucinare, così prese la bacchetta e attirò a sé la busta di farina. Forse con troppa foga, perché quella si scagliò verso di lei alla velocità della luce, e Tina si abbassò per scansarla. La farina si schiantò contro il muro, e per l'impatto la busta si ruppe e la farina ricoprì Tina e tutta la cucina come neve. Arrabbiata, Tina agitò la bacchetta: Gratta e netta!
-Ok, niente farina. Riproviamo.- Come sapete Tina è una ragazza molto determinata, quindi non avrete mica pensato che ci avrebbe rinunciato lasciando fare a Queenie? Se sì... be', vi sbagliavate di grosso, perché Tina continuò ad armeggiare con gli ingredienti finché non ne uscì fuori un panetto informe che doveva rappresentare una specie di torta.
Era talmente duro che non ci fu verso di tagliarlo, nemmeno con la magia.
-Teenie, ma... mi spieghi, in nome di Deliverance Dane, come hai fatto?- rise Queenie, e con un colpo di bacchetta sistemò la torta di Tina: ora aveva un aspetto molto più appetitoso.
-Ci ho provato, ma la cucina non fa proprio per me...- si giustificò Tina, un po' delusa.

-Sai, Newt- disse Tina mentre mangiavano -ho sempre sognato di visitare Londra... non sono mai uscita dagli Stati Uniti!- a Newt, che era abituato a viaggiare in continuazione, parve quasi strano che qualcuno potesse rimanere per tanto tempo in un solo posto.
Nemmeno Queenie aveva mai viaggiato, e quando si trovarono a fare le valigie per lei fu un vero trauma: avrebbe voluto portare con sé di tutto, e Tina dovette ricordarle almeno sette volte al minuto che non stavano andando in vacanza, quindi doveva portare solo il minimo indispensabile. Impiegò quasi mezz'ora a scegliere quali vestiti portare, interrogando di continuo Newt sulle condizioni atmosferiche di Londra. Tentò anche di applicare un incantesimo di estensione irriconoscibile sulla sua borsa per far entrare il ferro da stiro, perché "non si sa mai". Tina, esasperata, tentò di convincerla a limitarsi: -Queenie, quella borsa peserà a morte! E per di più prenderemo una nave No-Mag, e controlleranno i nostri bagagli! Non possiamo rischiare che un No-Mag veda una borsa più grande all'interno, altrimenti ci toccherà anche obliviarlo!-
-D'accordo Teen, hai ragione...- ammise Queenie, sbuffando e roteando gli occhi. Non riuscirono però a separarla dalla sua collezione di pozioni e antidoti di ogni sorta, ed effettivamente sarebbe potuta tornare utile, per questo le permisero di portarla. Controllarono di avere tutti i documenti necessari, e Tina insistette perché portassero anche i permessi per la bacchetta, nonostante il Ministero della Magia non li richiedesse.
-Ehm... io... non ce l'ho- disse Newt, imbarazzato
-Non avevi fatto domanda per posta?- chiese Tina con sguardo indagatore
-Sì! Voglio dire... ehm... no.- Tina gli rivolse una di quelle sue occhiate truci, e Newt arrossì
-Incorreggibile...- commentò lei scuotendo la testa.

Presero i loro bagagli e uscirono, finalmente pronti per partire.
-Colloportus- mormorò Tina, e sigillò la porta dell'appartamento, mentre Newt applicava di nuovo sulla valigia l'incantesimo per tenerla chiusa: la prudenza non è mai troppa!

Si materializzarono direttamente tra la folla davanti al cancello di imbarco, in quello stesso porto dove Tina aveva accompagnato Newt l'anno prima. A entrambi tornò in mente quell'episodio nello stesso momento, accompagnato dagli stessi identici pensieri, i loro soliti pensieri dolci e timidi. Se non ci credete provate a chiederlo a Queenie!
Quando sollevarono lo sguardo, videro che la nave era già arrivata, e già i passeggeri cominciavano ad imbarcarsi. Anche loro salirono sulla passerella. All'entrata c'era un uomo corpulento, che controllava i biglietti. Jacob prese dalla tasca della giacca i biglietti che il giorno prima aveva preso in (come l'aveva chiamata?) agenzia di viaggi, e li distribuì.

L'uomo controllò i biglietti con aria annoiata e li fece salire. Sospiri di sollievo: ce l'avevano fatta! Tina e Queenie erano senza dubbio le più agitate: non avevano mai preso una nave, ma Tina ricordava di aver indagato una volta, un bel po' di tempo prima, su un gruppo di fuorilegge che avevano preso una nave che poi era affondata. Scoprì dopo una settimana di indagini che i fuorilegge non erano coinvolti nell'incidente, ma tentavano solo di scappare, e questo, in quel momento, la inquietò ancora di più: cosa avrebbero fatto se la nave fosse affondata?
Queenie lesse i suoi pensieri. Avrebbe voluto consolarla, ma era agitata almeno quanto lei, così ci pensarono i ragazzi, vedendo le loro espressioni, a tranquillizzarle. Newt prese la mano di Tina per farle coraggio, mentre Jacob appoggiò le mani sulle spalle di Queenie:
-Tranquilla, sono con te! non ti succederà nulla di male.- le disse, accarezzandole la guancia.

- Pronta?- chiese Newt a Tina, e lei rispose con un debole sorriso
-Non farti strane idee. Io non ho paura, d'accordo?-

Fu così che iniziò il loro viaggio per Londra...

Ce n'è solo uno come te (completa)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora