Pensieri

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Nei giorni successivi il rapporto tra Newt e Tina prese una piega piuttosto particolare: nonostante l'accaduto, infatti, rimasero prima di tutto buoni amici, come se quello che era successo fosse stato del tutto naturale. Era questa l'idea che davano: non si impegnavano per piacere all'altro, né prendevano il loro rapporto come una relazione amorosa. Erano semplicemente loro, Newt e Tina, e rimanevano loro stessi nonostante tutto. In realtà era anche vero che entrambi temevano che quel bacio avrebbe potuto rovinare la loro amicizia, per questo cercavano di comportarsi esattamente come prima, e come per un tacito accordo non tornarono più sull'argomento. Eppure i loro cuori si rifiutavano di dimenticare.
Queenie, dal canto suo, non perdeva mai l'occasione di scoccare loro occhiate maliziose ogni volta che si avvicinavano. Solo Jacob sembrava non capire appieno quello che stava succedendo, ma dal comportamento di Queenie intuì che tra Tina e Newt era successo (o stava per succedere) qualcosa. Doveva indagare. Non che diffidasse di Queenie, ma non voleva chiedere a lei: sapeva che quando si trattava di quel genere di cose tendeva ad esagerare, facendo sembrare tutto uno dei suoi romanzi d'amore. Decise che sarebbe stato meglio chiedere ai diretti interessati. Newt si fidava di lui, probabilmente gli avrebbe accennato qualcosa, ma proprio in quanto Newt si sarebbe trovato in difficoltà, e molto probabilmente avrebbe omesso delle parti a causa dell'imbarazzo. Se davvero era successo qualcosa, solo una persona avrebbe avuto abbastanza autocontrollo da dirgli le cose come stavano.

Quella mattina si presentò l'occasione perfetta: Tina si era svegliata prima di tutti, ed era uscita dalla stanza che divideva con Queenie. Cercò di non fare rumore, ma rovesciò una tazza mentre cercava di preparare della cioccolata per tutti, per questo Jacob si svegliò.
-Scusa, Jacob, non volevo disturbarti!- si affrettò a dire Tina, pulendo con la bacchetta il pavimento dai frammenti della tazza.
-Poco male...- rispose Jacob con un gesto di noncuranza -anzi, c'è una cosa che vorrei chiederti-
Tina si fece curiosa -dimmi pure!- si sedette accanto a lui
-ho notato che da un po' Queenie vi guarda in modo strano... voglio dire, lei guarda tutti in modo strano, può entrare nella loro mente, ma il punto è che ho la sensazione che sia successo qualcosa che non so.- Tina arrossì: avrebbe dovuto dirlo? Quanto avrebbe dovuto dire? Prima o poi la verità sarebbe pur sempre venuta a galla, quindi decise di liberarsi di questo fardello in maniera veloce e indolore. Chiuse gli occhi e respirò profondamente, poi sputò la verità: -l'ho baciato, Jacob. Quella sera.- disse -l'ho baciato.- ripeté, quasi a verificare di averlo detto davvero. a quelle parole Jacob emise un verso tra il sorpreso e il divertito.
-Quindi adesso siete...?-
-Non so ancora cosa siamo, a dir la verità...-
-è così dolce! Voi due siete fatti l'uno per l'altra, è evidente!- Queenie era comparsa sulla porta che separava le due stanze -ho percepito un po' d'imbarazzo- continuò quando ottenne l'attenzione di Tina e Jacob -... e non potevo proprio perdermi una conversazione sugli innamorati!-
-smettila, Queenie. Non siamo innamorati!-
Newt, che per tutto il tempo era stato sveglio, ma era rimasto steso sul letto dando le spalle ai suoi amici, all'udire le parole di Tina si sentì come se migliaia di aghi gli aggredissero il cuore: dunque, quel bacio non aveva significato niente. Tina non lo amava.
Queenie sentì i pensieri di Newt, e si sentì in colpa: sapeva che Tina non pensava davvero quello che aveva detto, l'aveva fatto solo per non darle ragione. Lanciò un'occhiata a Jacob, e bastò a spiegargli tutto. Avrebbero rimediato.
-andiamo, Teen! Sappiamo tutti che non è così! Mai provato a far caso ai tuoi pensieri? Dovresti, perché la tua mente sta praticamente urlando che Newt ti piace un sacco...- Tina cercò di distogliere lo sguardo, le guance di fuoco, sperando che Newt non stesse ascoltando.
-non conosco i tuoi pensieri- disse Jacob-ma che vuoi dire, che non lo ami? Perché non ci credo.-
Tina capì che a quel punto non poteva che dire la verità. Non le fu semplice: -No, io...- forza Tina, inspira... espira... -io lo amo.- ti prego, Newt, non svegliarti proprio adesso! È già abbastanza difficile se non ascolti... -E anche tanto. Ma non so se vale lo stesso per lui.-
Queenie annuì -Newt pensa la stessa identica cosa.-
-Queenie, non leggermi la mente- disse Newt, la faccia affondata nel cuscino. Tina sussultò
-Newt, da quanto tempo sei sveglio?- no, no, no, non può aver ascoltato tutto, no!
Newt si sedette -io?- non sapeva bene cosa rispondere. Se avesse detto la verità sarebbe stato come ammettere di aver origliato. Ancora una volta Queenie lo salvò: -non importa.- disse -dobbiamo metterci al lavoro per trovare Grindelwald. Teenie non sta più nella pelle!- furono tutti d'accordo, così scesero al piano di sotto dove Amélie e Sebastian erano seduti a un tavolo a chiacchierare. Sebastian si alzò e andò verso di loro.
-vedo che ti stai divertendo, Sebastian!- scherzò Queenie
-sì! Amélie mi sta insegnando un po' di francese!- rispose lui, vomitando in ordine casuale tutte le parole che la ragazza gli aveva insegnato. Quando ebbe finito si offrì di preparare loro la colazione, e accettarono.

Dopo mangiato uscirono per la loro missione. Queenie cercò di leggere la mente di tutti i passanti per individuare qualcuno che avrebbe potuto dire qualcosa, ma non era semplice: c'era troppa gente, e cercare di entrare nella mente di tutti le provocò solo un gran mal di testa: tutti i pensieri le si riversarono nella mente con una potenza che la scaraventò al suolo, così Queenie perse i sensi.

A un certo punto, non avrebbe saputo dire dopo quanto tempo, nell'oscurità si andarono disegnando tutti i pensieri che aveva raccolto, sotto forma di filamenti luminosi annodati tra loro. Sembravano parlare uno sull'altro, e Queenie sentì la testa scoppiarle. Tentò di rimettere ordine, ma i filamenti finirono per annodarsi ancora di più. Sapeva, però, che doveva controllare quei pensieri, o non si sarebbe risvegliata mai più. Indirizzò la sua mente come avrebbe fatto con la bacchetta per lanciare gli incantesimi che usava per cucire. Poco a poco, riuscì a liberare i filamenti. Uno alla volta si scioglievano dal nodo e sparivano, raccontando ognuno una storia diversa. Nessuna di queste, però, sembrava avere a che fare con Grindelwald. Continuò a sciogliere il nodo, sentendosi più libera e più viva ogni volta che un filamento veniva liberato. Fu l'ultimo ad attirare la sua attenzione. Diceva una sola parola, un solo nome: Grindelwald.

Queenie spalancò gli occhi, per trovarsi stesa sul marciapiede circondata da Jacob, Tina e Newt che la guardavano preoccupati. Tina aveva addirittura gli occhi lucidi. -Queenie!- la chiamò -buon Lewis, ero così preoccupata, all'improvviso sei svenuta, e... oh, Queenie, non sapevo cosa fare!-
-Tranquilla, Teen. È tutto a posto!- rispose lei, tirandosi su. Tina abbracciò Queenie, che ricambiò l'abbraccio. Da sopra la spalla di Tina, però, vide un uomo, e fu certa che quell'ultimo pensiero che aveva sentito proveniva da lui. Un'ultima stretta alla sorella, poi si sciolse dall'abbraccio per indicare il mago -Lui.- disse semplicemente, e si lanciò all'inseguimento. Quando lo raggiunse, lo fermò prendendogli il mantello. Lui si girò e Queenie sorrise. -Buongiorno!- disse amichevolmente -ti andrebbe di rispondere a qualche domanda?-
-d'accordo.- rispose -ma non penso sia il caso di parlare qui. Ci vediamo stasera al bar all'angolo- disse, guardando Tina, che ricambiò lo sguardo con un'espressione poco amichevole dipinta sul volto: quel tizio non le stava affatto simpatico.
-ci saremo- annunciò Queenie
-no. Voglio solo la ragazza.- disse il mago, indicando Tina
Se Queenie non l'avesse trattenuta, Tina l'avrebbe aggredito senza pensarci due volte, e molto probabilmente a quest'ora quell'uomo sarebbe al San Mungo.
-d'accordo.- acconsentì invece Queenie. -sarà lì stasera.-

Ce n'è solo uno come te (completa)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora