A caccia di Billywig

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Uscirono sotto il sole battente di quel caldo giorno di fine agosto a New York, Newt armato di barattolo e Tina di occhiali da sole, alla ricerca di quel Billywig che stava creando tanti danni. Lasciarono le scope all'appartamento: se volevano fare un lavoro discreto, portarle non sarebbe stata la scelta più saggia.
Tina camminava avanti, e Newt la seguiva. Grazie alla pozione di localizzazione, attraverso le lenti degli occhiali da sole la strega poteva vedere una tenue scia dorata, come una specie di sentiero magico, che si faceva sempre più vivida man mano che si avvicinavano al loro obiettivo. Seguendola, arrivarono davanti a quella famosa banca dove tutto era iniziato. Sulle scalinate, finalmente non c'era più traccia di Secondi (o Terzi) Salemiani. La Picquery doveva essere intervenuta, e in qualche modo era riuscita a sistemare anche quella faccenda. Era davvero una grande Presidente.
A un tratto, anche quell'unica guida che avevano a disposizione scomparve: l'effetto della pozione era svanito. Tina si fermò e agguantò il braccio di Newt.
-Serve altra pozione- disse
-Io non credo proprio...- rispose lui, indicando un punto avanti a sé. Tina tolse gli occhiali per vedere meglio, e quasi non riuscì a credere allo spettacolo a cui stava assistendo: c'era un uomo che fluttuava. Letteralmente. Sembrava camminare, ma i suoi piedi non toccavano terra. Ora capiva cosa intendeva dire Newt quando nel capitolo sul Billywig parlava di "levitazione". Non pensava intendesse proprio in quel modo. Tutti, maghi e non, guardavano l'uomo a bocca aperta. La Comunità Magica rischiava di essere smascherata, e Tina sentì il bisogno di obliviare tutti i No-Mag uno ad uno. Ma non c'era tempo. Dovevano fare in modo che episodi del genere non si verificassero più, e se avessero fallito... Tina non osava pensare a cosa sarebbe successo.
Guardò in alto, usando gli occhiali perché il sole non le ferisse gli occhi. Di un blu zaffiro che quasi si confondeva con il cielo, il Billywig si librava indisturbato sulle loro teste. Tina ricordò di averlo già visto la prima volta che Newt era entrato a New York con quella sua bizzarra valigia. Le aveva detto che era una falena, ma anche se non ci aveva creduto nemmeno per un secondo, sulle prime aveva lasciato perdere. Grosso errore, come si sarebbe rivelato in seguito...
-Dunque... questa sarebbe la famosa
"falena"?- disse, le mani sui fianchi e l'espressione dura
-Non puoi biasimarmi. Non potevo certo dire la verità, o mi avresti arrestato in un batter d'occhio!- si giustificò Newt
-Cosa che effettivamente è successa...-puntualizzò Tina
-sai com'è andata in realtà...-
Mentre discutevano, l'insetto passò loro davanti così velocemente che lo notarono appena, per poi schizzare di nuovo verso l'alto. Non avendo le loro scope, non potevano raggiungerlo. Oppure potevano? A Tina venne in mente un'idea. Non era sicura che avrebbe funzionato, ma era tutto quello che aveva. Doveva fidarsi del suo istinto, non aveva scelta. Senza perdere tempo, prese la mano di Newt e velocemente si materializzarono sul tetto di un grattacielo vicino. Erano molto in alto, da lì si poteva vedere una buona parte della città. Applicò un incantesimo agli occhiali, una sua versione di un semplice incanto che aveva visto nel primo volume degli Incantesimi di Chadwick. Sapeva che le sarebbe tornato utile, prima o poi. Le lenti degli occhiali si schiarirono, e quando Tina le avvicinò agli occhi il risultato fu quello sperato: un po' come con un cannocchiale di estrema potenza, poteva vedere anche a distanza di chilometri.
-Ho sempre voluto usare questo incantesimo!- esclamò  emozionata, mentre si guardava attorno assaporando il suo successo.
-Forse però dovrei tornare alla missione...- disse tra sé. Cercò di individuare l'insetto, ma non riusciva a vederlo. Eppure era sicura di averlo visto andare da quella parte... guardò in basso: grazie agli occhiali riusciva a distinguere perfettamente ogni particolare, come se fosse lì. Una donna, probabilmente presa da un improvviso capogiro, era inciampata e se ne stava a terra, incapace di alzarsi. Ma certo, le vertigini provocate dalla puntura di Billywig! Era vicino, lo sapeva.
-Sta arrivando! Tieniti pronto!- urlò a Newt, e un attimo dopo sentì la testa girarle. Il mondo intorno a lei sembrava dilatarsi e restringersi, e togliere gli occhiali non le servì a niente. -NEWT, ORA!-

-Wingardium Leviosa!- con un movimento della bacchetta, Newt fece fluttuare il barattolo, e lo scagliò contro l'insetto che già si preparava a scappare. Lo prese per un pelo, o meglio per un pungiglione, ma ce l'avevano fatta: il Billywig era nel barattolo. Si assicurò che fosse chiuso e poi si avvicinò a Tina, che ancora sotto l'effetto della puntura brancolava pericolosamente vicina al cornicione. La prese e la spinse verso il centro del tetto, al sicuro. La fece sedere, e lei si sentì un po' meglio
-Ottimo lavoro...- disse, e provò ad alzarsi, ma fu costretta a sedersi di nuovo. Newt sorrise impacciato. All'improvviso, Tina si sentì come svuotata, mentre il suo corpo diventava sempre più leggero. Sapeva cosa stava per succedere.
-Newt... abbracciami.-
-Cosa?- chiese Newt colto alla sprovvista
-Non è uno slancio di affetto, fallo e basta!- disse con una nota di urgenza nella voce, e Newt, capendo il motivo di quella richiesta, obbedì. Strinse Tina a sé per un paio di minuti. Non molti; per fortuna il suo corpo aveva saputo difendersi bene. Quando riuscì a percepire di nuovo il suo peso, molto lentamente la lasciò. Si scambiarono un timido sorriso, e prolungarono il momento restando lì a guardarsi. Se Queenie fosse stata lì sarebbe impazzita ai loro pensieri: entrambi avevano questo folle desiderio di piegarsi in avanti finché lo spazio tra le loro labbra non si fosse colmato, ma entrambi avevano paura di farlo per primi. E rimasero così, in una timida attesa . Poi Tina abbassò lo sguardo, e il suo sorriso si spense immediatamente.
-Va tutto bene?- le chiese Newt
-Abbiamo quattro ore per tornare indietro.-

Ce n'è solo uno come te (completa)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora