Un nuovo posto nel mondo

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Anche Jacob, che in quanto Babbano (o No-Mag, come preferite) era molto più sensibile all'effetto della magia, si era addormentato. Si era sporcato le mani con la Polvere, certo, tuttavia non era bastato, e appena arrivati in quel posto di cui non conosceva nome né ubicazione il suo corpo non era riuscito a combattere ancora contro l'effetto della Polvere stessa. Gli ci volle un po' per rimettere in ordine i suoi pensieri, ma riuscì a ricostruire in linea di massima gli ultimi avvenimenti: ricordava di aver aiutato gli altri a trasportare Newt, Tina, Credence e la ragazza, Martha gli sembrava si chiamasse, in giro per Parigi. Giunti in una stradina che non era riuscito ad identificare, quello strano mercante aveva ordinato loro di chiudere gli occhi. Jacob li aveva chiusi, e solo in quel momento li aveva riaperti.
A dire il vero, era rimasto un po' deluso di non trovare Queenie accanto a lui, al suo risveglio. Non importa, sarebbe andato a cercarla.
Proprio mentre stava per alzarsi, però, la porta si aprì.
-Jacob! Sei sveglio, è meraviglioso...- esclamò Queenie, abbracciandolo. -Come ti senti?-
-Un po' confuso, ma ormai ci sono abituato...- rispose lui, sorridendo.
-Non preoccuparti, lo siamo tutti...- Queenie ricambiò il sorriso, prendendogli teneramente la mano.
-Andiamo... gli altri ci aspettano nella valigia per decidere sul da farsi...- gli disse, dandogli un piccolo bacio sulla guancia.

-Che ci crediate o no, sono passati quasi due mesi da quando la nostra avventura è iniziata- introdusse Tina, rivolgendosi all'intera comitiva, riunita attorno al nido degli Occamy.
-Ora che la missione è più o meno compiuta, penso che converrete con me sul fatto che è arrivato il momento di tornare alla normalità, almeno per adesso... siamo qui perché ognuno di noi possa decidere come concludere questo viaggio.- continuò Silente. Tutti annuirono in silenzio: l'impresa era stata ardua, sì, ma a tutti loro l'azione, l'adrenalina e la costante insicurezza di rivedere il sorgere del sole il giorno dopo, in fondo, sarebbero mancate. Quell'avventura li aveva cambiati, aveva cambiato ognuno di loro, e non sarebbe stato affatto facile semplicemente tornare a vivere come se niente fosse successo. Ma che altro potevano fare, del resto?
-Io non ho più niente qui, ormai...- iniziò timidamente Amélie. -ma non so se trasferirmi in Inghilterra... Ho promesso a Sebastiàn che sarei tornata da lui, ma non so se sono pronta a lasciare la mia casa, e non conosco bene l'Inghilterra... non so cosa fare...-
-Ehi, Am! Il tuo inglese è migliorato tantissimo!- le disse amichevolmente Queenie, sedendosi accanto a lei, poi si fece seria e le appoggiò una mano sulla spalla. -Vedi... a volte nella vita capita di dover prendere decisioni difficili, e ho imparato a mie spese che la strada del cuore è sempre la migliore da seguire...- le consigliò in tono materno, guardando Jacob. -Torna da lui. Segui il tuo cuore. Fidati di me, non te ne pentirai...-
-Grazie...- sussurrò Amélie.
-A questo proposito...- continuò Queenie, stavolta rivolgendosi a tutti. -Mi dispiace, Teen. Mi dispiace davvero, ma io... lascio il MACUSA. Non ne posso più, quel lavoro non mi è mai piaciuto, non mi sento me stessa. Ti prego, non prenderla sul personale, ma... ho deciso che andrò a lavorare alla pasticceria di Jacob.- Jacob sorrise. Sapeva che per lei non doveva essere stato facile, ma Queenie aveva infine accettato la proposta che le aveva fatto tempo prima, e non poteva essere più felice. Tina, dal canto suo, non fu nemmeno lontanamente arrabbiata o irritata, anzi annuì in segno di approvazione.
-So bene come ci si sente a svolgere una professione che non si sente propria. Sono felice per te, e tenterò di coprirti per un po' al MACUSA, ma... per favore, niente magia davanti ai No-Mag.-
-Sarà fatto. Grazie, Teen!-
-Io ne ho parlato con Martha, e ho deciso di entrare a far parte del circo. Se Grindelwald mi sta ancora cercando, lì sarò più al sicuro che da solo.- annunciò Credence.
-Sì, siamo in tanti e ho già imparato molti incantesimi di protezione... non avremo problemi a difenderci.- continuò Martha, stringendo la mano dell'amico.
-... e per di più abbiamo un ottimo capo!- sottolineò Credence.
-Siete così giovani... ne siete sicuri?- chiese Tina, scettica.
-Andiamo, Teen... parli come una vecchia decrepita!- le fece notare Queenie. -Non che tu non lo sia, ma... sono abbastanza grandi per badare a loro stessi! Non ascoltate nonna Tina, ragazzi. Andrà benissimo!-
E la questione fu chiusa.
-Signor Scamander, signorina Goldstein... siete gli ultimi rimasti.- disse il professore.
Silenzio. Tutti tacquero. O almeno così sembrò a Newt, che si ritrovò come isolato dal mondo. Guardò Tina tristemente, e lei gli restituì uno sguardo ancora più angosciato. L'intesa che c'era fra loro fece il resto.
-Io devo tornare a New York. Non... non posso lasciare il lavoro al MACUSA. quel posto significa tutto per me...- disse Tina, senza sollevare lo sguardo.
-Io... professore, io ho pensato al posto che mi ha offerto ad Hogwarts... come insegnante...- balbettò invece Newt, un po' imbarazzato. - non mi fraintenda, mi piacerebbe molto accettare, ma... mi sono reso conto che la vita da insegnante non fa per me. Sa... relazionarmi con le persone non è mai stato il mio forte... e poi... be'... mi piacerebbe continuare i miei viaggi e i miei studi... finché posso...- Il professor Silente annuì, comprensivo.
Fu così che le basi delle nuove vite dei nostri protagonisti furono stabilite. Un nuovo capitolo delle loro storie stava per essere scritto. Quello era solo l'inizio.

Ce n'è solo uno come te (completa)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora