Riflessioni notturne

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Newt era nella sua valigia, disteso sull'amaca dove poco prima era stata Tina. Poteva ancora sentire il suo odore. Sembrava odore di pergamena, o qualcosa del genere. Un odore che descriveva perfettamente il suo animo da lavoratrice e la sua mente brillante. Gli piaceva. Ma quella notte non riusciva proprio a dormire. Non riusciva a non pensare al fatto che Grindelwald molto probabilmente sarebbe tornato, e forse non sarebbe riuscito a cavarsela ancora, avrebbe potuto perdere definitivamente Tina. Aveva paura di chiudere gli occhi, aveva paura che qualcuno gliela portasse via mentre dormiva, e se fosse successo come avrebbe fatto a perdonarselo? Si chiedeva perché gli importasse tanto di lei.

Alla fine perse ogni speranza di addormentarsi, così uscì dalla valigia. Non sapeva bene perché, forse sperava semplicemente di trovare qualcuno sveglio che gli tenesse compagnia. Ed era piuttosto insolito, perché Newt era una persona solitaria...
Tutto taceva. Le luci erano spente, e se non fosse stato per le frequenti e meticolose pulizie di Queenie l'appartamento si sarebbe detto disabitato. Newt si guardò intorno, sedendosi su una sedia della cucina: era un grazioso bilocale arredato secondo il gusto di una generazione precedente. Tutto era solenne, compresi i dettagli architettonici. Gli scaffali della cucina erano pieni di prodotti per la casa, ma Newt non riuscì a riconoscerli al buio. La porta che separava il soggiorno dalla stanza delle ragazze era chiusa, e Jacob si era sistemato alla meno peggio sul divano su cui si era accasciato la prima volta che erano entrati nell'appartamento, praticamente trascinati da Tina. A proposito, dov'era finito? Era lì, quando era salito... All'improvviso Newt sentì qualcuno sussurrargli da dietro qualcosa che suonava come "ehi, non dormi?" e Newt per lo spavento cadde dalla sedia, e dovette trattenersi per non urlare. Si girò lentamente: era Jacob. Il cuore di Newt batteva ancora fortissimo, ma fu felice di vedere un volto amico. Jacob lo aiutò a rialzarsi, scusandosi.
si sedettero entrambi, e iniziarono a parlare. Parlarono del più e del meno, di argomenti futili, tanto per il piacere di discutere. Newt si sentiva davvero fortunato ad avere un amico come Jacob. Poi però, inevitabilmente, il discorso li portò agli avvenimenti di qualche ora prima. Newt iniziò a sentirsi di nuovo preoccupato, e si scurì in volto. Jacob lo notò:

-Newt, va tutto bene?- Cosa avrebbe dovuto rispondere? Alla fine scelse di essere sincero con lui: se lo meritava.
-Sono preoccupato per Tina. Ho paura che Grindelwald venga a riprendersela.-
-Andrà tutto bene. Una volta un uomo molto saggio mi disse: "Preoccupati e soffri due volte". -
-Hai ragione, Jacob. Così finirò solo per spaventare anche lei.-

Tina si alzò. Dopo aver passato giorni in un incubo, aveva paura di tornare a dormire, come se sulle sue palpebre fossero tatuate quelle immagini, come se potessero tornare a tormentarla ogni volta che chiudeva gli occhi. La sua mente corse a Newt, e a quello che aveva detto poco prima, o meglio, a quello che stava per dire "Non amo più Leta, perché ora..." perché si era bloccato così di colpo? Cosa le nascondeva? Perché aveva lasciato la frase così, in sospeso? E se stesse per dire dire che amava un'altra persona? E se quell'altra persona fosse proprio lei? Una parte di lei ci sperava davvero. No, Tina, ti stai rendendo ridicola. Mise subito a tacere quella parte di sé prima che fosse troppo tardi: non poteva permettersi di darsi false speranze. Fece la prima cosa che le venne in mente: allungò la mano e afferrò il libro e la sua bacchetta.
-Lumos- mormorò. Accarezzò la copertina del libro, maneggiandolo come una specie di reliquia. Lo aprì e lesse la dedica, arrossendo ancora una volta. "A Tina Goldstein"... perché lo aveva dedicato proprio a lei? Alla stessa Tina che la prima volta pensava che stesse scrivendo una guida per sterminare le creature magiche. La stessa Tina che all'inizio era stata tanto scortese con lui. No, forse non era la stessa Tina. Perché si cambia... sì, anche lei era cambiata. Era alla nuova Tina che era dedicato il libro. Assaporò l'odore di quella carta. Dopo un'ora l'aveva già finito. Il sonno, però, ancora non arrivava.

Si avvicinò alla porta diretta in cucina, con l'intenzione di bere un bicchiere d'acqua, ma si bloccò di colpo quando sentì delle voci:
-È che quando la guardo qualcosa si muove dentro di me, e mi sento come se non potessi fare a meno di lei...- riconobbe la voce di Newt. Si impose di non farsi passare nemmeno per l'anticamera del cervello l'idea che stesse parlando di lei. Stava sicuramente parlando di una delle sue creature. Pensò che forse avrebbe fatto meglio a tornare a letto, lasciarli parlare e non ascoltarli più, dimenticare quello che aveva sentito. Le sue gambe, però, non le obbedivano. A quel punto, più che mai, capì cosa provava Queenie, cosa intendeva quando diceva che non poteva fare a meno di leggere le menti.
-Devi amarla proprio tanto...- Tina sentì Jacob pronunciare quelle parole, e quasi svenne. No, Tina. Hai sentito male. Sei stanca, anzi, probabilmente stai dormendo. Sì, è decisamente un sogno. Domani tornerà tutto normale... cercò di convincersi Tina. Si chiese, tuttavia, cosa avrebbe risposto Newt.
-Jacob, io...- Ecco. Stava per dire di no. Non voleva crederci. Cosa avrebbe fatto se avesse detto di no? E soprattutto, perché le importava? Quel suo strano interesse la spaventò non poco. 
Newt aprì la bocca per parlare, ma fu interrotto da un tonfo fortissimo. L'appartamento sembrò tremare, Tina avrebbe giurato di aver visto la lampada in bilico sul comodino muoversi. Si guardò attorno, e Queenie si svegliò. Silenzio totale. Poi, un altro tonfo, ancora più forte. E infine una terribile risata di trionfo. Ai quattro si gelò il sangue nelle vene, sentendola: non era finita.

Ale, ma lasciare qualche capitolo di riposo a questi poveri personaggi no?
Un giorno lo farò.
Ma quel giorno non è oggi.

Ce n'è solo uno come te (completa)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora