Jacob si svegliò il mattino dopo ancora un po' intontito, ma stava bene. Non riusciva a capire dove si trovava, poi gli avvenimenti del giorno prima gli tornarono alla memoria uno alla volta. Che la troppa magia avesse un cattivo effetto su di lui?
Gli altri ancora dormivano, Newt nel letto accanto al suo e le due sorelle probabilmente nella camera accanto. Guardò l'amico, e notò qualcosa di strano in lui: anzitutto il fatto che stava palesemente sorridendo, e poi la sua camicia più pulita del solito. Si sarebbe detta nuova, se non fosse stato per le numerose pieghe. Cosa si era perso? Aspettò che si svegliasse per chiederglielo, intanto provò ad alzarsi e si accorse con piacere che ci riusciva benissimo. Si sedette sulla sedia di legno accanto alla finestra, a guardare il viale che lentamente diventava più affollato. Quelle persone erano tutti maghi e streghe... Quella gente poteva davvero fare magie... solo un anno prima era un operaio che sognava di aprire una pasticceria, mentre adesso eccolo coinvolto in un'avventura incredibile per sconfiggere il mago più crudele di tutti i tempi. E pensare che era lì per errore, se non fosse andato in banca quel giorno probabilmente adesso sarebbe ancora in quella fabbrica di scatolame. Ma perché proprio lui? Non poteva essere stato un semplice errore, o avrebbe dimenticato ogni cosa sotto la pioggia, come tutti gli altri. Ma allora perché era lì? Pensò a Queenie, e come un album di fotografie gli sfilarono davanti tutti i momenti che avevano passato insieme. A quel punto la risposta fu chiara: era lì per amore.Tina si svegliò, senza nemmeno riuscire a ricordare di essersi addormentata. Doveva essere proprio stanca, non aveva nemmeno tolto il vestito! La sera prima era tornata tardi a casa, e per di più era rimasta a parlare con Queenie quasi fino alle quattro del mattino. Queenie aveva ascoltato il racconto di Tina con una certa soddisfazione, esplodendo di gioia a intervalli regolari. A un certo punto del racconto era quasi caduta dal letto: " Ti ha chiesto di ballare? Sul serio? Buon Lewis, e com'è stato?" Aveva chiesto più emozionata che mai. Quando il racconto era terminato non c'era stato verso di farla addormentare. Come una bambina che non vuole andare a letto e inizia a fare i capricci, Queenie insisteva che bisognava festeggiare, per questo si erano addormentate piuttosto tardi. Ora Queenie dormiva nella sua vestaglia rosa, tranquilla, imperturbabile.
Uscì a vedere se i ragazzi erano ancora svegli, ma Newt dormiva ancora, mentre Jacob era affacciato alla finestra. Sembrava pensieroso. Tina si avvicinò a lui.
-Come ti senti, Jacob?- Gli chiese. Lui si girò di colpo: non l'aveva vista arrivare, e si era spaventato, ma si tranquillizzò quando vide che era lei.
-Sto bene, grazie- rispose
-"Sto bene"? Jacob, è praticamente tutta la vita che vivo con una Legilimens, e sono sicura che qualcosa ti turba. Ne vuoi parlare?-
-È solo che mi sembra di non dover essere qui. Voglio dire, io... non so fare magie, allora perché sto viaggiando con voi? Non sono che un peso, dovete spiegarmi ogni parola che dite...-
-Ti sbagli, Jacob. Non sei di peso, o non ti avremmo portato affatto con noi. È solo che hai molto da imparare, e... be', credo di non essere la persona più adatta a dirlo, ma non è affatto vero che non sai fare magie. Forse non puoi usare una bacchetta, ma sei una persona unica, e sono davvero molto contenta che Queenie abbia trovato uno come te. Anzi, devo ringraziarti, perché tu riesci a renderla felice, e io non desidero altro.-
A quelle parole Jacob si commosse.
-Ma buongiorno! Oh, ti vedo bene, caro! Era solo un po' di stanchezza, a quanto pare...- la voce di Queenie arrivò alle loro spalle: era sveglia. Tina e Jacob si girarono a salutarla. Mancava solo Newt all'appello. Quando, qualche minuto dopo, anche lui fu sveglio, i quattro si diedero una sistemata e scesero a fare colazione. Lì Sebastian li aspettava, con il suo solito sorriso. Loro presero posto a un tavolo, tra gli sguardi incuriositi degli altri clienti del pub.
Mangiarono a sazietà, e intanto aggiornarono Jacob sugli avvenimenti delle ultime ore. Lui non riuscì a trattenere un sorrisetto malizioso quando Queenie iniziò a raccontare della cena. Newt e Tina cercavano di apparire indifferenti, guardandosi intorno per nascondere l'imbarazzo. Fu allora che Newt la vide: seduta da sola a un tavolo c'era una donna. Sì, quella donna, ne era sicuro.
-Tina... quella non è la signora della metropolitana?- chiese
-Buon Lewis, sì! Cosa ci fa qui? Dovremmo preoccuparci?-
-Io temo proprio di sì: credo di aver capito dove l'avevo già vista. Era sulla mia stessa nave per New York, il mio Snaso l'ha quasi colpita in pieno!- Forse questo non avrebbe dovuto dirlo, perché Tina gli lanciò una delle sue occhiatacce. -È stato un incidente- si affrettò a giustificarsi lui -nulla di preoccupante, davvero!-
-Non temete, la terrò d'occhio. La sua mente è chiusa, ma forse continuando a provare riuscirò a penetrare le sue difese.- annunciò Queenie.Tina e Newt partirono dopo colazione. Tina era tornata con sollievo ai suoi pantaloni, e stava infilando lo stretto necessario in una borsa. Newt intanto lanciava un incantesimo alla valigia perché li seguisse mentre volavano. Quando furono pronti salutarono Queenie e Jacob. Tina corse ad abbracciare Queenie un' ultima volta, mentre Jacob si rivolse a Newt:
-Questo non è un addio, vero?- chiese, sull'orlo delle lacrime
-No, Jacob. Torneremo.-
-Promettimelo. Promettimi che non vi caccerete nei guai.-
-Ti prometto che torneremo.-
-Vivi-
-Vivi.-
Anche i ragazzi si salutarono con un abbraccio, poi Newt e Tina si allontanarono, e Queenie e Jacob li guardarono sparire dietro la porta senza dire una parola.
Newt e Tina scesero a salutare Sebastian, che era dietro al bancone come sempre. Appoggiata sul bancone di legno c'era una copia della Gazzetta del Profeta di quel giorno. Newt non la notò, ma a Tina venne da piangere quando la vide: in prima pagina c'era... no, non poteva essere... era una foto della sera prima! C'era lei tra le braccia di Newt, e si guardavano negli occhi. Ma come era possibile? Quando era successo? E chi aveva scattato quella foto? Erano soli... soli, a parte... il violinista! Tina ricordò improvvisamente: ma certo, quando si era alzata era inciampata e Newt l'aveva presa! E il fotografo era stato maledettamente bravo a cogliere il momento esatto in cui i loro occhi si erano incontrati. Cosa avrebbero detto al MACUSA? Avrebbe dovuto essere a casa malata, e ora mezzo pianeta credeva che ci fosse qualcosa tra "l'Auror americana e il Magizoologo inglese"! Avvampò, un po' per l'imbarazzo, un po' per la rabbia. Vedendo la sua espressione, Newt seguì il suo sguardo, e anche lui notò il giornale. Anche la sua faccia diventò completamente rossa, ma poi gli venne un'idea:
-Sebastian, posso prenderlo?- chiese, indicando il giornale. Lui annuì, così Newt se lo mise sotto il braccio e rivolgendo un ultimo saluto all'amico prese la mano di Tina e la trascinò via.
-C'è una cosa che devo fare prima di partire.- disse, e la portò in un angolino solitario. Aprì la valigia ed entrarono.
Newt appoggiò il giornale sul suo piano di lavoro e salì su una sedia per prendere un grosso paio di forbici dalla mensola. Voleva farlo alla maniera babbana.
Usò le forbici per ritagliare la fotografia, poi prese la cornice dove teneva la foto di Leta Lestrange e la smontò. Tolse la foto di Leta e la relegò in un angolo, sostituendola con quella di Tina e lui. Rimontò la cornice e la rimise dov'era. Ammirò la sua opera soddisfatto:
-Molto meglio-
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Ce n'è solo uno come te (completa)
FanfictionDa quando quel bizzarro magizoologo inglese ha lasciato l'America New York è apparsa sempre più noiosa e monotona agli occhi delle sorelle Goldstein. La partenza di Newt Scamander, la perdita di Jacob Kowalski... il ritorno alla normalità, insomma...