Gelato

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-Ma oggi non avevi già pubblicato?
-Sì, ma vi regalo un altro mini capitolo perché vi voglio bene e perché il gelato è buono.

La situazione volgeva al peggio: se Grindelwald aveva davvero la bacchetta di Sambuco, come l'avrebbero sconfitto? L'umore di tutti era a terra, ma Newt, forte anche della fiducia che nutriva nei confronti di Silente, si ostinava a rimanere fedele alla sua filosofia "preoccupati e soffri due volte", e continuava a ripetere anche agli altri di stare calmi, anche se, a dire il vero, lui stesso era leggermente agitato. Anche Queenie sembrava abbastanza calma, ma appena apriva bocca si intuiva il contrario: aveva iniziato, infatti, a parlare molto più velocemente del solito, tanto che era quasi impossibile per Newt capirla, considerando anche il suo accento americano. Jacob sembrava aver capito bene il rischio che correvano, e dopo aver visto cosa poteva fare la magia ne era ancora meravigliato, sì, ma anche intimorito, e se stava tentando di nasconderlo, allora stava facendo un pessimo lavoro. Tina, dal canto suo, era quella messa peggio: era suo costume prendere tutto molto seriamente, quindi immaginate la sua reazione a qualcosa di realmente drammatico... Newt cercò di starle vicino, ma lei stava sempre più male.
-Venite con me.- disse Newt, e li trascinò davanti a un grazioso negozietto, con fuori dei tavolini circondati da sedie e riparati da ombrelloni. Sull'insegna si leggeva "Gelateria Fortebraccio". Newt sapeva che niente tirava su il morale come un bel gelato, e in quel momento il gruppo ne aveva proprio bisogno. Li spinse dentro, e l'atmosfera di quel posto ebbe un effetto quasi magico sull'umore del gruppo: appena varcarono la porta, infatti, sul volto di Queenie apparve l'ombra di un sorriso, mentre Jacob emise un verso compiaciuto.
-Domani a quest'ora potremmo essere morti... e tu pensi al gelato?- disse Tina, ma nella sua voce non c'era cattiveria, anzi, suonava quasi divertita.
-Be', puoi restare qui a deprimerti...- rispose Newt -o venire ad assaggiare il miglior gelato del mondo!-
-Ma la smetti di avere sempre ragione? E comunque questo sta a me giudicarlo.- disse Tina, facendosi avanti. Nella vetrinetta erano esposte decine e decine di gusti, che andavano dalla fragola alla burrobirra, dal pistacchio alla cioccorana.
-Di certo abbiamo l'imbarazzo della scelta...- commentò Jacob, fissando incuriosito i gusti "magici".
Poco dopo, Newt, Tina, Jacob e Queenie stringevano ciascuno un gelato grande più o meno quanto le loro facce, seduti attorno a un tavolino. A vederli si sarebbero detti bambini nel corpo di adulti. Queenie aveva scelto fragola e limone, Tina caffè e nocciola, Newt burrobirra e cioccolato, mentre Jacob, spinto dalla curiosità, aveva deciso di provare qualche gusto magico, così eccolo a stringere un grosso cono con in cima una pallina di gelato alla burrobirra e una alla cioccorana.
-Ehi, Newt!- chiamò Tina, fingendo di mantenere la sua espressione seria e pensierosa -ti va di assaggiare il mio gelato?- Queenie trattenne a stento le risate leggendo i loro pensieri.
-Certo!- rispose Newt. Tina gli porse il suo cono, ma prima si sporcò la punta del dito con un po' di gelato. Newt fece per assaggiarlo, ma Tina allungò prontamente il dito, e spalmò il gelato sulla fronte di Newt. Anche lei, però, si ritrovò il naso sporco. Tutti scoppiarono a ridere, tranne Tina, che guardò Newt confusa: -come lo sapevi? Se scopro che sei un Legilimens anche tu e non me l'hai detto...-
-No, tranquilla- rispose lui, ripulendosi la fronte -anni di pratica con Dougal...-
-Ah...- fece Tina, raschiando via il gelato dal naso. Finirono di mangiare, poi si alzarono per tornare al Paiolo Magico, quando Newt si accorse che a Tina era rimasto del gelato sul labbro: gli ricordò quando l'aveva incontrata per la prima volta, con il labbro superiore sporco di senape.
-Hai qualcosa qui sul...- Newt allungò la mano, un po' incerto, ma stavolta Tina non si ritrasse, e lasciò che Newt la aiutasse a ripulire il labbro. L'espressione di Queenie era indescrivibile: un misto di gioia e tenerezza, e scommetto che nel vederli la vostra espressione sarebbe stata molto simile. Mantennero per un po' il contatto visivo, poi si girarono e raggiunsero Queenie e Jacob poco più avanti.
-Che c'è?- chiese Tina con aria innocente, vedendo le espressioni sui loro volti.
-Niente!- rise Queenie, continuando a camminare.
Del resto, quella piccola sosta era stata utile: li aveva preparati all'imminente viaggio più di quanto avrebbe fatto qualsiasi allenamento, perché ora i loro cuori erano leggeri, e le loro anime fresche. Nonostante tutto, erano felici.

Ce n'è solo uno come te (completa)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora