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Ci affacciammo tutti alla finestra.

Mi precipitai per le scale.

Jonathan era stato ferito.

Le sue urla raggiungevano l'imponente villa.

Fui inondata da una sensazione d'ansia, ero preoccupata, Jonathan era in pericolo e non avrei subito un'altra morte.

Avevo il cuore in gola.

Correvo il più velocemente possibile. Il vento mi sferzava il viso.

Mi affrettai ad aprire il cancello e l'Audi entrò ad alta velocità lungo il viale, seguita da altri spari.

"-Merda!"

Sentii un forte bruciore alla gamba, ma non ci badai e pensai solo a tornare dentro prima di esser colpita gravemente.

I ragazzi portarono dentro Jonathan, mentre Ryan corse nella mia direzione per poi prendermi in braccio e portarmi al riparo.

Non ci stavo capendo molto.

Aiutai Jonathan a mettersi sul tavolo dove Eva gli avrebbe estratto il proiettile dalla spalla.

Gli tagliò la maglia, dando spettacolo di tutti i suoi tatuaggi.

Urlava, si dimenava, il sudore gli cospargeva i capelli e la fronte.

Afferrò la mia mano di getto e sembrò sopportare meglio il dolore.

Appena il proiettile fu estratto si disintegrò sotto i nostri occhi, gli stessi che rimasero esterrefatti.

Misi un cerotto sulla ferita dopo averla ripulita, mentre Jonathan sembrava calmarsi.

Eva intanto aiutava Ryan con i bagagli.

Corsi in bagno sentendo l'esigenza di vomitare, forse per la tensione.

"-Cazzo!" –Esclamai quando notai di aver sporcato nuovamente il pantalone.

Infilai un pantaloncino e notai uno strano graffio sulla gamba, dove avevo sentito quel bruciore in precedenza, ma lasciai perdere nuovamente.

"-Per un attimo avevo creduto che ci avresti abbandonati." – Presi un colpo.

"-Non ti hanno mai insegnato a bussare?"

"-Quando corri sei troppo lenta. Se non fosse stato per mio fratello ti avrebbero presa in pieno." -Il mio neo-compagno di banco mi aiutò a tirarmi su.

Posò gli occhi sul graffio ed assunse un'espressione cupa.

"-Gra...zie.."

"-Grazie a te." –Mi sorrise, stranamente.

"-Ok... Allora vado."

"-Che c'è? Non ti piace la mia compagnia?"

"-Siamo in un bagno che puzza maledettamente del mio vomito. E no, non mi piace la tua compagnia."

"-Chiedimi qualcosa."

"-Chi ti dice che voglia sapere qualcosa da te?"

"-Capisco le persone molto meglio di quel che credi Cilò." – Fissò i suoi occhi nei miei.

Approfittai di quel momento per far cadere ogni dubbio.

"-Prometti che risponderai?"

"-Vai."- Disse posando il cellulare sul lavabo.

"-Perché sei rimasto con me stanotte?"- Dissi tutto d'un fiato, distogliendo lo sguardo. Probabilmente nella mia testa aveva molto più senso.

Jonathan esitò qualche istante

"-Perché sarei dovuto restare con te? Adesso hai anche le allucinazioni nanetta?" - Disse con tono freddo e distaccato voltandosi e tornando in cucina.

Naturalmente.

Era tornato il bisbetico di sempre. Mi sentivo una stupida. Come mi era anche solo passato per la mente un'assurdità del genere?

Ma in fondo aveva ragione, perché sarebbe dovuto restare con me?

Ed io avrei dovuto smettere di fare quei sogni così realistici.

Ryan non aveva idea di chi fosse ad aver sparato, disse solo di aver notato un furgone nero che li aveva seguiti per un po'.

"-E se venissero qui?" –Chiese Yuma.

"-Non verranno." –Rispose Eva con una strana sicurezza nella voce.

Notai una piuma nera sul tavolo di mogano e cercai di capire se fosse entrato qualche uccello dalla terrazza.

Vidi un corvo, probabilmente tra quelli che si erano posati durante il pomeriggio sul davanzale.

Sembrava mi stesse fissando dalla finestra, poi volò via.

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