○○○○○○○

17 1 0
                                    


Mi risvegliai in ospedale con accanto Jonathan.

Cercai di ricordare come e quando fossi arrivata in quel posto, ma non riuscivo a far affiorare nulla alla memoria.

Mi persi osservando l'espressione dolce che aveva assunto il suo viso dormendo, sembrava una persona diversa.

Mi lasciai trasportare da un'irrefrenabile voglia di poterlo accarezzare.

Avvicinai la punta delle dita sulla sua tempia.

Appena lo sfiorai, un forte bruciore mi fece ritrarre la mano di scatto.

Grazie a quella scossa calda, però, la mia mente si risvegliò dal torpore dei sonniferi.

Controllai l'orologio.

Erano le 03.00.

Mi venne da domandarmi per quanto tempo avessi dormito, e perché in ospedale. Che fosse stato l'ulteriore incubo.

Tentai di alzarmi per andare in bagno.

L'anestesia o qualsiasi altro medicinale mi avessero iniettato aveva ancora effetti sul mio organismo.

Vidi un'ombra riversa sulla porta.

Avevo la sensazione che mi stesse osservando, con un orribile ghigno dipinto sul volto.

Tentai di convincermi che fosse solo un'allucinazione.

Mi sentii tirare per una mano. "-Guai a te se ti muovi."

Si avvicinò a quell'ombra e disse delle parole senza alcun senso, in una lingua a me sconosciuta.

Crollai nuovamente in un sonno profondo.

Sognai il giorno in cui avevo conosciuto Matías, ero al secondo anno di superiori e lui si era trasferito da poco in città, nella casa vicino alla mia.

Si presentò subito con uno splendido sorriso ed io fui immediatamente folgorata da quanta energia e ottimismo emanasse anche solo parlandogli.

Da quel giorno separammo più, è stato presente in ogni attimo della mia vita. Dal nostro primo giorno... All'ultimo.

Quando mi svegliai il mattino successivo ero ancora lì, in quel letto d'ospedale.

E accanto a me non c'era nessuno.

Che fosse stato solo un sogno la presenza di Jonathan?

Dopo un po' entrarono Eva e Yuma con un bellissimo fascio di rose.

"-Perché Matías?" -Riuscii appena a sussurrare quelle parole che le lacrime inondarono i miei occhi.

Finalmente ricordavo cosa fosse successo.

Dopo averlo visto togliersi la vita, urlai così tanto da richiamare l'attenzione di tutto l'istituto. Tutti urlavano. Tutti cercavano di tirarmi via.

Era come se mi avessero inchiodata al pavimento. Non avrei lasciato Matías di nuovo solo.

Lo avrei salvato, credevo.

Solo lui fu in grado di farmi rinsavire e portarmi via da quell'incubo lucido.

Jonathan mi prese in braccio.

Mi lasciai andare al suo profumo, non curante di come gli stessi bagnando la maglia a causa delle mie lacrime

"-Andrà tutto bene Iris."

Persi i sensi.

"-Si è suicidato Ir... Nessuno conosce la sua vita privata, non ne ha mai parlato, lo sai." rispose Eva.

"-Ah certo, chi non decide di togliersi la vita con un cavo della corrente, siate realiste per una volta... Ad ogni modo i genitori hanno deciso di optare per una celebrazione privata, niente amici. Li conoscete. Credono sia colpa nostra, della scuola." puntualizzò Yuma.

"-Già... Avvieranno un processo."

Era vero, non parlava mai dei suoi problemi, nessuno di noi lo conosceva fino in fondo.

I sensi di colpa iniziarono a farsi sentire.

Lui era stato presente per me... Ed io?

--------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------

Micietti buonasera a tutti 😚

Questa è l'ultima parte del primo capitolo.

Li carico separati, così da non sovraccaricarvi.

Spero vi stia piacendo. 

In ogni caso attendo sempre consigli e/o suggerimenti. 🌹

 P.S Un Jonathan selvaggio in copertina.

HalfHeartDove le storie prendono vita. Scoprilo ora