○○○

11 0 0
                                    


"-Iris svegliati." -Disse Eva agitando la mano sul mio viso.

"-Vado un attimo in bagno." –Risposi con la bocca ancora impastata dal sonno.

Non facevo altro che pensare a Matías, alla sua morte, e a quanto tutto risultasse così strano.

Avevo una brutta sensazione. Mi sentivo colpevole per la sua morte.

Controllai il telefono, Christian non aveva effettuato alcun accesso sui social da circa 10 giorni.

Mi sentivo così stupida, ma almeno mi sarebbe stato più facile dimenticarlo.

Almeno provai a convincermene.

Passando davanti ad una delle stanze occupate dai ragazzi, sentii Ryan parlare a telefono - "-Non devi toccarli. Ci siamo noi." - Appena mi vide staccò la telefonata.

"-Erano i miei genitori. Mettono le mani dove non dovrebbero..."

Risposi sorridendo e andai al piano di sotto.

Trovai un'altra piuma su un gradino, ma la lasciai dov'era.

Vidi Yuma avvicinarsi a Ludovica e abbracciarla, lei scoppiò a piangere.

"-Perdonami..." –Disse lei con la voce spezzata.

Lui le baciò la testa e le poggiò una mano sul ventre.

Mi lasciai scappare un sorriso sincero. Qualcosa, almeno, stava andando per il verso giusto.

Li lasciai soli, andando a fare una passeggiata in giardino, sentendomi almeno un po' più leggera.

C'erano stati altri due suicidi, più un omicidio e ancora non nessun sospettato.

La polizia non sapeva nemmeno da dove iniziare, le nostre vite erano state stravolte e nessuno poteva proteggerci.


"-Voi vorreste far restare qui questi due mentre c'è un serial killer in circolazione? Siete dei pazzi!"- Disse Brian.

"-Vorresti lasciarli in balia di quel... Pazzo, non sappiamo nemmeno chi era erano!"- Controbatté Eva.

"-Caso strano avevano già i bagagli nell'auto, e dove sono venuti? Proprio da noi. Se dovesse succedere qualcosa li ucciderò con le mie mani che sia chiaro." - Disse battendo le mani sul tavolo.

"-Ehy amico, siamo qui perché siete le uniche persone che conosciamo, datti una calmata. Ce ne andremo appena possibile." - Rispose prontamente Jonathan alle minacce di Brian, mordendo una mela e lanciandogli una birra.


Quella sera decidemmo di andare al cinema per cambiare aria, se non per fare conoscenza con i nuovi arrivati.

Io indossai un tubino nero incrociato sul petto con tacchi neri e lasciai i capelli mossi.

Eva mise una gonna nera con un top bianco e i tacchi rossi.

Ludovica un vestitino bianco stile impero con dei sandali.

I ragazzi avevano rigorosamente indossato un jeans con una camicia tranne Jonathan, che se ne uscì con una maglia bordeaux che metteva in mostra il suo fisico ed un jeans strappato nero con degli anfibi.

Eravamo in otto ed avevamo due auto a disposizione.

Eva andò con Brian, Ludovica, Aaron e Yuma, ed io con i simpatici fratelli Ellis.

Cercavo di far addolcire Jonathan in qualche modo.

Lo spinsi per sedermi al posto vicino al conducente.

HalfHeartDove le storie prendono vita. Scoprilo ora