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Eccoci qui il primo giorno dell'ultimo anno delle superiori, ci ho messo un po' stamattina a convincermi per alzarmi dal letto e che magari qualcosa sarebbe cambiato rispetto agli altri anni, invece già entrando nel cortile si può notare lo stesso clima di sempre.
Gli sportivi muscolosi con le cheerleader senza cervello, gli studiosi che chiacchierano tra loro di cosa hanno fatto quest'estate, è sempre la stessa storia, vedo le mie amiche sotto il nostro solito albero, e le raggiungo.
"Oh guarda guarda chi è arrivata finalmente, dai Fra siediti e raccontaci un po', come è andata l'estate?" mi chiede subito Anna la mia migliore amica, è come una sorella per me.
" bene grazie mentre tu? E Sofia tu cosa hai combinato quest'estate?" Sofia è l'altra mia migliore amica, le voglio un mondo di bene.
A:" non ho fatto molto sono stata al mare tutta l'estate da mio padre"
S:" anch'io sono stata al mare dai nonni, ma raccontaci tu, ti sei annoiata qui da sola"
Io:"sì un po' sapete non è che ci sia molto da fare qui"
A:" sai ho sentito che Pietro Ghezzi è tornato qui durante l'estate"
Io:"seria"
A:"da morire"
Non sentivo quel nome da due anni, Pietro Ghezzi è stato uno dei campioni assoluti e imbattuti in tutte le gare di nuoto della nostra scuola, uno dei ragazzi più popolari e belli, benestante e intelligente, ma soprattutto è stato il mio incubo per più di 5 anni.
Eravamo amici alle elementari, poi verso le medie è diventato un bullo, mi insultava e derideva davanti a tutti senza pietà.
Così fino all'inizio della terza superiore, quando si sparse la notizia che i suoi genitori l'avessero spedito in America dal fratellastro più grande Lorenzo.
Anche senza di lui gli insulti continuavano, anzi sono nettamente peggiorati, e hanno iniziato anche con scherzi molto pesanti e botte.
Pietro questo non lo aveva mai fatto, mi prendeva in giro e mi faceva scherzi ma mai orribili come quelli degli altri.
Si iniziò a sentire un gran casino, tutti si erano accalcati verso l'entrata e il parcheggio, questo poteva significare una cosa sola.
Lui è arrivato, vidi il gruppo dei nuotatori e delle Cheerleader farsi spazio senza problemi con un paio di spintoni e occhiatacce per raggiungere il loro amico, una volta arrivati da Pietro gli si misero tutti intorno iniziando a ridere e scherzare.
Si spostarono non molto lontani da dove siamo noi, infatti si poteva sentire tranquillamente tutto quello che dicevano, considerando che stavano urlando chiunque li avrebbe tranquillamente sentiti.
Vidi Christin la capo cheerleader attaccarsi al braccio di Pietro e sporgersi per baciarlo, lui però la scostò in malo modo, risi di quella scena con le mie amiche.
Christin si accorse che stavamo ridendo di lei, e mi guadagnai un ghigno per niente rassicurante e un occhiataccia da parte sua, era la fine, smisi immediatamente di ridere alquanto allarmata, ora me l'avrebbe fatta pagare cara.
Pietro guardando Christin aveva notato che stava guardando male qualcuno, così guardò nello stesso punto di Christin e mi vide, cazzo no ci mancava solo questa, mi si accapponò la pelle.
Quando vidi lui non fare niente, nulla, mi preoccupai di più, non era da lui, solitamente sarebbe partirà qualche battutina, un ghigno delle risate, invece nulla si voltò semplicemente per tornare a parlare con gli altri.
Era già suonata la campanella ed era iniziata la lezione di Italiano, il professore ci stava obbligando tutti uno per uno ad andare davanti a tutta la classe e a raccontare la nostra estate, in più quell'esercizio sarebbe stato il nostro primo voto, e nessuno di noi ha voglia di cominciare l'hanno con un insufficiente.
Mentre uno dei ragazzi stava spiegando cosa aveva fatto al capo estivo in Germania, a cui i suoi lo avevano spedito per tutta l'estate si sentì bussare alla porta.
Professore: "avanti".
Dalla porta spunto il preside con in parte Pietro, cavolo sapevo già cosa sarebbe successo, l'avranno sicuramente messo nella nostra classe.
Grandioso già le miei amiche sono entrambe nell'altra classe, e io sono qui con Christin e la maggior parte delle sue leccapiedi, e ora anche lui, quest'anno è cominciato male.
Come se non bastasse i banchi sono da due e io sono l'unica a non avere un compagno, questo significa solo una cosa.
Per fortuna o per sfortuna noto Christin cacciare una delle sue leccapiedi dal posto in parte a lei, spedendola a sedersi in parte a me, spero solo che non mi renda la vita un inferno anche a lezione.
Il professore stava parlando con il preside, ma notò comunque lo spostamento di Charlotte dal suo consueto posto a quello vuoto in parte a me, una volta salutato il preside si gira a guardarci.
Professore: "Charlotte, vedo che ti sei spostata come mai?".
Domandò sapendo perfettamente che lei non avrebbe saputo rispondere.
Charlotte:"b-b-he i-io, ec-eco, m-m-mi sono sp-spostata".
Professore: glielo dico io perché si è spostata, perché la sua amichetta le ha detto di farlo, e lei invece di pensare con il proprio cervello ha seguito quello che le ha detto la sua presunta amica. Poi per quanto ne sa un vecchio e logorroico professore d'italiano come me, le amiche non ti mettono nei guai perché vogliono assolutamente che una certa persona si sieda in parte a loro o sbaglio?".
Charlotte:" ha ragione professore mi scusi".
Vidi Charlotte abbastanza incazzata e per la prima volta sembrò ragionare, infatti risiedendosi al suo posto ignoro completamente Christin, incredibile, forse il professore era riuscito a farle capire che razza di persona è Christin.
Il professore alla fine decise naturalmente che Pietro si sarebbe seduto per tutto il resto del l'anno in parte a me, e come se non bastasse dopo due ore non avevamo ancora parlato tutti, così il professore decise che le persone mancanti avrebbero fatto il lavoro in coppia e l'uno avrebbe esposto l'estate dell'altro, che grande gioia ora dovevo vederlo anche dopo scuola.
La giornata passo abbastanza in fretta, anche se durante il pranzo Christin mi aveva rovesciato del pure di patate in testa, meglio che essere picchiate.
Era l'ultima ora prima di uscire, mancavano dieci minuti alle 14:00, quando Pietro decise di parlarmi.
Pietro:" a che ora ci troviamo".
Io:" non lo so facciamo oggi alle 16:00".
Pietro:" va bene alle 16:00 a casa mia allora".
Suonò la campanella e lui uscì di corsa senza neanche salutare, non è cambiato per niente ne sono sicura.
Ero in cortile diretta all'uscita, ero rimasta l'ultima ad uscire poiché la professoressa di scienze mi aveva voluta trattenere per parlare del programma, uscendo notai Christin e alcune sue leccapiedi venirmi in contro.
Christin:" ma guarda guarda chi c'è qui, dimmi ti sei divertita oggi, ho visto che ti stavi divertendo a ridere di me".
Mi prese per i capelli tirandoli, mi stava facendo malissimo, intanto una delle sue leccapiedi mi butta a terra.
Christin mi molla i capelli, in compenso mi tira un calcio fortissimo nello stomaco con i suoi tacchi alti rossi.
Iniziarono tutte a picchiarmi, quando si convinsero di avermene date abbastanza si ricomposero.
Si aggiustarono vestiti e capelli e se ne andarono.
Lasciandomi in terra a contorcermi dal dolore, cercai di rialzarmi, ma mentre cercavo di mettere il peso sulle gambe malferme, mi salí un conato di vomito, mi piegai in avanti e un rivolo di sangue mi scese dalla bocca.
Ho preso molti calci nello stomaco, ma si rimetterà a posto.

Salvami da me stessaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora