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Entrai in classe e subito mi guadagnai occhiatacce da Chrisrin e dalle sue lecca piedi, e sguardi straniti dal resto della classe.
Christin era piena di lividi in faccia, e con un occhio viola, segno del pestaggio di ieri, il problema, vedendomi senza Pietro sfoderò un ghigno che diceva chiaramente vendetta. Ingoiai a vuoto, ero senza saliva.
La giornata passò tranquilla tra una lezione e l'altra, Christin non aveva ancora fatto nulla, strano.
Ultima ora, siamo tutti in classe ad ascoltare il professore di Italiano, in questo momento stiamo facendo epica, una materia in cui sono sempre andata bene e che mi è sempre piaciuta.
Professore:" vedete Ulisse non volendo fare nessun sacrificio animale agli dei, venne punito, essi infatti non vollero che essi tornasse a casa, così durante il viaggio..."
Si sentì bussare alla porta, e il professore dovette interrompere la spiegazione del odissea.
Professore:" avanti"
La porta si aprì, e fece capolino lo psicologo.
Professore:" ho Daniele cosa posso fare per te"
Psicologo:" mi servirebbero Francesca e Pietro professore"
Professore:" Pietro oggi non c'è, è assente, ma Francesca la prenda pure"
Lo psicologo si girò verso di me sorridendo, no con lui non ci sarei tornata neanche morta, e senza Pietro ancor meno.
Psicologo:" forza signorina andiamo"
Non mi mossi di un millimetro.
Professore:" Francesca, il professor Daniele la sta chiamando forza, raccolga le sue cose e vada"
Io:" preferisco restare ad ascoltare la lezione professore"
Psicologo:" non penso sia possibile, forza si alzi e mi segua"
Non avevo alcuna intenzione ad alzarmi.
Professore:" signorina se non si alza subito ed esce sarò costretto a metterle una nota"
Preferisco una nota che andare con quell'uomo, perciò non mi alzai, restai ferma a guardare con odio quel' uomo.
Professore:" benissimo se vuole fare così"
Prese un foglio e iniziò a scrivermi la nota.
Professore:" facciamo così se lei ora si alza e va con il professore strapperò la nota"
Col cavolo, preferisco una nota a quel pazzo.
Professore:" non mi lascia altra scelta, oltre la nota dovrò chiamare a casa"
Ho cavolo, mi arresi e mi alzai, raccolsi la mia roba e sotto gli occhi di tutti e il sorriso soddisfatto di Christim uscì dalla classe.
Psicologo:" non capisco la tua avversione nei miei confronti, voglio solo aiutarti"
AIUTARMI! Ma è serio, non è obbligando o umiliando le persone che le si aiuta.
Non gli risposi, sarà riuscito a farmi uscire dalla classe, ma non riuscirà mai a farmi parlare, potessi morire.
Arrivammo in silenzio davanti all'aula, aprendo la porta notai che il gruppo era già completo, e che alla mia vista molti si voltarono, mentre alto mi guardarono con odio, come se fosse una novità.
Psicologo:" bene Francesca prendi una sedia e unisciti al gruppo"
Presi di mala voglia la sedia, e mi uni al gruppo.
Psicologo:" vieni siediti qui in parte a me cara"
Fossi matta, mi misi a lato, a qualche posto di distanza da lui, ma i ragazzi non mi fecero posto, che problemi, mesi la sedia dietro di loro e rimasi lì, fuori dal cerchio è lontano da lui, mi andava benissimo così.
L'uomo però preferì alzarsi e prendere la sedia di peso con me sopra e portarmi di fianco a lui, ma chi è sto qui, braccio di ferro? Dove li metterà i barattoli di spinaci.
Mi mise in parte a se e si risedette, stava per parlare quando qualcuno bussò alla porta.
Ti prego fa che sia un serial killer che è venuto a uccidermi, oppure il principe azzurro che mi vuole portare via di qui per sposarmi e farmi vivere con lui nel suo castello, mi va bene persino un albatros ubriaco, ma vi prego fatemi uscire di qui.
Psicologo:"avanti"
Come non detto, dalla porta spunto il preside, ma na gioia mia ne.
Psicologo:" ho preside che piacere vederla, come mai qui"
Preside:" le ho portato un'altro ragazzo, ieri era assente, perciò non ha fatto la visita, ma oggi è stato controllato, perciò eccoglielo"
Il preside si sposta di lato mostrando... Stefano, ma che, e lui da dove esce fuori, non l'avevo mai visto qui.
Psicologo:" ho molto bene, prego prenditi una sedia e siediti in parte a Francesca"
Disse indicandomi, Stefano incrocio il mio sguardo, accendo un piccolo sorriso nella mia direzione andò a prendere una sedia e si sedette in parte a me.
Ste:" ciao"
Mi sussurrò in modo che solo io potessi sentirlo.
Io:" ciao"
Psicologo:" bene l'ultima volta non siamo riusciti a finire il giro, perciò rincominciamo, nome anno scolastico e motivo del vostro autolesionismo"
Iniziarono dalla ragazza dal' altra parte per fortuna, e io ero l'ultima del cerchio, se si illude che parlerò poveraccio, che sogni, dovrà ghiacciare l'inferno prima che io faccia questa cosa ridicola.
Era il turno di Stefano, ti prego fa che anche lui si ribelli, invece si alzò e inizio a parlare.
Ste:" sono Stefano faccio la 5^ e sono un autolesionista, lo faccio dalle medie, i miei hanno divorziato, dopo litigi durati anni, io sono stato affidato a mia mamma, e ho vissuto per un bel po' a Firenze con lei, lì non avevo amici, venivo bullizzato e picchiato, poi mi sono trasferito in America per un po, li ho conosciuto alcuni ragazzi più grandi, e siamo diventati amici, però le cose non cambiarono molto, anche in quella scuola, venivo bullizzato e picchiato, anzi li era ancora peggio, così sono tornato qui in Italia, e con mia mamma ci siamo trasferiti in questa città, qui non avevo amici, così ero sempre chiuso in camera, in quei periodi ho scoperto l'autolesionismo, tagliarmi , mi faceva stare meglio, zittiva i mostri dentro di me"
Psicologo:" parlaci di quei mostri"
Ste:" bhe, escono quando vogliono, mi fanno rivivere tutti i momenti orribili della mia vita, mi dicono che non sono nulla, che non sono nessuno, che non avrò mai qualcuno che mi voglia davvero bene, che a nessuno importa di me, che se mi uccidessi sarebbe meglio, infatti ho 3 tentati suicidi alle spalle"
Psicologo:" non è vero che nessuno ti vuole, bene, hai tua madre, i tuoi nuovi amici, perché pensi che nessuno ti voglia bene"
Stefano non rispose, semplicemente si risedette, e vidi una lacrima solitaria scendere dai suoi occhi, lui un po' mi capisce, anche io ho dei mostri dentro, però i miei sono più cattivi, molto di più.
Psicologo:" molto bene, grazie Stefano, un applauso"
Tutti applaudirono, pure io.
Psicologo:" Francesca tocca a te"
Per un momento pensai di alzarmi e parlare, ci pensai veramente, dopo tutto Stefano lo aveva fatto, e i suoi problemi anche se più piccoli dei miei, inconfronto agli altri erano giganteschi, ma lui aveva trovato il coraggio.
Guardai tutti nella sala e...

Salvami da me stessaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora