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Pietro:" e in America le cose sono peggiorate, lì non ero uno rispettato, per niente, ero nella squadra di nuoto è vero, ma i ragazzi non mi accettavano. Venivo bullizzato e picchiato tutti i giorni, così scopri che tagliandomi mi sentivo meglio, ogni taglio sembrava zittire un po' i problemi, così è divenuta una dipendenza, un'abitudine , un taglietto piccolo, solo un taglietto senza significato, me lo ripetevo tutti i gironi, finché i taglietti non diventarono tagli, ad ogni taglio stavo meglio, ne avevo bisogno, sempre di più. Poi mi sono ripromesso che qui in Italia non l'avrei fatto, non mi sarei più fatto del male. Poi ho visto te Fra, ho visto cosa ti hanno fatto e non c'è lo fatta, mentre il mio amico ti curava, io mi sono allontanato con una scusa e mi sono tagliato ancora, scusa"
Pietro scoppiò a piangere, lui, il ragazzo più forte di tutti, quello che in pochi giorni mi aveva sostenuto e aiutato più di chiunque altro, senza scappare davanti hai miei mostri.
Lo abbracciai, senza pensare, gli misi le braccia al collo e gli feci posare testa sulla mia spalla, le sue  forti braccia mi avvolsero in una stretta d'acciaio, lo lasciai fare, aveva bisogno di sfogarsi, mi avvicino di più a se, mi ritrovai seduta a cavalcioni su di lui.
Le sue lacrime stavano inzuppando completamente la felpa, ma non me ne importava proprio nulla, gli accarezzai la testa, proprio come lui aveva fatto con me quello stesso pomeriggio.
Io:" shhh tranquillo ci sono qui io per te, ci sarò sempre te lo giuro"
Gli sussurrai all'orecchio, dopo poco anche Lorenzo si unì all' abbraccio, piangeva anche lui, lo feci poggiare sull'altra spalla, lasciandogli libero sfogo, poverino si starà sentendo in colpa da morire.
Io:" tranquillo Lore non potevi saperlo, va tutto bene, secondo me rimani comunque un bravo fratello maggiore"
Mi avvolse anche lui le braccia in vita, e mi rispose con la testa ancora poggiata sulla mia spalla, e la voce rotta dal pianto.
Lore:"n-n-non e-e-è v-ver-o, i-io so-so-sono su-suo fra-fratello, e n-non m-m-i s-sono ac-accor-to di-di nul-la, a-avrei d-dovuto sta-sta-stargli accanto, in-invece l-l'ho t-trattato ma-le, e-e i-in-incolpato per-per ciò c-che ti-ti h-ha fa-fa-fatto"
Disse scosso dai singhiozzi e dalle lacrime, Pietro tolse un braccio dalla mia vita per posarlo intorno alle spalle del fratello.
Entrambi alzarono la testa dalle mie spalle, e si guardarono, si abbracciarono, io mi dovetti aggrappare a Pietro, visto che voltandosi verso il fratello mi fece perdere l'equilibrio, essendo io ancora a cavalcioni sulle sue gambe.
Finimmo di chiarirci e decidemmo di andare a dormire, andammo tutti nel letto di Lorenzo, che essendo il letto più grande, ci avrebbe permesso di dormire tutti e tre insieme.
La mattina dopo venimmo svegliati dalla mamma dei due fratelli, non era arrabbiata, pensavo che vedendomi dormire abbracciata hai due ragazzi si sarebbe arrabbiata, invece il suo sguardo era dolce e comprensivo, l'ho sempre considerata come una seconda mamma, fin da piccola, fin dalla perdita della mia.
Mi alzai, svegliando anche Pietro, visto che dovetti spostargli il braccio dal mio fianco e la testa dalla mia spalla.
Si svegliò anche Lorenzo quando feci scivolare le mie gambe via dalle sue e gli tolsi il braccio dal petto e la testa dalla spalla.
Laura:" buon giorno dormiglioni, dai in piedi che tra poco voi due dovete andare a scuola, Fra ti ho lasciato un cambio sulla poltrona, ho trovato un paio di jeans neri che dovrebbero starti, mentre maglietta e felpa sono dei ragazzi. Preparatevi vi aspetto giù per la colazione"
Uscì dalla porta lasciandoci il tempo di prepararci, i due ragazzi si alzarono, notai che Pietro era pallido, sudato anche se aveva i brividi, durante la notte l'avevo sentito un po' troppo caldo, alzandosi si dovette tenere un attimo al comodino.
Io:" Pietro stai bene, non hai una bella cera"
Pietro:" si sì tranquilla, solo un capogiro, ora passa"
Guardai Lorenzo, non ero sicura stesse bene, lui appoggio la mano sulla spalla del minore, e ci fece una leggera pressione per invitarlo a risedersi.
Pietro è seduto sul letto, massaggiandosi le tempie, mi avvicino e gli poggio le labbra sulla fronte per capire se ha la febbre, si irrigidisce per un momento, ma mi lascia fare, appoggio le labbra e subito mi ritraggo, scotta da morire.
Io:" Pietro scotti, hai sicuramente la febbre, Lore portami un termometro per favore"
Lorenzo va in bagno, lo sento armeggiare con i cassetti, finché non riemerge con un termometro, gli misuro subito la temperatura.
39
Urca, chiamo subito Laura che arriva di corsa.
Laura:" che succede"
Io:" Pietro oggi ha la febbre, glielo già misurata, 39"
Laura:" è si ti sei preso un bel febbrone da cavallo, oggi starai a casa, stenditi, ti porto qualcosa per far abbassare la temperatura"
Pietro:" no no sto bene, oggi devo andare a scuola, non posso lasciare Francesca da sola"
Laura:" Francesca starà bene, non ha bisogno della guardia del corpo"
Pietro mi guarda preoccupato, ha paura che lasciandomi sola potrebbe capitarmi qualcosa.
Io:" tranquillo riposati, starò bene"
Alla fine si arrende, ma si vede che è preoccupato.
Prendo le mie cose e faccio colazione, Laura mi accompagna a scuola, arrivata vado sotto il solito albero e mi accendo una sigaretta.
Anna:" ok tu ora ci devi spiegare un sacco di cose"
Sofia:" esattamente, da quando sei così amica di Ghezzi, e da quando lui ti accompagna a scuola e ti tiene la mano, sembrate due fidanzatini"
Io:" ma che dici, non sembriamo per nulla due fidanzatini, comunque sono successe un sacco di cose sedetevi"
Gli spiegai tutto, tralasciando il pestaggio, la visita psicologica, il crollo è un paio di altre cose.
Alla fine gli dissi semplicemente che mi aveva aiutata perché ero inciampata e mi ero slogata la caviglia, mi aveva riaccompagnata a casa e mia nonna era partita, per cui ora stavo da Pietro, e che era tornato anche Lorenzo.
Alla fine del racconto le due si scambiarono uno sguardo malizioso, il problema, non gli avevo detto che ho dormito con i due fratelli, seno chissà che pensano ste due.
Stavano per aprire bocca per dire chissà cosa, ma venni salvata dalla campanella.
Entrai in classe e

Salvami da me stessaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora