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È qui, vulnerabile, con le lacrime agli occhi, implorandomi, ma io non posso dimenticare.
Io:" non posso Pietro, dimenticami, io amo Stefano devi fartene una ragione, io non posso stare con te, non lo mollerò per te. Io non sono la ragazza giusta per te, io non posso dimenticare tutto e stare con te, mi hai fatto soffrire troppo."
Pietro:" ricordati sempre che io sarò qui finché lo vorrai"
Mi alzai, mi girai e andai in camera.
Entrai dalla porta, e vidi Stefano appoggiato al muro, la porta era socchiusa, e lui mi stava guardando. L'unica luce, proveniva dalla porta socchiusa, e illuminava il suo volto.
Ste:" lo ami?"
Io:" no"
Ste:" lo amerai mai"
Io:" no"
Mi venne in contro, per poi abbracciarmi.
Che bugiarda sono., sono una persona orribile.
Ste:" ho avuto paura di perderti"
Io:" non mi perderai mai"
Ci baciammo, per poi metterci nel letto, ognuno stretto tra le braccia dell'altra.
Ste:" ti amo"
Io:" anche io ti amo"
Ci addormentammo così, abbracciati, e felici.
L'indomani mattina ci svegliamo tutti piuttosto tardi, verso le 12:04, è il nostro ultimo giorno a Firenze, così decidiamo di prepararci e fare un giro.
Facciamo un giro su ponte vecchio, giriamo il centro, finché i ragazzi non si lamentarono della fame.
Ci fermammo in un self-service a mangiare.
Finito anche di mangiare facemmo ancora un paio di giri, io e le ragazze facemmo shopping, e i ragazzi poverini finirono per fare da porta pacchi.
Stefano aveva almeno dieci sacchetti per braccio, e uno per dito, io ne portavo solo cinque invece.
Decidemmo di rientrare a casa, dovevamo ancora preparare le valige, e in più con tutti quei sacchetti, non potevamo certo girare tanto.
Arrivati nella palazzina, si decise a fare i turni per l'ascensore.
Prima Sascha e Sabrina con i loro pacchi.
Anna e Sofia che ne avevano abbastanza.
Charlotte stra piena di pacchi.
Surry con alcuni dei suoi e gli altri di Charlotte.
Giuseppe salì con Lorenzo.
E Stefano dovette salire da solo, visto gli innumerevoli pacchi e sacchetti, tra me e lui non so chi ne avesse di più.
In fine salimmo io e Pietro.
Spero che non si ricordi nulla di ieri, non voglio rovinare il bel rapporto che avevamo, anche se è inevitabile a questo punto.
L'ascensore sobbalza, e si ferma.
No no no, perché cazzo si è fermato, ascensore di merda, mi precipito al pulsante d'emergenza e iniziò a schiacciarlo come una disperata.
Pietro:" calmati, non serve agitarsi, i soccorsi arriveranno, intanto sediamoci e aspettiamo. Noi non possiamo fare nulla"
Io:" no, qualcosa potremmo fare, non possiamo restare qui"
Pietro:" non possiamo fare nulla, ora siediti"
Mi arresi, e scivolai con la schiena fino a terra.
I ragazzi provarono a chiamarci, ma la linea continuava a cadere.
Passo un'ora, un'ora di assordante silenzio.
Pietro:" che cosa ha lui che io non ho"
Io:" per favore, possiamo non parlarne"
Pietro:" no, non avremo mai altre occasioni da soli, perciò voglio sapere perché? Perché loro si e io no"
Io:"..."
Lo guardai in silenzio.
Pietro:" perché riesci ad amare Lorenzo e Stefano, e me no"
Io:" non lo so"
Fu un sussurro, ma fu ciò che segnò la fine.
Pietro:" io ti ho sempre amata, e tu l'hai sempre saputo. Ma non te ne frega nulla"
Io:" non è vero"
Pietro:" allora perché? Perché non mi hai mai dato una possibilità"
Io:" p-perché"
Pietro:" dimmelo"
Io:" perché ho sempre avuto paura di amarti"
Pietro:" non devi avere paura di me, io ti amo"
Io:" lo so, ma non possiamo Pietro"
Pietro:" si, possiamo, devi solo lasciare Stefano"
Io:" non posso, lui mi dà sicurezze che tu non puoi darmi"
Pietro:" lui non ti ama, non ti amerà mai come me. Può dire che ti ama quanto vuole, può convincersene, ma lui non può amarti per davvero"
Siamo ormai faccia a faccia, gli occhi in tempesta, a fissarci.
Io:" come faccio a sapere, che non sei tu quello che pensa di amarmi, ma che sta solo provando a convincersi"
Senza preavviso mi baciò, un bacio passionale, carico di desiderio e d'amore.
Lo ricambiai, con le lacrime che mi scendevano dagli occhi.
Mi staccai dopo poco.
Pietro:" vedi, anche tu provi quello che provo io"
Io:" ti prego Pietro, restiamo solo amici"
La sua faccia delusa fu un colpo al cuore, ma io non posso stare con lui, non posso dimenticare.
Piansi, piansi tutte le lacrime che avevo, mi ha baciata, e io non l'ho respinto.
Ho tradito Stefano, mi sento una persona orribile.
Poco dopo senti Pietro abbracciarmi.
Io:" ho bisogno di te come amico, adesso più che mai"
Pietro:" io sarò tutto ciò che tu vorrai che io sia"
Passò un'altra ora, io stremata dal pianto mi addormentai, e questa volta, nemmeno la vicinanza di Pietro riuscì ad impedire agli incubi di arrivare.

Una canzoncina risuona, è cantata da una volve dolce, non ha parole. Una donna su di una collina, sotto un'albero in fiore guarda in lontananza, una strana luce azzurra l'avvolge. Mi avvicino a lei.
Ciao...
Ciao.
La donna si gira, rivelandosi il volto di mia madre, è uguale, il viso non è cambiato di un giorno, nemmeno una ruga solca il suo viso perfetto.
Mamma che ci fai qui.
Tesoro mio, come sei cresciuta...
Iniziai a piangere, di gioia, per aver rivisto mia madre.
Bambina mia ascoltami, prima che sia tardi...
Tardi per cosa.
Ascolta il tuo cuore piccola devi...
Una voragine nera su apri tra di noi, dividendoci.
Mamma.
Inizio ad urlare.
Non lasciarmi di nuovo ti prego.
Un'ombra arriva dietro a mia madre, e la prende, portandomela via per la seconda volta. Cado in ginocchio urlando.
Vedi piccina, le cose belle non sono destinate a durare.
Alzò lo sguardo da terra, incontrando un'uomo, vestito di nero, la pelle grigia. È avvolto da un fumo nero, eppure mi sembra di conoscerlo.
Si abbassa, mi prende il mento tra le dita, e fissa i suoi occhi nei miei.
Oh povera piccina, dev'essere dura, perdere la propria famiglia vero.
ZITTO!.
Non urlare con me stupida mocciosa.
Mi arriva uno schiaffo, ed è come se lo sentissi davvero, cado a terra.
Ricordati piccola, che la vita è crudele, e che tu, non sarai mai abbastanza forte per affrontarla.
Dice, spostandomi una ciocca di capelli dal viso, per poi alzarsi.
Un vento gelido inizia a soffiare, e l'uomo come se fosse sabbia, viene trasportato via dal vento. Una rosa nera cade in parte al mio viso, con la faccia a terra e le lacrime agli occhi la guardo. Così fragile eppure così forte, resiste imperterrita al vento che la trasposta.

Salvami da me stessaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora