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Il professore d'italiano? Ci sediamo tutti ai nostri posti, e il preside ci lasciò.
Professore:" bene ragazzi, mi fa piacere vedervi, so che probabilmente non vi aspettavate di vere me. Ma ho una laurea in psicologia, e ho voluto aiutarvi io, intanto che ne dite di uscire a fare lezione, oggi è una così bella giornata, andiamo nel giardino sul retro"
Uscimmo e andammo a sederci all'ombra di un'albero.
Professore:" essendo un vostro professore non serve che mi diciate il vostro nome, piuttosto vorrei farvi fare un'esercizio"
Ci passo dei fogli bianchi e una cartellina dove poggiarci, poi ci diede un pennarello nero a testa.
Professore:" vorrei che disegnaste il vostro dolore, il vostro mostro"
Ognuno di noi iniziò a scarabocchiare sul proprio foglio, io disegnai un mostro nero dagli occhi neri, sembra del fumo nero, poi disegnai delle persone, e l'uomo dell'incubo, disegnai anche una macchina è una persona che picchia l'altra, scrissi anche tutte le parole più brutte che mi erano state dette negli anni, e infine disegnai una persona da sola al centro di un cerchio di persone che ridono.
Professore:" ok ragazzi se ne avete voglia girate i vostri disegni per farmeli vedere, ovviamente li vedranno a che gli altri, quindi se non volete tranquilli, possiamo anche parlare dopo in privato"
Girai il disegno come tutti, ognuno aveva qualcosa di diverso, Pietro aveva disegnato una ragazza piangente con le braccia tagliate, e se stesso con un mostro al posto del cuore, poi delle persone che ridevano e una ragazza è un ragazzo divisi da una linea, eppure entrambi a terra picchiati.
Professore:" capisco, Fra, Pietro e Stefano noto che i vostri disegni sono molto simili, o meglio hanno molte cose in comune"
Guardai Stefano, anche lui aveva i mostri, una macchina, le persone e in più un ragazzo con le mani davanti alla bocca.
Professore:" Stefano mi piacerebbe che tu mi spiegassi il ragazzo con le mani davanti alla bocca se ti va"
Ste:" bhe ecco io"
Fece un respiro profondo.
Ste:" per me significa più cose"
Professore:" cosa se posso sapere?"
Ste:" significa, una persona che viene ridotta al silenzio, ma significa anche non mangiare"
Professore:" posso farti una domanda"
Ste:" certo"
Professore:" hai sofferto o soffri di anoressia o bulimia?"
Ste:" ho sofferto per un periodo di anoressia, mentre adesso ogni tanto mi capita di avere episodi di bulimia"
Professore:" capisco, vorrei proporti un lavoro, ho visto che tu Francesca e Pietro siete in sintonia, vi andrebbe di fare lezione con me, voi tre da soli, oltre che a quelle di gruppo certo"
Annuimmo tutti e tre.
Professore:" bene ora voglio farvi una domanda, alzate la mano se l'avete provato, vorrei sapere chi di voi, in più di un occasione o anche una volta sola, avrebbe voluto urlare, urlare quello che sentiva, ma è rimasto zitto per paura di non essere capito"
Alzammo tutti la mano.
Professore:" bene, voglio che ora urliate, se volete urlate quello che volete, oppure urlate e basta, sfogatevi, fate uscire la voce, non restate in silenzio su forza, tutti in piedi"
Ci alzammo e il professore iniziò ad urlare, urlammo tutti, ognuno si aggiunse quando si sentiva pronto. Ma alla fine tutti urlammo, c'era chi urlava parole come ti odio o vaffanculo, e chi come me urlava e basta, era dannatamente liberatorio.
Ci salutammo, il giorno dopo non ci saremmo visti poiché sabato.
Io e Pietro ci avviammo alla macchina più sollevati di prima.
Ste:" Hey ragazzi aspettatemi, che ne dite di venire con me e i ragazzi a fare un giro al parco oggi"
Io:" si volentieri, andiamo a casa, recuperiamo Lorenzo e vi raggiungiamo"
Ste:" ci ha pensato Giuseppe a recuperare Lorenzo"
Pietro:" ottimo allora fa strada ti seguiamo"
Seguimmo Stefano in macchina per un'ora, ma dove cavolo ci sta portando.
Arrivammo finalmente in un parcheggio davanti ad un bosco e ci fermammo.
Io:" Ste ma dove ci hai portati"
Ste:" non lo so me l'ha detto Giuse di venire qui e portare anche voi, mi aveva detto che saremmo andati al parco, non in un bosco"
Mi guardai in torno, c'era la moto di Anna, la macchina di Sofia, la macchina di Sascha e alcune altre.
Sascha:" che ci fate lì impalati ragazzi, venite vi stiamo aspettando"
Sascha spuntò da dietro un albero facendomi quasi prendere un infarto.
Pietro:" Sascha, che cavolo sta succedendo"
Sascha:" zitto e seguitemi, dai su forza"
Seguimmo Sascha per il sentiero, poi uscimmo.
Dopo una ventina buona di minuti arrivammo ad uno spiazzo d'erba vicino ad un fiume in mezzo al bosco, la luce filtrava tra le foglie creando un atmosfera fiabesca.
Vidi i ragazzi tutti seduti su una tovaglia gigante e con tre o quattro cestini di vimini stra pieni davanti.
Io:" ma che succede"
Anna:" un pic nic nel bosco"
Io:" si l'ho capito ma perché"
Giuse:" per passare un po' di tempo tutti assieme"
Io:" e fare una cosa normale tipo un giro in centro no"
Sascha:" nhaa troppo banale, poi noi non siamo normali, non dirmi che non l'avevi ancora capito"
Mi disse mettendomi un braccio a spalle con fare scherzoso.
Mi sedetti con gli altri, tra Sascha e Salvatore, e iniziai a mangiare, c'era di tutto panini torte patatine carne, optai per un pezzo di carne con due patatine.
Finimmo di mangiare, era tutto così buono.
Ste:" ora che ho la panza piena direi che posso farmi un pisolino, ci vediamo dopo"
Disse mettendosi sdraiato e calandosi il cappello sugli occhi.
Io:" concordo"
Mi sdraia, ma a quanto pare c'era una radice, mi spostai in parte a Stefano e Pietro.
Pietro:" perché ti sei spostata"
Io:" c'era una radice, non potevo dormirci sopra"
Pietro:" haaa, dai sdraiati qui"
Si fece più in là e mi fece sdraiare, ora va meglio, dopo poco senti Pietro alzarmi la testa e mettersela sulle gambe.
Io:" che fai"
Avevo la voce già impastata dal sonno.
Pietro:" se no sono fuori dalla tovaglia, e mi bagno tutto, dai stai così che almeno sei comoda tu e sono comodo anche io"
Mi addormentai praticamente subito.
Mi svegliai per via di alcune grida.
Pietro:" Fra Fra svegliati cazzo dobbiamo andarcene "
Ancora stordita dal sonno e intontita apri gli occhi, non capì molto, ma vidi Stefano avvicinarsi e Prendermi in Braccio prima di cominciare a correre, che succede, mi voltai e vidi...

Salvami da me stessaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora