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Io:" haaaaaa, ma che cazzo succede"
Pietro:" menomale Fra ci hai fatto morire di paura"
Lore:" che cazzo ti è successo mi hai fatto prendere uno spavento incredibile"
Io:" sentite vi spiegherò tutto, dopo, ma non c'era proprio bisogno di lanciarmi un secchio d'acqua ghiacciata addosso cavolo"
Che cavolo sto morendo di freddo, non ho manco capito cos'è successo, so solo che stavo avendo il mio solito incubo e ad un tratto Lorenzo mi sveglia lanciandomi una secchiata d'acqua ghiacciata addosso.
Io:" vi dispiace darmi qualcosa per cambiarmi, sto giusto un po' congelano"
Lorenzo:" si scusaci"
I due fratelli uscirono velocemente dalla stanza e andarono in camera di Pietro, poco dopo tornarono con un asciugamano e un paio di boxer, poi Lorenzo tirò fuori un'altra delle sue felpe, una felpa sempre nera e gigantesca, mi lasciarono da sola, e subito colsi l'occasione per farmi una doccia calda, mi tocco usare lo shampoo e il bagnoschiuma di Lorenzo, spero non gli dispiaccia, appena finita la doccia uscì dal bagno e tornai in camera, mi cambiai, le cose fradice che avevo tolto prima erano ancora nel l'angolo della stanza dove le avevo lanciate, le presi e le misi nella cesta delle cose da lavare, iniziai a vestirmi, i capelli ancora bagnati mi ricadevano in ciocche ondulate e disordinate sulla schiena, le spostai tutte su una spalla e iniziai a vestirmi, mi ero appena infilata i boxer di Pietro quando sentì la porta aprirsi.
Pietro:" Fra mi stavo dimenticando di dirti che...."
Pietro era entrato tutto tranquillo nella stanza, senza notare che ero ancora nuda, avevo appena fatto in tempo a dargli la schiena, cacciai un urlo spaventoso, errore enorme.
Lorenzo:" che succede tutto bene Fra stai bene è tutt....."
Lorenzo si precipitò nella stanza, correndo come un matto, si bloccò all'istante proprio come il fratello davanti a quella scena,
Pietro:" e io io emm io em.."
Io:" uscite fuori subito tutti e due"
Presi la felpa e la misi davanti come scudo, per poi prendere un telecomando a caso poggiato sul letto e lo lanciai hai due fratelli, anche se mancai di poco la testa di Pietro, il telecomando si schiantò sull'armadio dietro di loro, che erano ancora imbambolati, che vergogna, i due subito alla vista del telecomando che si schiantava si ripresero e corsero fuori, quando finì di " vestirmi" uscì dalla stanza diretta a quella di Pietro per prendere le mie sigarette, ne avevo bisogno in quel momento più che mai, feci appena in tempo ad aprire la porta che trovai i due fratelli, entrambi rossi come dei pomodori.
Pietro:" mi dispiace giuro non sapevo che ti stessi ancora cambiando, pensavo fossi già vestita, non pensavo di entrare e trovarti così e poi non lo so mi sono bloccato e tu hai urlato e io mi sono spaventato poi è arrivato Lore e il telecomando e poi ..."
Io:" Pietro! Smettila di parlare a vanvera, tranquillo, non l'hai o meglio non l'avete fatto apposta, vi perdono, ora con permesso"
Lore:" dove vai?"
Io:" a prendere le mie sigarette, ho bisogno di fumare"
Lore:" da quando fumi?"
Gli lanciai un occhiata più che eloquente, e subito si zittì lanciando un altra occhiataccia al fratello, per quanto ci sarebbe stato quello scambio di occhiatacce tra i due, non ci feci più di tanto caso e continuai per la mia strada, una volta prese le sigarette e il mio accendino blu strafigo mi avviai al giardino sul retro, con i due fratelli che non mi mollavano un attimo, peggio delle guardie del corpo.
Ripresi il libro che stavo leggendo e mi sedetti su una delle altalene, quelle altalene dove giocavamo da piccoli.
Il padre di Pietro le aveva costruite così da avere tutti e tre le altalene vicine, e aveva pure inciso i nostri nomi sui sedili. Io ero in mezzo, alla mia destra Pietro e a sinistra Lorenzo, quante risate che ci siamo fatti su quelle altalene. I due fratelli si sedettero hai loro posti distraendomi dai nostri ricordi, mi accesi una delle mie sigarette e apri il mio libro, entrambi i fratelli mi fissavano, mi sentivo a disagio.
Io:" so di essere bella ma così mi consumate"
Senti da prima silenzio poi uno scoppio di risate.
Io:" deficenti che avete da ridere"
I due fratelli a quelle parole smisero di ridere e si guardarono negli occhi, quello sguardo che si scambiarono non mi sembrò rassicurante, neanche un po, in un attimo i due erano dietro di me e iniziarono a spingere l'altalena con tutta la loro forza.
Io:" haaaaa ma che fate deficenti smettetela"
Oddio muoio mi spingono così forte che sono convinta potrei prendere il volo, Pietro smette di spingere e mi si mette davanti, intanto il mio povero libro e le sigarette son volate per terra.
Pietro:" vai Fra come quando eravamo piccoli, lasciati ti prendo al volo"
Avevo già li occhi chiusi e le mani strette alla corda dalla paura di cadere, ero così alta, nel tornare giù l'altalena mi faceva saltare, essendo la corda da prima molle poi velocemente tirata causava forti strattoni.
Io:" tu sei fuori, fermate l'altalena, io non salto"
Lorenzo:" allora stai qui su tutto il giorno"
Io:" va bene va bene salto, ma se non mi prendete vi ammazzo"
Apri gli occhi appena in tempo per vedere Lorenzo spostarsi in parte al fratello, si mise in posizione, entrambi con le braccia e le gambe tese, pronti per prendermi al volo, quando ero piccola mi divertivo a fare questo gioco, mi fidavo dei due fratelli, eppure non lo abbiamo più fatto dalle elementari, e io mi stavo letteralmente cagando addosso, ok è ora di saltare, feci un respiro profondo e contai.
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lasciai la corda, il mio corpo fu sbalzato in vanti, gli occhi si chiusero immediatamente in modo istintivo, i capelli sferzati dal vento, il senso di vuoto che stavo provando, era bello, così bello che una domanda prese forma nel mio cervello, chissà come è volare, volare via di qua, poter essere liberi, poi in pochi secondi successe tutto, il senso di vuoto spari, i capelli mi tornarono in faccia come una frusta, i miei occhi si strinsero ancora di più, a quanto pare ero...

Salvami da me stessaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora