2° capitolo

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Pov. Francisca
Mi sveglio coperta fin sopra alla testa dalle coperte. Tiro fuori la testa e cerco di svegliarmi, sono tutta intronata. Quando inizio a svegliarmi completamente, sento una strana sensazione, ma penso che non è cambiato niente. Mi alzo dal letto e mi preparo, per andare dal mio amore. Esco dalla camera e vado a bussare in quella di Tristan. Vedo che non risponde e quando lo vedo con i capelli scompigliati e addormentato sorrido intenerita. Mi siedo vicino a lui e gli accarezzo i capelli come facevo quando era piccolo. Mi tornano in mente le eterne mattine dove cercavo di svegliarlo, i pomeriggi passati a giocare o a vederlo sporcarsi con la cioccolata e la battaglia la sera per farlo addormentare. Era un piccolo terremoto, ma un bambino sorridente e dal cuore d'oro. Immersa nei miei ricordi non mi accorgo che Tristan si è svegliato.
<buongiorno dormiglione.>
Gli dico sorridendo.
<buongiorno madre.>
Mi dice mentre si tropiccia gli occhi e io intenerita gli do un bacio sulla guancia.
<tanti auguri amore mio.>
Mi sorride e mi abbraccia, abbiamo un grande rapporto io e Tristan.
<grazie madre, che ne dite se mi preparo e facciamo una bella colazione?>
Annuisco e scendo in salone per lasciarlo preparare. Mentre Tristan è ancora nella sua camera io verifico che sia tutto apposto per oggi pomeriggio.
<che state confabulando madre?>
Vedo Tristan scendere le scale e io cerco una scusa reggibile velocemente.
<io niente, stavo solo dicendo cosa preparare a pranzo.>
Mi guarda come se non credesse ad una parola e io lo prendo per mano.
<invece di fare il sospettoso facciamo colazione che ho fame.>
Si arrende e io rido divertita.

Pov. Raimundo
Passo la mattinata a chiacchierare con tutti i paesani e dopo pranzo vedo venire alla locanda Don Anselmo.
<Raimundo.>
<Don Anselmo.>
Subito ci abbracciamo affettuosamente.
<nemmeno un avviso che tornavi?>
Mi chiede sorridendo.
<volevo farvi una sorpresa e vedo che ci sono riuscito.>
<altro che, sono molto felice che sei tornato, mi sei mancato.>
<anche voi Don Anselmo e anche le belle chiacchierate che vi fanno uscire pazzo.>
Dico ridendo e provocando anche a lui una risata.
<mi è mancato anche a me chiacchierare con te, ma senza farmi impazzire.>
Ridiamo e poi mi guarda da capo a piede.
<come mai questo abbigliamento?>
In effetti ho un completo blu con una camicia bianca un po' aperta al collo.
<vado alla Villa.>
Mi guarda come un alino che è appena atterrato e poi mi tocca la fronte per vedere se ho la febbre.
<o hai la febbre o sei tornato impazzito dall'Americhe.>
Rido e gli tolgo la mano dalla fronte.
<oggi è il compleanno di Tristan, vado solo per quello.>
~già, solo per quello...~ penso.
<ah si è vero, compie bel trent'anni.>
<si... Si è fatto grande.>
Dico sorridendo.
<dai vai o fai tardi.>
Annuisco e cammino verso l'uscita della locanda, ma Don Anselmo mi ferma.
<Raimundo non dimentichi niente?>
Mi giro e lo vedo con in mano il regalo per Tristan, che testa.
<avete ragione, grazie.>
Mi sorride, io prendo il regalo e cammino verso la Villa.

Pov. Francisca
Sono in salone e vedo Tristan scendere le scale, si è messo un completo blu con la camicia bianca ed è bellissimo.
<madre e questo?>
Sorrido e mi avvicino a lui.
<sorpresa, ho organizzato una festa per festeggiare il tuo compleanno.>
Rimane a bocca aperta e io rido.
<lo prendo per un "grazie madre" o per un "cosa?" ?>
Dico ridendo.
<prendetelo come un, vi adoro madre.>
Mi prende e mi abbraccia forte. Appoggio la mia testa sul suo petto e lui mi accarezza la schiena.
<vi voglio tanto bene madre.>
<anch'io Tristan.>
Forse glielo do adesso che non c'è nessuno sarà una cosa tra me e lui. Mi separo da lui e prendo il pacchetto che avevo nascosto nel salone.
<questo è per te.>
Dico porgendogli il regalo.
<ma non dovevate madre.>
<dai prendilo.>
Dico incoraggiandolo a prenderlo. Lo prende e quando lo apre vedo il suo sguardo contento.
<grazie madre è bellissimo.>
Gli sorrido e si avvicina a me.
<me lo mettete?>
Mi dice tenendomi la mano con in mano il bracciale. Annuisco e glielo metto.
<non potevo avere regalo migliore che una madre come voi.>
Gli sorrido e gli accarezzo la guancia.
<e un padre?>
Mi paralizzo sentendo la sua voce, sono incredula a quel che ho sentito.
Ci giriamo e vediamo Raimundo appoggiato alla colonna, è... È lui.

Oltre Le Bugie E Gli Inganni, Noi Ci AmiamoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora