33° capitolo

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Pov. Francisca
Sono nella mia camera a guardarmi allo specchio; ero salita solo per riposare, ma alla fine ho deciso di cambiarmi, infatti adesso indosso un vestito blu che mi piace molto e aggiungo anche una collana di perle con degli orecchini abbinati. Mi continuo a guardare allo specchio indecisa se vada bene o meno fino a quando non bussano alla porta.
<avanti.>
Dico guardandolo la porta. Si apre la porta ed entra Tristan. Subito noto un sorrisino divertito e io lo guardo male.
<siete bellissima madre, ma chissà chi deve venire.>
Mi dice guardandomi ancora divertito e io gli lancio un cuscino, facendolo ridere divertito.
<cosa ti serve?>
Gli chiedo dopo un po'.
<a me niente, ma forse qualcun'altro si.>
Lo guardo non capendo bene, che vuole dire?
<c'è qualcuno che avete invitato per la merenda.>
Capisco subito a chi si riferisce e sorrido, è arrivato.
<grazie per avermi avvisato.>
Dico dandogli un bacio sulla guancia.
Intenta a scendere in salone Tristan mi ferma.
<si trova in giardino, io esco vado a cavalcare ci vediamo quando torno.>
Scendiamo insieme al piano di sotto, Tristan va nelle stalle e io vado nel giardino. Esco e non lo vedo, vedo soltanto un pacchettino sul tavolo. Mi guardo intorno e non vedo nessuno, né Raimundo. Mi avvicino al tavolo prendendo il pacchetto in mano; sopra c'è un bigliettino e riconosco immediatamente la scrittura, è la sua.

"Cosa aspetti? Apri il pacchetto è per te piccola, solo dopo avrai una nuova sorpresa"
R.

Sorrido e decido di aprirlo, Raimundo ha sempre voglia di giocare, ma lo fa in modo dolce e in un modo che mi prende sempre di sorpresa. Apro il pacchetto e vedo un bracciale con una lettera incastrata; la guardo meglio e vedo che è metà cuore con una lettera incisa, la R...
Prima che possa girarmi sento il suo corpo vicino al mio stringendomi a lui.
<buon pomeriggio.>
Mi sussurra all'orecchio; mi giro e gli sorrido. Lui si allontana un po' da me prendendomi la mano e facendomi un baciamano. Non posso evitare di sorridergli ancora.
<sono venuto a farvi compagnia per la merenda, spero di non aver fatto tardi.>
Rido per il suo comportamento, ma cerco di riprendermi e continuare il suo gioco.
<siete in perfetto orario, grazie per il regalo.>
Dico la seconda parte delle frase seria e sorridendogli.
Mi da un bacio sulla guancia sorridendomi e poi ci sediamo per fare merenda.
Le reticenze iniziali non sono delle migliori dopo che avevamo giocato per due minuti, l'atmosfera è diventata imbarazzante e non sappiamo che dire. In pratica facciamo merenda in silenzio con qualche scambio di sguardi senza farci vedere; non riesco a capire cosa ci sta prendendo. Mi dispiace avere questo rapporto con lui, non l'ho mai avuto o ci odiavamo e non potevamo aderci o ci amavamo e stavamo insieme, ma non c'è stato mai dell'imbarazzo o una situazione così.

Pov. Raimundo
Ero venuto alla Villa con il regalo per lei, sicuro e felice, ma adesso sono insicuro, non so che fare ho paura di peggiorare la situazione. La amo troppo per farla allontanare di nuovo. D'un tratto si alza dalla sedia.
<io torno dentro, ci vediamo.>
Noto dispiacere e tristezza nella sua voce, non era questo che volevo, assolutamente. Mi alzo e la fermo prendendole la mano.
<no aspetta...>
Si gira sorpresa verso di me, credo non se lo aspettava.
<aspetta non andartene.>
<perché eh? Per restare a non spiccicar parole?>
Mi dice un po' abbattuta e io la guardo un po' accigliato, è la verità.
Mi riprendo, non la voglio perdere.
<no per stare insieme, voglio stare con te, con l'amore della mia vita.>
Le metto una mano sulla guancia accarezzandogliela.
<mi dispiace per il pomeriggio passanto in silenzio che c'è stato ma...>
Mi prende la mano per dirmi di continuare.
<ma avevo paura di commettere qualche errore, un errore che ti allontanasse da me ed è l'unica cosa che voglio.>
Non dice niente e abbassa lo sguardo; con la mano che avevo sulla sua guancia le alzo il mento.
<so che in questo momento sei confusa e non ti fidi di me, ma fidati del tuo cuore e del nostro amore; sei la cosa più importante per me e non voglio perderti.>
Le dico sincero guardandola negli occhi. Dopo poco mi sorride.
<mi dispiace per i dubbi che ho avuto, non volevo, io voglio stare solo con te con la certezza che non mi mentirai più.>
<mai più, te lo giuro.>
Ci guardiamo negli occhi, fino a che entrambi ci avviciniamo e ci baciamo appassionatamente, è la mia vita.

Oltre Le Bugie E Gli Inganni, Noi Ci AmiamoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora