32° capitolo

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Pov. Francisca
Sono nel salone aspettando Tristan, ma vedendo che non viene vado nello studio. Mi affaccio allo finestra dello studio pensando a Raimundo e alla nostra relazione. Ho paura che mi faccia soffrire ancora e non voglio, non voglio soffrire ancora per amore, non permetterò ancora che mi faccia soffrire come è successo.
Mi compare davanti un giglio e le braccia di Tristan stringermi a lui.
<un fiore per i vostri pensieri.>
Sorrido prendendo il fiore dalla sua mano e mi giro verso di lui e gli accarezzo la guancia.
<è tutto ok, tranquillo.>
Mi guarda e capisco che non ci ha per niente creduto. Mi prende per mano e mi fa sedere sul divano.
<adesso parlate, cos'è successo?>
<furbetto questo libro lo hai preso da Raimundo, vero?>
Dico guardandolo, cambiando discorso.
<può darsi.>
Mi risponde sorridendo e guardandomi con gli occhi dolci.
<dai dai, non perdetevi in particolari, avete fatto pace?>
Sospiro, sapevo che voleva sapere questo, da quando è entrato voleva farmi solo questa domanda.
<be'... Si, abbiamo fatto pace...>
Non ho tempo di aggiungere altro che mi abbraccia forte sorridendomi felice.
<sono al settimo cielo madre, non mi sembra vero!>
<vedo che sei felice.>
Dico ridendo.
<be' voi no?>
Rimango un secondo in silenzio a quella domanda; sono felice di aver fatto pace con lui, si, ma...
<si sono felice, ma... Ma non ne sono sicura.>
Dico aprendomi un po' con Tristan.
<in che senso?>
<se mi sta prendendo ancora in giro? Chi mi da la certezza che non mi faccia soffrire ancora o che mi stia ingannando.>
<madre non è affatto così! Lui vi ama! Vi ama tanto madre, pensate che se non vi amasse, ci incontravamo ogni giorno perché voleva sapere di voi?>
Forse ha ragione, forse mi devo fidare, in fondo lo amo, è l'uomo della mia vita nonostante tutto. Gli sorrido e gli do un bacio sulla guancia, cambiando ancora argomento.
<ok, va bene, ma andiamo a pranzare che ho una fame da lupi.>
<come volete voi madre.>
Mi dice prendendomi in giro facendomi un inchino. Rido divertita e gli do una piccola botta sul petto per poi prenderlo per mano.
<stupido andiamo.>

Pov. Raimundo
Sono tornato alla locanda al settimo cielo e durante il pranzo ho visto Emilia guardarmi più volte, se ne sarà accorta infatti...
Sono ad un tavolo a leggere il giornale, oddio leggere è un parolone, stavo solo pensando a lei, quando Emilia si siede vicino a me.
<bene bene...>
Mi dice guardandomi.
<cosa?>
Chiedo facendo il finto tonto, ma sorridendo.
<c'è qualche novità? Vi vedo particolarmente felice.>
<novità? Mmm... Fammi pensare...>
Dico prendendola in giro e facendola ridere.
<dai non fate lo stupido. Dal vostro comportanto e dalla voglia che avete di scherzare presumo che centra la Montenegro.>
<si...>
Ammetto sorridendo guardandola.
<avete fatto pace?>
<si, più o meno, anche se l'ho vista molto confusa.>
<capitela, sarà insicura se fidarsi o no.>
<infatti la capisco Emilia, ma ho intenzione di riconquistarla, non la lascerò andare ancora una volta.>
Dico sincero guardandola; lei mi sorride e mi prende la mano.
<sono felice di vedervi così contento e se... Se il motivo e la causa di ciò è la Montenegro, che ben venga.>
La guardo sorpreso, non ci credo, Emilia accetta Francisca...
<dici sul serio?>
Dico pensando di sognare.
<si padre io voglio solo il vostro bene e la vostra felicità.>
Immediatamente la faccio alzare per abbracciarla forte.
<grazie Emilia, non puoi capire come mi rendi felice.>
<io sono più felice di voi vedendovi così.>
Le do un grande bacio sulla guancia sorridendo.
<Emilia io esco nel pomeriggio.>
<andate da Donna Francisca?>
Annuisco e ci risediamo, ma questa volta Emilia prende prima due caffè dal bancone.
<si vado da lei, mi ha invitato per la merenda e coglierò l'occasione per darle fiducia sul mio amore vero verso di lei.>
Mentre parlo Emilia mi guarda sorridendo e le chiedo.
<che ho detto? Perché sorridi?>
<non avevo mai capito il vostro amore verso di lei, il come nonostante tutto pensavate ancora a lei.>
<forse perché invece di parlare litigavamo solo.>
<forse...>
Ammette abbassando lo sguardo. Già invece di trovare un soluzione insieme ci attaccavamo l'uno contro l'altro. La vedo pensierosa e le tocco il naso con l'indice.
<ehy non fare quella faccia, mi devi aiutare trovando qualcosa per portarle.>
Mi sorride e iniziamo a parlare come prima.

Oltre Le Bugie E Gli Inganni, Noi Ci AmiamoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora