21° capitolo

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Pov. Francisca
<Mauricio ritirati.>
Non ha nemmeno il coraggio di spicciacar parola che ci lascia soli.
<Tristan non è come hai sentito.>
Non so come aggiustare la situazione.
<davvero!? Io ho sentito bene madre e spero in continuazione che sia una bugia.>
Mi dice andando nello studio e appoggiandosi alla scrivania con le mani. Mi avvicino a lui e gli accarezzo la schiena non so che fare se dirgli la verità o continuare con una bugia, una farsa... Una farsa... Mi viene in mente ciò che mi ha fatto Raimundo e mi sale una rabbia facendomi decidere all'istante cosa fare.
<tuo padre è sempre stato un codardo sin da ragazzo. Stavamo insieme anche se di nascosto perché i nostri genitori non volevano, ma di punto in bianco mi ha detto che non mi amava e che sposava un'altra. È per questo che non gli ho detto di te, ero e sono arrabbiata con lui. Ma ora più che rabbia, provo odio verso di lui, mi...>
Mi sto iniziando ad agitare mentre parlavo ho fatto una trentina di volte avanti e indietro per lo studio e d'un tratto sento la mano di Tristan prendere la mia e stringermi a lui.
<continuate, cos'è successo?>
Mi escono delle lacrime che non sono riuscita a trattenere.
<è un bugiardo, mi ha sempre mentito e io ci sono cascata ancora.>
Presa dalla rabbia prendo il primo oggetto che mi capita e lo butto per terra, sono stata una cretina a credergli.
<solo per soldi, non lo credevo un uomo così, lo odio e non si avvicinerà più a questa casa, né a te e tantomeno a me.>
Dico ancora di spalle, sono così arrabbiata, piena di odio e rancore, che se ce lo avessi davanti lo ammazzerei. Sento un rumore e mi risveglio dai miei pensieri tornando alla realtà. Il rumore sono le porte scorrevi dello studio che ha aperto Tristan per uscire.
<Tristan aspetta.>
Lo fermo è vedo il suo sguardo infuriato e lì mi rendo conto del grande sbaglio che ho fatto. Tristan ha un cuore d'oro e dirgli una cosa del genere è stato totalmente sbagliato.
<Tristan... Tristan guardami.>
Lo fa e vedo tenerezza, ma quando lo distoglie il suo sguardo torna come prima. Prima che possa dire qualcosa o fermarlo se ne va.

Pov. Raimundo
Dopo che Emilia ha insistito per quasi tutta la mattina alla fine scendo e decido di aiutarla con la locanda per avere la testa occupata. Avrò sbagliato almeno tre ordini confondendoli e beccandomi i rimproveri di Emilia. Stanco di non azzaccarne una, vado sedermi ad un tavolo fuori alla locanda per prendere un caffè, mi ci vuole proprio qualcosa che mi fa andare avanti per tutta la giornata.
D'un tratto vedo Tristan entrare nella piazza e venire verso di me.
<Tristan.>
<padre, come state?>
Lo guardo dubbioso per il suo tono e come se mi sta prendendo in giro.
<preferisco non rispondere, tu?>
<diciamo che ho saputo una cosuccia.>
Rimango in silenzio sento l'atmosfera molto tesa.
<ma come vi è saltato in mente!>
Mi dice d'un tratto mettendo le mani sul tavolo e guardandomi, il suo sguardo... È arrabbiato.
<Tristan, ma cos'hai?>
<fate anche il finto tonto!>
Non l'ho mai visto così, è totalmente fuori di se. Mi alzo e gli metto una mano sul braccio.
<Tristan calmati per...>
<mi dovrei calmare dopo quello che le avete fatto!>
Vado dentro all'accoglienza, ma Tristan mi prende per la giacca.
<Tristan calmati, so di aver sbagliato, ma...>
<è colpa vostra se ha passato tutti quegl'anni nelle mani di quel mostro di Salvador!>
Attirati dalle urla vengo anche Emilia e Alfonso.
<Tristan, ma cosa succede, calmati.>
Emilia si avvicina a Tristan per calmarlo e cercare di farlo ragionare, ma sembra impossibile.
<Tristan qualunque cosa sia, si parla, calmati.>
Ci prova anche Alfonso, ma Tristan non distoglie lo sguardo da me. Sto per pensare che non si fermerà, ma sento una voce.
<Tristan!>

Oltre Le Bugie E Gli Inganni, Noi Ci AmiamoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora