Capitolo 13

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Erano già in viaggio verso il portale dell'Aether, mentre i loro cavalli trottavano sempre più velocemente sotto le redini frustate dai loro padroni.
Steve e Alex erano davanti alla comitiva, mentre gli altri quattro avventurieri gli stavano dietro.
Lyon aveva lo sguardo perso, andava più spedito degli altri e quasi superava Steve e Alex, che ogni volta gli urlavano di rallentare perché non avrebbe saputo dove andare.
I loro cavalli continuarono a galoppare, fino a ritrovarsi in una pianura dove delle docili pecore dalla lana bianca pascolavano tranquillamente.

"Il portale dell'Aether si trova in quella foresta" Affermò Steve, indicando con lo sguardo una foresta di querce.

Lyon perse un battito non appena la vide.
La leggera brezza che muoveva l'erba, il sole che giocava radioso nel cielo, il belare delle pecore che pascolavano.
Era tutto uguale.
Ci mise un po' a riflettere su quello che stava per fare, ma non appena sentì le voci dei suoi amici chiamarlo scese dal cavallo e li raggiunse, osservando timoroso la foresta davanti a lui.
Entrarono da un varco piuttosto largo tra due alberi, seguendo Steve e Alex che a loro volta seguivano un sentiero di ghiaia semi nascosto grazie alle foglie cadute e dall'erba.
Più andavano avanti e più il leone si sentiva osservato, si guardava intorno ansioso e minacciato, sperando vivamente di essere il più vicini possibile al portale.
Tutto andava per il verso giusto: Steve e Alex continuavano ad andare avanti verso il loro obbiettivo e il gruppo di Lyon li seguiva senza fiatare, chiedendo qualche volta sé erano vicini.
Fino a che qualcosa non si mosse tra gli alberi.
Tutti si immobilizzarono sul posto e alternarono lo sguardo da albero a albero, sfoderando le armi, tutti tranne Lyon.
Continuava a guardarsi intorno ansioso, con una smorfia di paura stampata sul viso.

"State pronti, qualunque cosa accada" Li avvertì Steve, facendoli annuire.

Fu tutto così veloce, troppo veloce.
Lyon continuò a far vagare il suo sguardo oltre la fitta vegetazione e, senza che potesse riflettere su quello che stava accadendo, sentì una fitta alla testa.
Cadde a terra dolorante, sentendo le urla dei compagni prima di perdere completamente i sensi.

...

Nero.
Era tutto quello che vedeva, nero.
Un semplice colore che si estendeva agli occhi del leone, senza mai raggiungere i suoi confini.
Anche il silenzio era infinito, nessun rumore si poteva udire in tutto quello spazio scuro.
Si alzò da terra e si guardò intorno confuso e spaventato, mentre il suo respiro era così lieve che neanche si poteva sentire.
Cercò di alzarsi da terra, riuscendo nel suo intento con qualche difficoltà.
Il silenzio continuava a regnare in quello spazio puramente nero, e l'unico suono che si poteva ascoltare era il respiro ormai affannato del prigioniero in quella gabbia di infinita oscurità.

"Perché l'hai fatto?..."

Lyon, sentendo quella voce, si girò di scatto.
Nero e ancora nero si estendeva davanti a lui.
Era come se fosse incatenato in una prigione d'inchiostro, senza alcuna via di uscita.
Si sentiva soffocare, si sentiva debole, si sentiva morire.
Respirava faticosamente e il suo battito cardiaco era accelerato, mentre la sua mente cercava di riflettere sull'accaduto.
Continuò a guardarsi intorno, mentre un dolore lancinante alla testa lo colpì.

"Perché mi odi così tanto?..."

Quella voce.
Continuava a fare domande, senza che il proprietario si facesse vedere, ma lui quella voce la conosceva perfettamente, esattamente come il possessore.
Continuò a guardarsi intorno, cercando disperatamente quei bagliori bianchi, quelle lune lucenti senza impurità, sperando che la voce si senta ancora.

"Non voglio tutto questo..."

La voce proveniva da dietro di lui, e il più velocemente possibile si voltò.
Lui era lì, a terra, in ginocchio e con la testa china, mentre qualche lieve sussurro usciva dalle sue labbra.

"Herobrine!" Urlò il leone in preda all'ansia e alla preoccupazione, cercando di avvicinarsi al demone.

"Perché mi detesti?..."

Lyon sgranò gli occhi non appena vide che il demone aveva alzato il suo volto, guardandolo con due occhi sbiaditi e supplichevoli.
La maglia celeste era macchiata di liquido rosso, mentre tre squarci, uno sulla parte sinistra del petto, sul cuore, e due vicino al ventre, gli percorrevano il petto, grondanti di liquido vitale.
Lyon abbassò lo sguardo verso le sue mani, mentre una smorfia di terrore si plasmò sul suo viso.
Le sue mani erano completamente sporche di liquido appiccicoso e scarlatto, mentre ai suoi piedi giacevano una spada di diamante e due pugnali dello stesso materiale, macchiati anch'essi del liquido che scorre in ogni essere umano.
La sua vista si fece offuscata e cercava in tutti i modi di inquadrare quelle leggere linee che contornavano le sue mani, ormai rosse.

"Io non ti odio, io non voglio farti del male..."

Prima che il leone potesse dire qualcosa, il demone davanti a lui si dissolse in una nuvola di polvere, insieme alle armi di diamante ai suoi piedi.
Quelle parole rimbombavano nella testa del leone, mentre la sua vista si offuscava ancora di più.
Continuavano e continuavano, fino a che nella sua mente non si sprigionò una pura tempesta di parole e pensieri.

"È colpa sua se stai vivendo questo inferno!"

"Non voglio..."

"Dobbiamo sbarazzarci di lui!"

"Perché mi hai fatto tutto questo?..."

Lyon si coprì le orecchie con le mani, lasciando che un grido sovrastasse tutte quelle frasi esageratamente orribili.
Cadde a terra in ginocchio, scoppiando in un pianto isterico e dolorante, facendo pressione con le mani sulle sue orecchie.
Quelle gemme salate continuavano a scendere copiosamente lungo le sue guance, mentre altre urla disperate continuavano ad uscire dalle labbra del leone.

"Non volevo farlo! N-Non volevo!" Urlò singhiozzando, cercando di mantenere la calma.

...

"Herobrine!" Urlò, aprendo di scatto gli occhi e respirando affannosamente.

Dalle sue guance scorrevano delle piccole scie salate e lucenti che rendevano umide le sue guance.
Si alzò di scatto e si guardò intorno, notando la vegetazione e gli alberi che si estendevano intorno a lui.

Non era più in quella orribile e oscura prigione, non era più sovrastato dalle voci supplichevoli e di rimprovero, ma sopratutto... non era più davanti al demone, mentre quelle superfici lo osservavano addolarate.
Era stato tutto un sogno, solo e solamente un sogno.
Non appena si alzò da terra, si guardò intorno, notando che i suoi compagni di avventura erano stesi a terra, privi di sensi.

"Ragazzi!" - Esclamò il leone, dirigendosi verso di loro - "Avanti... svegliatevi!" Supplicò scuotendo Anna nel vano tentativo di svegliarla.

Fece la stessa cosa con gli altri, ma nulla, non riusciva a svegliarli.
Lyon continuò a guardarli, in preda alla confusione e allo spavento.
Indietreggiò lentamente, trovandosi a circa uno, due o tre metri di distanza dai suoi amici.
Non riusciva a riflettere, era accaduto tutto troppo in fretta.

"Finalmente ti sei svegliato" Disse una voce fin troppo famigliare al leone.

Si bloccò sul posto, sgranando completamente gli occhi e tremando leggermente.
La voce era stranamente tranquilla, sembrava più una semplice affermazione, quasi contenta.
Fu allora che il leone decise di girarsi, lentamente, e lo vide.
Il ragazzo addolorato del suo incubo, colui che stava chiedendo aiuto, il possessore di quelle lune splendenti di cui Lyon aveva ormai perso la testa.
Lui, Herobrine.

Allora signori miei!
Che ne dite? Spero che il capitolo sia stato di vostro gradimento!
Lo ammetto, potevo fare di meglio, però non è male :D
Che ne pensate del sogno? Voglio un parere da parte vostra mi raccomando!
Noi ci vediamo alla prossima! Cya :3

Non riesco ad odiarti - Lyon x HerobrineDove le storie prendono vita. Scoprilo ora