Capitolo 22

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Lyon ed Herobrine dormivano abbracciati nel loro luogo di riposo ovvero l'uno nelle braccia dell'altro, dopo aver consumato il loro più profondo amore.
Era ormai mattina nell'Overworld, ma lì nel Nether non si poteva capire e i due piccioncini stavano ancora poltrendo nelle lenzuola, fino a quando Herobrine non alzò lentamente quelle sottili coperture di carne chiamate palpebre e lasciando intravedere le sue perle lucenti non ancora del tutto sveglie.
Ma sorrise dolcemente non appena vide lo spettacolo davanti ai suoi occhi: il leone sonnecchiava tranquillo tra le sue braccia, mentre la sua espressione facciale era rilassata e docile, più o meno come quella di un bambino.
I capelli ridotti in un cespuglio e le labbra socchiuse dove fuoriuscivano delle leggere onde d'aria.

"Leoncino?~" Gli sussurro sensualmente all'orecchio.

Il leone lasciò andare qualche mugolio e aprì di poco gli occhi, scoprendo quelle meravigliose iridi marrone scuro che il demone amava tanto.
Gli sorrise calorosamente e si strinse di più al suo petto, lasciando che il suo calore corporeo lo riscaldasse.

"Devo tornare a casa, amore..." Disse ad un tratto il leoncino dopo essere rimasto tra le braccia di Hero per un po' di tempo.

"Va bene cucciolo, ti accompagno" Rispose sorridendo il demone.

Si alzarono dal letto e si rivestirono, teletrasportandosi nell'Overworld a casa del leone, ma c'era qualcosa di strano in essa.
Appena il leone invitò il suo ormai fidanzato ad entrare in casa, notò che essa era troppo silenziosa, cupa a parer suo.
Il problema era la mancanza di persone dentro la casa.
Setacciò in tutte le stanze e in cantina, ma nulla: non trovava i suoi compagni.
Herobrine aveva offerto il suo aiuto per cercare i compagni del suo amato leone, ma neanche lui li trovò.

"Sai mica dove possono essere andati? " Chiese ad un tratto il demone.

"Loro non escono quasi mai senza di me, sennò mi avrebbero avvisato o cose del genere..." Rispose pensieroso Lyon.

Si guardò intorno ancora pensieroso e iniziò a controllare nelle ceste.
Come pensava: le armi erano ancora al suo posto.
Però, per qualche strano motivo, vicino alla lancia e allo scudo di diamante appartenenti ad Anna si trovava un foglio di papiro dorato e abbastanza malandato, antico insomma.
Stranito, Lyon prese il foglio in mano e si accorse che sopra di esso erano state scritte delle parole con dell'inchiostro, una scrittura piuttosto elegante.

"Saluti, Lyon WGF.
Di certo ti starai chiedendo dove si sono cacciati i tuoi amici, beh... Ho dovuto rapirli per colpa di alcune soluzioni drastiche ragazzo.
Stai tranquillo, non gli ho fatto nulla di male... Per ora.
Se vuoi rivederli vai nella foresta di querce poco lontana da qui e segui il sentiero di foglie arancioni."

A leggere codeste parole, Lyon serrò la mascella dalla rabbia e abbassò lentamente il foglio.
Alzò la mano destra e la strinse in un pugno, tirandola verso il muro fatto in roccia e facendo una crepa su di esso.
Herobrine sussultò e si diresse velocemente verso il suo dolce cucciolo, prendendogli dolcemente la mano per controllare se avesse delle ferite, e infatti c'erano.
Le nocche stavano leggermente sanguinando e dei piccoli graffi si potevano scorgere sulla sua pelle.

"Lyon! Non essere così sconsiderato!"

"Un lurido bastardo ha rapito i miei amici e potrebbe anche averli già uccisi! Sono agitato, va bene?!"

Herobrine rivolse a Lyon uno sguardo dispiaciuto e iniziò a passare la lingua sulla sua mano, continuando a guardarlo negli occhi.
Sorrise lievemente al gesto che stava compiendo il demone, rilassandosi lievemente e bendandosi la ferita subito dopo.

"Grazie Hero... Ora però dobbiamo andare in quella foresta!" Esclamò deciso il castano.

Il demone annuì alle sue parole e lo prese per mano, teletrasportandosi davanti alla foresta dove si erano incontrati mesi fa.
Senza lasciarsi trafiggere dai ricordi, il demone e il leone si inoltrarono nella foresta, cercando un sentiero composto da foglie arancioni.
Vagarono per un po' prima di trovare ciò che stavano cercando, infatti alla fine lo trovarono: il sentiero di foglie arancioni.
Lyon, catturato dalla rabbia ma allo stesso tempo dalla felicità, iniziò a correre seguendo il sentiero e calpestando le foglie.
Herobrine gli stava dietro con facilità: essendo un demone correva ad una velocità disumana, ma aveva un brutto presentimento su tutto questo.
Continuò a correre a perdifiato, raggiungendo finalmente la fine del sentiero e dandosi qualche occhiata intorno: si trovava nella radura.
Herobrine fu subito in grado di posizionarsi accanto a lui, seguendo le sue azioni e guardandosi intorno.
Quella radura che gli aveva cambiato la vita, che gli aveva fatto incontrare il demone... La radura che gli aveva permesso di amarlo.

"Lyon!"

Troppo preso dai ricordi, ruotò di scatto la testa verso l'origine delle voci, e finalmente li scorse.
Stefano, Mario ed Anna erano legati ai tronchi di tre alberi con delle corde dorate e lievemente spinose, ma il coordinatore dietro al loro rapimento non c'era.

"Ragazzi!"

Lyon fece per dirigersi dai suoi compagni, ma non si accorse che ai suoi piedi era stata posizionata una trappola coperta dalle stesse foglie arancioni del sentiero.
Essa consisteva in una sacca fatta di corde dorate e spinose legata ai rami degli alberi, infatti il leone si ritrovò esattamente intrappolato a mezz'aria, non riusciva neanche a muoversi.

"No Lyon!" Gridò il demone.

Anche Herobrine fu catturato, ma senza l'utilizzo di sorprese o cose del genere.
Stavolta erano state due figure umane a farlo, una maschile e una femminile: Steve e Alex.
Lo avevano colpito dietro alla nuca con l'impugnatura di una spada e lo avevano velocemente legato con le stesse corde fatte d'oro.

"Ottimo lavoro ragazzi" entrò in gioco una terza figura.

Quella voce.
Lyon riconobbe immediatamente quella voce, al suono di essa strinse i pugni e ringhiò lievemente per la rabbia, girando di scatto la testa verso il possessore di essa.

"Notch..." Sibilò il leone dalla rabbia.

Il Dio accennò un lieve sorriso poco rassicurante, uscendo da una rientranza della radura composta da rami e foglie.
Herobrine, non appena lo vide, lasciò andare un ringhio disumano e iniziò a dimenarsi, ma più si dimenava e più le corde si stringevano.
Così smise nella sua impresa senza successo e cadde a terra in ginocchio, riservando uno sguardo senza sentimenti a suo fratello.

"Salve Lyon, è un piacere rivederti"

Mentre diceva quelle parole egli tirò fuori dal fodero argentato che aveva sulla schiena una spada di diamante con dei dettagli dorati, mentre il manico era composta da del quarzo e da uno smeraldo incastonato sotto ad esso.

"Mi dispiace se ho rapito i tuoi amici, poi ti spiegherò tutto..." Disse ad un tratto "ma prima... Devo sbarazzarmi di quel distruttore!"

Notch si mise in una posizione di combattimento e fece uno scatto verso Herobrine, il quale chiuse gli occhi aspettando che la spada gli trafiggesse il collo.

"HEROBRINE! NO!"

Ma qualcosa non andò per il verso giusto a Notch.
Infatti, qualcosa o qualcuno aveva intercettato la lama di diamante di Notch, posizionandosi proprio davanti ai due fratelli per proteggere il minore.

CIAO BELLI!
COME VAH?
... Sì, sono stata molto assente lo so, però spero che questo capitolo vi sia piaciuto!
Chissà chissà... Notch non ti è andata bene, eh? :D
Lasciate una stellina e un commento se il capitolo vi è piaciuto e noi ci vediamo al prossimo capitolo! Cya :3

Non riesco ad odiarti - Lyon x HerobrineDove le storie prendono vita. Scoprilo ora