Piove. Sulla città di Oxford piove spesso. Io ci studio da tre anni e ormai ci ho fatto l'abitudine. Quando mi trasferii qui dall'assolata Italia, dove avevo vissuto con mia mamma per tutta la vita, ci misi un po' ad ambientarmi. Sembrava che ogni colore qui fosse meno vivo, come se qualcuno avesse spento la luce. Ora, tuttavia, posso dire di essere pienamente in contatto con la metà britannica del mio DNA. Mio padre è nato nel Derbyshire e non si è mai sentito a suo agio in Italia, quando stava con mamma. Subito dopo il divorzio è tornato qui, dove è stato assunto come professore associato della secolare Università di Oxford. Insegna archivistica e mi ha trasmesso l'amore per le cose antiche. Io studio Lettere e sono ormai giunta all'ultimo anno del mio percorso di studi. Questo è il mio ultimo primo giorno e, come ho già detto, piove.
Mi incontro con la mia amica Piper in caffetteria una mezz'ora prima dell'inizio della lezione, in modo da poterci rilassare bevendo qualcosa di caldo. La conosco dal primo anno e ormai siamo inseparabili. Vive all'interno del campus, in un collegio che le ha offerto una borsa di studio completa che le permette di mantenersi qui in città. La caffetteria è tra i nostri posti preferiti e spesso ci rimaniamo anche per studiare. Lei è una studentessa modello, per questo è riuscita ad ottenere la borsa di studio. Io sono molto più scostante e invidio molto la sua caparbietà. Sono già seduta al tavolo quando vedo entrare Piper: è piccolina e molto minuta, con i capelli lisci e porta un maglione pesante per ripararsi dal freddo. Si avvicina al mio tavolo con un sorriso.
"È bello ritrovare le vecchie abitudini." Mi dice, salutandomi.
"Soprattutto quelle che coinvolgono una tazza di caffè." Sì, sono caffeinomane.
Sorseggiando caffè esterniamo i nostri dubbi e le nostre paure per il nuovo anno: come saranno i nuovi corsi? Riusciranno ad interessarci? Poi cosa ne sarà di noi? Ma, soprattutto, troveremo l'amore?
La nostra speranza è che, per lo meno, questo anno accademico vada meglio dell'estate appena passata. Piper rigira il cucchiaino nervosamente prima di riuscire a sfogarsi:
"La mia estate. Davvero dobbiamo parlarne? Allora, tanto per cominciare ho iniziato ad invidiare gli eremiti. Sì, perché almeno a loro nessuno rompe i coglioni. Leggere è diventato un lusso, perché ovviamente all'improvviso sono diventata indispensabile in negozio, ogni minuti di ogni giorno." Già, i suoi genitori abitano in campagna, nell'Essex e lì hanno un negozio. Li ho incontrati lo scorso natale, quando sono andata a trovarla. Sono brave persone, ma sono semplici e spesso non riescono a capire Piper come meriterebbe. "Chiaramente qualsiasi argomento di conversazione era bandito, a meno che non riguardasse le dieci persone che abitano in paese. Sono i miei genitori, sono la mia famiglia. Ma non riesco proprio a capire come facciano ad essere così ottusi." Abbassa lo sguardo, per nascondere un velo di tristezza, ma io so benissimo quello che prova. Vorrei solo poterla aiutare concretamente, ma come ha detto lei sono pur sempre i suoi genitori.
"Spero che la tua estate sia stata migliore della mia..."
"Guarda, non puoi capire... - prendo fiato prima di iniziare il mio racconto. - Non credevo che un periodo iniziato tanto bene potesse finire tanto male, ma tant'è. Allora, sono arrivata a Milano da mia madre a metà luglio ma siamo state pochissimo in città. Siamo andate subito in Riviera dai nonni ed era tutto bellissimo: faceva caldissimo e c'era un sole stupendo! Poi i nonni mi erano mancati davvero tanto. E fin qui tutto bene. Poi, una sera abbiamo incontrato un amico di mia mamma, un suo vecchio compagno di scuola, che era lì con la famiglia. Non puoi capire com'era suo figlio Paolo..."
"Bello?"
"Da paura! Alto un metro e sempre, occhi verdi che sembrano di vetro, coi capelli schiariti dal sole...sembrava un surfista californiano!"
"E?"
"E niente... Non gli ho praticamente detto una parola. Ti pare che uno così potrebbe mai filarsi una come me? Me ne sono stata nel mio angolino mentre parlavano mia madre e suo padre. Avevo paura anche a guardarlo, metti che poi mi prendeva per una stalker..."
"E poi l'hai rivisto?"
"Ebbene sì! Il giorno dopo ero al bar della spiaggia a mangiare un Cornetto e vedo un tipo avvicinarsi con lo skate...era lui! Di giorno era ancora più bello! Subito ho creduto che avesse riconosciuto qualcun altro, magari un suo amico, ma c'ero solo io lì! Infatti si è avvicinato a me e si è seduto al mio tavolo e mi fa 'Hey, ciao! Tu sei Victoria, vero? Ci siamo conosciuti ieri sera.'"
"E tu?"
"E io gli ho balbettato qualcosa e poi lui ha iniziato a farmi domande personali e abbiamo iniziato a parlare sul serio. Ho scoperto che lui studia economia a Milano e che ha sempre vissuto lì. Mi ha chiesto di me, pensava stessi a Milano anche io, e quando gli ho detto che studio a Oxford è rimasto colpito, però sembrava anche un po' deluso. Mi ha chiesto quanto sarei rimasta e io gli ho risposto 'tutta l'estate' e così lui mi ha buttato lì un 'la prossima settimana raggiungo degli amici a Firenze, ti va di venire?'"
"Mio Dio! E ci sei andata?"
"Certo!"
"E com'è stato?"
"Bellissimo! Mi ha introdotta nella sua compagnia ed erano tutti supersimpatici. Però lui continuava a comportarsi da amico e io non me la sentivo di sbilanciarmi."
"Quindi non è successo nulla?"
"Aspetta, perché siamo rimasti a Firenze solo un paio di giorni poi mi ha detto di volermi far esplorare la Toscana e così abbiamo affittato una macchina e siamo andati nel Chianti. Solo noi due." Sentivo le mie guance surriscaldarsi ripercorrendo quei ricordi, ma già sentivo salire l'amarezza per come era finita. "Mi ha portata in un'azienda agricola per una degustazione di vini e dopo il quinto assaggio, diciamo, certe insicurezze non me le sono nemmeno più ricordate, così mi sono buttata e...l'ho baciato!"
"E lui???"
"E lui c'è stato, c'è stato eccome! I giorni successivi sono stati bellissimi, solo io, lui e le colline del Chianti. Però, standogli più vicino, mi sono resa conto che c'era qualcosa di strano. Passava delle mezz'ore al telefono e faceva di tutto per non farsi sentire da me. Così ho iniziato ad insospettirmi. E facevo bene! Ho fatto finta di non essermi accorta di nulla finchè non siamo tornati a Milano, poi non ce l'ho fatta più e l'ho affrontato. Così è saltato fuori che lui ha già una ragazza e che lei era semplicemente in vacanza dalla sua famiglia, ma che presto sarebbe tornata a Milano. L'infame ha avuto il coraggio di dirmi 'a questo punto sarebbe il caso di non vederci più', come se mi stesse mollando lui! Così mi sono incazzata e gli ho fatto presente che ero io a mollare lui, e non il contrario. Però dentro stavo morendo. Ho passato gli ultimi giorni di vacanza chiusa in casa di mia madre, a contare le ore che mi separavano dal volo di ritorno."
"Mi dispiace davvero un sacco..."
"Tranquilla, ora sono davvero a casa mia e sono pronta a ricominciare! Sono sicura che questo sarà un ultimo anno fantastico!" Alzo la tazza di caffè e propongo silenziosamente un brindisi alla mia amica, che avvicina la sua tazza fino a farla scontrare debolmente con la mia. Ci sorridiamo e capiamo che siamo entrambe pronte ad ogni nuova avventura che ci aspetta.
🌺 🌼 🌺 🌼 🌺
Angolo dell'autrice
Amike, amiki, fedeli, adorati! Se avete letto questo primo capitolo, sapete di essere di fronte a qualcosa di un po' particolare: Victoria's state of mind, infatti, fa parte di un universo narrativo più ampio in cui rientra anche Us against the world, narrato dal punto di vista della mia amica Piper. Presto anche la simpaticissima Holly sarà dei nostri, raccontando il terzo lato di questa storia.
So cosa state pensando:
"Tutto molto bello...ma Jeffrey?"
E se avessimo deciso di pubblicare anche il secondo capitolo?
Scorrete per scoprire!
Stay tuned!
Baci stellari ✨
Vicky
STAI LEGGENDO
Victoria's state of mind
RomanceVictoria sta per cominciare il suo terzo anno alla facoltà di Lettere di Oxford. Ha la sua amica Piper, litri di caffè e tanta voglia di fare. Il primo corso del nuovo anno è quello di filologia classica. Quello che ancora non sa è che il professore...