Capitolo 10 - Tutto sbagliato

548 31 3
                                    


Cammino nervosamente per il salotto. È venerdì e non ho lezione il venerdì. Solitamente lo passo in biblioteca a studiare con Piper, ma oggi no, non potevo pensare di chiudermi in un posto in cui sarei dovuta rimanere ferma e zitta e, per giunta, con il rischio di vederlo passare da un momento all'altro. Non so quali siano le abitudini del professor Morgan, ma la biblioteca in cui sono solita studiare è pericolosamente vicina al suo ufficio. Mantenere la calma fino alle sei sarebbe stato un supplizio. In verità, è un supplizio anche a casa. Papà ha lezione quasi tutto il giorno e passa il resto del tempo in archivio. Non si è ancora ripreso del tutto dalla rottura con Shirley e per non pensarci si rintana tra i suoi adorati manoscritti. La sua temporanea assenza psicologica gioca a mio favore: so di essere stata parecchio strana negli ultimi giorni e ringrazio il cielo che non se ne sia accorto. E se ci scoprisse? Non ci denuncerebbe, ma potrebbe cercare di picchiare Jeffrey e, con tutto il bene di una figlia, le prenderebbe di santa ragione. È sempre stato un topo da biblioteca e l'unico sport che abbia mai praticato è il golf. È un uomo dolce e riflessivo: ho paura che morirebbe per la delusione.

È sbagliato, è tutto sbagliato. Ecco cosa dirò oggi alle 6.

Ore 6 – ufficio del professor Morgan

"E' tutto sbagliato!"

"Chiudi la porta e abbassa la voce, non vorrai che ci sentano!" Alzandosi si toglie gli occhiali e li posa sulla scrivania. È sexy anche quando compie questi minimi gesti quotidiani.

Chiudo la porta col chiavistello e mi avvicino alla sua scrivania.

"Professor..."

"Jeffrey." Mi corregge.

"Jeffrey, io...noi... - annaspo, senza riuscire a far uscire parole dalla bocca – se ci scoprissero...se mio padre ci scoprisse..."

"L'hai detto a qualcuno?"

"No!"

"Hai intenzione di farlo?"

"No!" All'improvviso il volto di Piper mi passa davanti agli occhi. Per quanto ancora dovremo nasconderci cose l'un l'altra?

"Allora non vedo dove sia il problema."

"E se qualcuno sentisse?"

"Perché credi che ti abbia fatta venire qui a quest'ora? Il dipartimento chiude alle 6. Non ci siamo che noi."

"Sì, ma l'altro giorno il dottor Martin ci ha quasi scoperti!"

"Martin non è un problema, gli ho ricordato che non può piombarmi in ufficio senza avvisare e questa volta ti assicuro che non se lo dimenticherà."

Mi domando in che modo abbia ricordato al dottor Martin i suoi doveri. Dio, quel poveretto mi fa davvero tenerezza.

"Sei convinta ora?" La sua voce si è abbassata di tono e ha acquisito una vena di dolcezza che prima non aveva. I suoi occhi caldi mi guardano di sottecchi e sulla sua bocca è ritornato il sorriso sornione che ormai ho imparato a conoscere.

"Più o meno..." Girando intorno al tavolo mi raggiunge e mi posa una mano sulla guancia e l'altra sulla vita.

"Cosa posso fare per convincerti del tutto?" Dicendo ciò avvicina sempre più il suo viso al mio, tanto che posso sentire il suo alito caldo. Deve aver fumato da poco, perché il suo alito sa distintamente di tabacco. È così inebriante.

Jeffrey non aspetta di sentire la mia risposta ma annulla la distanza fra noi trascinandomi nell'ennesimo passionale bacio, di quelli che fanno perdere la strada di casa. Sono convinta, totalmente convinta. E al diavolo il giusto e lo sbagliato, il lecito e l'illecito. Non mi importa che sia il mio insegnante o che sia tanto più vecchio di me. Francamente, non ho idea di quale sia la sua età, ma non ha peso. Lui è straordinario e io ci sono dentro fino al collo.

Victoria's state of mindDove le storie prendono vita. Scoprilo ora