Capitolo 15 - Like there ain't no other love

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Mi incammino verso il suo studio con un nodo alla gola: non so cosa aspettarmi da lui e ciò mi porta a struggermi. Ora che ho ammesso a me stessa di tenere a lui, di tenere a noi, di non considerarci un gioco o un passatempo come un altro, nella mia testa tutto si è complicato. Lui è fidanzato. La sua donna (perché lei lo è davvero, una donna) è una docente, come lui, è realizzata, colta e bella, come lui. Io sono una ragazzina che ha perso la testa. Eppure non riesco a non pensare di avere un certo vantaggio su di lei: mi sei mancata tanto mi ha detto, quando mi ha vista nel suo ufficio. Ha passato due giorni con lei, ma io gli sono mancata comunque. Perché? Ho bisogno di sentirmi dire in cosa io sono in vantaggio, cos'ho più di lei. Voglio sapere perché, nonostante lei, lui abbia cercato me.

La porta del suo ufficio è chiusa e batto con le nocche due colpi secchi prima di aprirla. Dall'interno il suo solito invito ad entrare porta le mie pulsazioni ad un ritmo malsano.

"Nike... - lo vedo alzarsi dalla sedia appena mi vede, per venirmi incontro – chiudi."

Mi volto verso la porta e, mentre faccio scattare la serratura, sento le sue mani sui fianchi. Non appena mi giro verso di lui, le sue labbra imprigionano le mie e tutte le domande che avevo preparato mi muoiono in gola. Ci mette un attimo ad approfondire il bacio e la sua lingua prende a esplorare tutta la mia bocca, le mani strette sui miei fianchi, per non farmi andare via. Dopo lo spaesamento iniziale, mi abbandono a lui e allaccio le mani dietro il suo collo, avvicinandomi ulteriormente.

Sono debole e alla sua totale mercé.

Le sue mani scendono fino alle mie cosce e mi solleva, così allaccio le gambe attorno ai suoi fianchi. Sono sua: ormai è un dato di fatto. Percorriamo la stanza avvinghiati e mi posa sulla scrivania. Mi sfila le ballerine, la giacca, la camicia e quasi non me ne accorgo. Poi mi attacca il collo, lo assale e mi lascia un succhiotto sotto la clavicola. Spero di riuscire a nasconderlo sotto i vestiti, ma la verità è che al momento non mi interessa affatto. Mi sfila anche i jeans e solo a quel punto mi rendo conto di essere praticamente nuda, mentre lui è ancora completamente vestito. Il mio pensiero, tuttavia, non ha seguito, perché lui subito spinge sulle mie spalle fino a farmi sdraiare sulla scrivania. Mi accorgo che mi ha sfilato anche gli slip solo quando la sua lingua raggiunge il mio clitoride. Gemo e la mia schiena si inarca per il piacere. Con una mano intreccia le sue dita alle mie e con l'altra mi stuzzica e mi penetra. Il mio piacere è incontenibile mentre sento la sua barba grattarmi le cosce. Stringo la sua mano così forte che potrei quasi fargli male. Lo sento sorridere tra le mie gambe, mentre si gode il mio piacere con la consapevolezza di esserne l'artefice. Con l'altra mano corro tra i suoi capelli e mi ci aggrappo, come se stessi affogando e lui fosse il mio salvagente. Prende a baciarmi l'interno coscia senza smettere di penetrarmi con le dita. Poi mano a mano la sua bocca risale lungo il mio corpo, fino ai seni, ancora coperti. Si aiuta con l'altra mano ad aprire il gancio del reggiseno e prende a giocare con i miei capezzoli. Sono nuda e voglio ardentemente che lo sia anche lui. Inizio a sbottonargli la camicia con foga, senza curarmi della fragilità dei bottoni. Gliela sfilo e subito passo alla cintura, ai pantaloni, ai boxer che presto si ritrovano tutti accasciati sul pavimento. A quel punto lui mi passa un braccio attorno alla vita, mi attira a sé e mi penetra.

"Sdraiati. – sussurra – lasciati andare."

Io obbedisco e lui solleva le mie gambe, sostenendole dietro alle ginocchia. Poi prende a spingere con forza, a fondo, a intervalli regolari, fatto che mi fa godere pienamente. Intreccia le sue braccia alle mie gambe, impedendomi di muovermi e non fa che aumentare il mio piacere. È quando credo di non poter sopportare oltre che raggiungo l'orgasmo. Il mio piacere sembra caricarlo, così prende a muoversi più velocemente dentro di me e con più violenza. Violento è anche il suo orgasmo, tanto da farlo scuotere dentro di me. Lascia lentamente la presa sulle mie gambe e fa per allontanarsi da me, ma io lo trattengo allacciando i piedi dietro di lui. Con le mani sul suo viso, lo bacio con tutta la forza che ho in corpo. Qualsiasi sia il mio vantaggio su di lei, ho intenzione di sfruttarlo al massimo.

Interrompo il bacio solo quando sento la lingua indolenzirsi e scendo dalla scrivania, raccogliendo i miei vestiti. Sento i suoi occhi su di me, mentre elegantemente infilo i jeans e allaccio la camicetta.

"Guarda che hai dimenticato il reggiseno..." Mi volto verso di lui e gli vedo il suo sorriso sornione stampato in volto.

Raccolgo il reggiseno dal pavimento, mi avvicino a lui e glielo sventolo davanti al naso.

"Tienilo tu, ma conservalo bene. Potrei chiedertelo indietro."

Controllo il cellulare mentre mi allontano dallo studio. Trovo un messaggio di Piper.

Allora, com'è andata?

Pip...quella è fritta.


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Buongiorno tesorini e buon lunedì! 

Oggi capitolo breve ma intenso. Vicky va da Jeffrey a chiedere spiegazioni, ma poi la sua volontà viene meno: lui la prende, la bacia like there ain't no other love, come se non esistesse altro amore. Jeffrey non si prende neanche la briga di giustificarsi ma, in fondo, Vicky non ha alcuna voglia di sentire la verità, preferisce dedicare a lui anima e corpo, ciecamente. 

Voi cosa avreste fatto nei panni di Vicky?

Fatemi sapere la vostra e, come sempre, ci aggiorniamo lunedì prossimo! 

Baci stellari

Vicky


Victoria's state of mindDove le storie prendono vita. Scoprilo ora