Quando ho raccontato a Piper cos'è successo non ne è stata entusiasta: avrebbe voluto che chiedessi spiegazioni, che mi mostrassi risoluta, che molto semplicemente non andassi di nuovo a letto con un uomo impegnato essendone cosciente. So che ha ragione. So di essermi dimostrata debole e priva di rispetto per me stessa. Razionalmente condanno ciò che ho fatto. Avrei dovuto fargli una scenata per avermelo nascosto, per averci provato con me e per provarci nuovamente, senza neanche tentare di giustificarsi. Ma non ce l'ho fatta. Lui mi ha stregata, non sono nemmeno io quando sto con lui. Con lui sono il tipo di ragazza che tenta di ammaliare un uomo facendo la civetta. Piper non mi giudica, ma so di averla delusa. Inoltre, sembra odiare Jeffrey ancor più di quanto facesse prima: tenta di scaricare su di lui ogni colpa per giustificare me. La capisco e la ringrazio per questo, ma ogni volta che la sento dargli dello stronzo il mio istinto vorrebbe che le urlassi contro e che le dicessi che lui non è affatto uno stronzo: è un uomo brillante, affascinante, acuto, passionale.
Non andare a lezione da lui il giovedì mi fa alzare dal letto con molto meno entusiasmo. Il cielo grigio e le nuvole basse, la nebbia che pervade la città, sembrano chiari inviti a rimanere a casa, con un caffè caldo a guardare vecchi film. Alla fine mi convinco ad uscire solo con l'idea di incontrarlo per caso o non per caso.
Per qualche motivo sono sempre stata restia all'idea di scrivergli per prima, come se non ne avessi il diritto, anche prima di sapere di lei. Inconsciamente ho sempre saputo che lui non era mio.
La mattinata scorre regolare in questo clima che dà sonnolenza. Alle 4 mi dirigo alla fermata dell'autobus, con l'idea di tornare a casa e, mentre lo aspetto, sento il trillo di un messaggio sul telefono.
Hai impegni per stasera?
Dipende da te.
In tal caso, sei mia.
Vieni da me alle 7, cucino io.
Ho fatto due docce, provato tre acconciature e cinque diversi abbinamenti di abiti. Come ci si veste per una cena in casa? I jeans sono troppo sportivi e fanno ragazzina e, guardando il mio armadio, mi sembra di avere solo vestiti da segretaria. La combinazione perfetta, alla fine, è un misto di finto trasandato: un abito di lana morbido, ma corto e con lo scollo a barca che lascia intravedere una spalla, autoreggenti di lana e polacchini di cuoio. Scuoto i capelli e li lascio sciolti, a completare quel look che vorrebbe dire "sono bella anche quando non mi impegno", quando in realtà ci ho lavorato per due ore. Chiedo di nuovo in prestito la macchina a papà e la parcheggio nel posto dell'altra volta, in modo da non lasciarla eccessivamente vicina a casa sua. Mentre sono davanti alla sua porta mi rendo conto di non aver portato nulla. Avrei dovuto portare del vino? Sì, avrei dovuto. Ma ormai il supermarket è chiuso e io non saprei dove comprarlo. In più, sono in ritardo. Alla fine mi decido a suonare e si dovrà accontentare della mia presenza. Il cuore mi rimbalza nel petto e cerco di convincermi che sia causato solo dallo sforzo di salire le scale. Non ho il tempo di darmi un'aggiustata, perché lui mi sta aspettando alla porta, appoggiato come sempre allo stipite. Mi guarda salire le scale stando a braccia incrociate, sorridendo sornione.
"Ho quasi pensato che non saresti venuta."
"Sono in elegante ritardo."
"Riesci sempre a sorprendermi: o arrivi prima o arrivi dopo quando mi sarei aspettato."
"E tu ancora ti stupisci..." Dico, passando sotto al braccio con cui mi sta tenendo aperta la porta.
"Dammi pure il cappotto, bimba." Ridendo mette in mostra la sua perfetta dentatura da perfetto americano. Mentre mi avvio verso il salotto, lui si attarda un momento e sento i suoi occhi su di me: è una sensazione meravigliosa sapere che mi guarda. Il salotto è di nuovo illuminato dalla luce giallastra delle lampade sparse per la stanza. Al centro del tavolo rotondo sulla destra noto anche una lunga candela bianca accesa.
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Victoria's state of mind
RomanceVictoria sta per cominciare il suo terzo anno alla facoltà di Lettere di Oxford. Ha la sua amica Piper, litri di caffè e tanta voglia di fare. Il primo corso del nuovo anno è quello di filologia classica. Quello che ancora non sa è che il professore...