A maggio, ad Oxford, il tempo si fa ancora più mutevole. È un viavai di umori, come una vecchia diva del Cinema; come Norma Desmond in Viale del Tramonto: non sai mai cosa aspettarti. Io e Matt abbiamo preso l'abitudine di giocare a scacchi nei cortili dell'Università, ma non siamo ancora riusciti a finire una partita.
"Ho sentito una goccia." Mormoro, spazientita.
"Non è vero. Lo dici solo perché ti ho dato scacco al re."
"No, Matt, te lo giuro. Guarda là." Indico una nuvola sopra le nostre teste, troppo piccola persino per coprire un campo da calcio, eppure sufficiente a porre fine alla partita. Ci rifugiamo in caffetteria, ma Matt non ha intenzione di smettere di giocare. Dalla tasca dei pantaloni, estrae un ritaglio di giornale con una piccola scacchiera disegnata sopra: è un problema di scacchi. Non ne vedevo uno da un pezzo.
Nonno Corrado aveva l'abitudine di risolverli in spiaggia, al posto delle parole crociate. Mi ha insegnato a giocare quando ero ancora una bambina e gli scacchi sono diventati il nostro appuntamento giornaliero.
"Hai mai giocato agli scacchi di Circe?" Chiede Matt.
"Che intendi?"
"Sono scacchi eterodossi: praticamente si aggiunge una regola che non è tipica degli scacchi, tanto per complicare il gioco. Negli scacchi di Circe, le pedine catturate rinascono nella casella di partenza, se la casella è libera."
Osservo la piccola scacchiera. Stallo in quattro mosse. Non so quali siano state le mie quattro mosse, ma sono sicuramente in stallo.
"Per risolverlo, mi servirà un caffè." Dico.
"Te lo prendo subito."
Estraggo dalla borsa una penna e un quaderno e mi metto al lavoro.
*.*.*
Dopo l'ottimo risultato al preappello, le lezioni di Cinema si sono fatte, se possibile, ancora più entusiasmanti. Il programma della seconda parte del corso è il cinema post-moderno e la professoressa House è più bella che mai.
"Ragazzi, la Morte gioca a scacchi!"
La primavera non ha scalfito il suo look total-black, ma lei risplende di luce propria. Sullo schermo c'è un fermo-immagine de Il settimo sigillo (1), dove il cavaliere sfida la Morte.
"Il cavaliere – Block - sa di dover morire, ma non rinuncia alla possibilità di lottare e sceglie l'astuzia. Sfida la Morte al suo stesso gioco per guadagnare quel tempo che sa di meritare."
Matt, seduto accanto a me, alza gli occhi verso lo schermo. Ormai frequenta più i miei corsi dei suoi e quello di Cinema sembra attirarlo come le api al miele.
"Dici che risolveremo gli scacchi di Circe prima che la Morte venga a prenderci?" Mi sussurra all'orecchio.
"Meglio essere ottimisti ed avere torto, che essere pessimisti ed avere ragione."
Abbiamo riempito quattro pagine di schemi, ma il maledetto cavallo nero continua a ricomparire nella sua casella, impedendo lo stallo. I cavalieri neri sono duri a morire (2).
A fine lezione, prendo coraggio e mi avvicino alla cattedra.
"Professoressa House, - la voce mi muore in gola. È questo l'effetto che mi fa questa donna. – sono Victoria Stevens."
"Ah, ciao! Devi essere la figlia di Charles!" Alza gli occhiali dalla montatura nera sulla testa. Ho un tipo, ed è lo stesso per gli uomini e per le donne.
STAI LEGGENDO
Victoria's state of mind
RomanceVictoria sta per cominciare il suo terzo anno alla facoltà di Lettere di Oxford. Ha la sua amica Piper, litri di caffè e tanta voglia di fare. Il primo corso del nuovo anno è quello di filologia classica. Quello che ancora non sa è che il professore...