Non c'è modo di rincorrere il nonno senza sembrare pazza agli occhi di Murray, così traggo un profondo respiro, ringrazio il sexy-dottore per le informazioni e me ne vado camminando di poco più velocemente del solito. Inforco la bici e prego di arrivare a casa in tempo utile. Chissà quali fantasie starà costruendo mio nonno. Per un secondo mi chiedo se c'è davvero qualcosa di cui preoccuparsi: stavo solo parlando con un assistente e papà crederà di certo più alla mia parola che a quella del nonno. Poi mi rendo che, in confronto alla mia reale situazione sentimentale, una storia con Murray apparirebbe innocente. Ragiono sul da farsi: la cosa migliore è entrare in casa con tranquillità, ostentare sicurezza e far sembrare il nonno ancor più visionario di quello che è. Nel vialetto non c'è la macchina di mio padre, segno che è ancora in archivio. È un ottimo inizio. Nonostante il buio del pomeriggio di inizio febbraio, in casa non c'è alcuna luce accesa. Scorgo il nonno seduto in poltrona solo grazie al tondo rosso del suo sigaro acceso.
"Non avrei mai creduto che mia nipote fosse quel tipo di ragazza."
"Il tipo di ragazza che parla con gli assistenti?"
Poso la borsa ai piedi delle scale e accendo la luce del soggiorno: ora che non è più in ombra, il nonno sembra meno minaccioso.
"Ah, è un assistente. Immagino che tuo padre non sappia nulla."
"Anche io non ne so nulla, nonno. A quanto pare solo tu sai di cosa stai parlando."
Preme con forza il sigaro nel posa-cenere e accende la lampada di fianco a lui. Mi rivolge uno sguardo sprezzante.
"Ho sempre ammirato il fatto che tu abbia preso la furbizia di tua madre, ma lei non è falsa."
"E' la verità. Hai travisato tutto. Avevo appuntamento con lui per parlare di un esame."
"Appuntamento?"
Mi mordo la lingua. Devo soppesare meglio le parole da usare.
La porta d'ingresso si apre e, qualche secondo dopo, mio padre esce dal vestibolo.
"Oh, siete a casa tutti e due. – Si avvicina per lasciarmi un bacio sulla testa e nota finalmente le nostre espressioni. – E' successo qualcosa?"
"Chiedi a tua figlia." Ribatte il nonno.
Papà si volta verso di me, stranito.
"Il nonno mi ha vista in caffetteria con Murray, l'assistente della Nobles, e ora crede che abbiamo una storia."
La risata di papà risuona nella stanza.
"Ma è ridicolo..."
"Lo penso anche io, ma so quello che ho visto. – Nonno Henry si alza in piedi. – Charles, devi prendere provvedimenti."
"Stai scherzando? – Fa papà, con gli occhi ancora pieni di lacrime per le risate. – Pensi davvero che... papà! Vic non farebbe mai una cosa del genere!"
Il mio cuore perde un battito. Sto facendo di peggio, papà.
"Mi stai dando del bugiardo?"
"Cosa? No...hai solo frainteso! Murray è un bel ragazzo ed è amichevole con gli studenti...Ti sei fatto un'idea sbagliata..."
"Io so quello che ho visto!" Ripete il nonno, alzando notevolmente la voce.
"Forse è bene che tu te ne torni nel Derbyshire." La voce di papà si è abbassata di un'ottava: è quella di un figlio esasperato e di un padre che non accetta altre intromissioni.
"Sì, direi proprio di sì."
L'indomani mattina, papà accompagna nonno Henry in stazione. Immagino che non lo vedremo per un po'. Io ho abbandonato il libro di storia nell'angolo più buio della mia stanza, dove ammucchio i problemi a cui non è ancora tempo di pensare, per lasciare spazio ad un altro enorme dramma: filologia classica. Mi sono autoimposta di stare lontano da Jeffrey mentre preparo il suo esame, per evitare qualsiasi imbarazzo. Anche Piper deve aver fatto lo stesso ragionamento, così passiamo giornate intere a ciondolare tra la biblioteca e la caffetteria, portandoci dietro i millemila manuali che dobbiamo studiare. Sedute al nostro solito tavolo, sorreggo rapidamente il bicchiere che Piper ha urtato, prima che i vecchi appunti di Holly vengano investiti da una pioggia di caffè.
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Victoria's state of mind
DragosteVictoria sta per cominciare il suo terzo anno alla facoltà di Lettere di Oxford. Ha la sua amica Piper, litri di caffè e tanta voglia di fare. Il primo corso del nuovo anno è quello di filologia classica. Quello che ancora non sa è che il professore...