Nei giorni successivi il freddo non dà tregua e finalmente arriva anche la prima nevicata: il mio feticcio, da quando sono qui, è accogliere la prima neve facendo il giro del campus in bicicletta, con la sciarpa ben stretta attorno alla bocca e i fiocchi che si accumulano sulla punta del naso. Guardo la neve depositarsi sul cemento e mi sento felice come una bambina: mi ricorda i Natali della mia infanzia, passati a guardare fuori dalla finestra della casa in montagna il paesaggio imbiancato, come fosse tutto sotto uno splendido incantesimo. Non vedo e non sento Jeffrey da giorni e sono quasi certa che ora si trovi a Glasgow dall'altra donna. Faccio di tutto per non pensarci, per non pensare a loro che si godono l'inverno sotto le coperte, così come abbiamo fatto noi la scorsa settimana, e mi concentro sul paesaggio innevato che mi si para di fronte. Arrivo a casa poco dopo pranzo, felice ma infreddolita e mi concedo un'infinita doccia calda prima di prepararmi per la festa. Oggi è il giorno della festa a casa di Pat e, dal momento che Piper mi ha avvisata solo stamattina che non ci sarà, dovrò cavarmela da sola. Sono sicura che non avrò alcun problema, dato che conosco una buona fetta degli amici di Patrick, ma essere scaricata dalla propria migliore amica con soltanto qualche ora di anticipo non è un fatto piacevole. La perdono solamente perché doveva vedere Martin e so benissimo che non si vedono da parecchi giorni. Studio per gran parte del pomeriggio e i libri mi aiutano a non pensare a Piper, a Martin, ma soprattutto a Jeffrey e alla sua dannata e bellissima squinzia scozzese. Però proprio non posso fare a meno di chiedermi perché lui continui a mandare avanti questa messa in scena: perché continuare a stare con una donna che tradisci quotidianamente (perché quella è la nostra cadenza) se non hai con lei legami di alcun tipo? Non è sua moglie, non hanno figli... Perché percorrere centinaia di chilometri per vederla? Basta devo scacciare certi pensieri.
Finalmente è ora di prepararsi e così inizio la mia infinita contemplazione dell'armadio alla ricerca di un abito caldo e carino che possa andare bene per stasera. Ne scelgo uno di cotone pesante verde bottiglia con il colletto da camicia bianco da abbinare con collant neri e scarpe oxford. Il problema dei tacchi non si pone dato il nevischio che ricopre le strade della città. Con la macchina di papà arrivo a casa di Patrick in qualche minuto e non sono nemmeno poi tanto in ritardo.
Sono stata più volte a casa sua quando ci frequentavamo spesso: è una villetta a schiera con giardinetto anteriore e posteriore, entrambi totalmente incurati date le capacità di giardinieri di Pat e dei suoi coinquilini. Vivono in quattro lì dentro, tutti studenti di fisica, uno più sconvolto dell'altro.
Sento un misto di musica e voci provenire dall'interno già dal cancelletto. Busso alla porta di ingresso e ad aprirmi è Penny, la ragazza di Patrick.
"Ah, Victoria! Sei venuta!"
"Ciao Penny! Come stai?" Non ho mai capito quali fossero i sentimenti di Penny nei miei confronti. Oscillava continuamente dalla quieta simpatia all'astio più brutale, ma Pat mi ha sempre assicurato di starle simpatica. Sta di fatto che mi liquida in pochi secondi, subito dopo avermi indicato dove lasciare il cappotto. Poco dopo è Pat a venirmi incontro, già visibilmente alticcio.
"Vicky! – mi abbraccia. – Sono contento che tu sia qui! Sei sola?"
"La mia amica mi ha dato buca."
"Cavolo...mi spiace! Dai, vieni...ti presento un po' di gente!"
Come previsto, conosco già molti di loro e non mi è difficile ambientarmi. Mentre parlo con Reg, uno dei coinquilini di Patrick, che non vedevo dai tempi del primo anno, noto su di me lo sguardo di un ragazzo che sta dall'altra parte della sala, seduto su uno sgabello, mentre finge di intrattenere una conversazione con la tipa davanti a lui. Gli rivolgo uno sguardo interrogativo e lui subito interrompe il contatto, imbarazzato.
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Victoria's state of mind
RomanceVictoria sta per cominciare il suo terzo anno alla facoltà di Lettere di Oxford. Ha la sua amica Piper, litri di caffè e tanta voglia di fare. Il primo corso del nuovo anno è quello di filologia classica. Quello che ancora non sa è che il professore...