Capitolo 26 - Where does the good go?

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Esco da casa di Jeffrey alle 10 del mattino, quando tutti dovrebbero essere in altre faccende affaccendati, in modo da non incontrare nessuno sulle scale. Gli lascio la chiave sotto lo zerbino e vado in caffetteria, dove mi aspetta Gwen, in attesa dell'uscita dei risultati di storia.

Ora che la sessione è finita, Gwen ha cambiato faccia: le occhiaie sono sparite, gli occhi celesti sono luminosissimi e la sua testa di capelli rossi è più bella che mai. All'orecchio sinistro porta quattro orecchini ad anello e, ad uno di questi, è appesa una minuscola saetta.

"Ti vedo rilassata... Hai finalmente capito che sei andata bene?" Le sorrido, sedendomi di fronte a lei.

"Oh, no, ho già avuto il mio crollo emotivo, ieri sera. Poi Jamie mi ha fatta fumare. Credo di essere ancora un po' fatta."

Murray ha giurato che avrebbe appeso i risultati davanti allo studio della Nobles alle 11 in punto e lui è un uomo di parola. Oggi indossa dei pantaloni antracite che riempie alla perfezione, così finisce che, per distrarmi dall'ansia del voto, mi ritrovo ipnotizzata dai movimenti del suo sedere, mentre lui calca le puntine sulla bacheca di sughero. Quando lui si volta verso di noi, il mio sguardo è ancora puntato troppo in basso per risultare innocente e, quando lo alzo di scatto, incontro il suo ghigno.

"Forza, Stevens. Nonostante tutto, è andata bene." Mi fa l'occhiolino, prima di allontanarsi.

Come una mandria impazzita, tutti noi ci precipitiamo davanti alla bacheca, per scoprire i risultati. Gwen, accanto a me, emette un gridolino, nello scoprire di aver preso il massimo. Io sorrido, davanti al mio buon 27.

Gwen mi saltella davanti, parlando al telefono con Jamie e io mi chiedo se sia il voto, l'amore e l'erba a farle quest'effetto. Mi passa il suo cellulare, per farmi parlare con Jamie che mi chiede cortesemente di non farla bere almeno per le prossime quattro ore. Intanto lei mi abbraccia e io prometto a Jamie di procurarle un enorme caffè e una boccata d'aria fresca.

Per festeggiare andiamo al mercato coperto, da Georgina, a mangiare la cheesecake. Tra un boccone e l'altro, mi ritrovo a fissare il cellulare, perplessa: vorrei dire a Jeffrey dell'esame, considerato anche tutto il tempo che gli ho rubato per ripetere la Rivoluzione Russa e quant'altro, ma non faccio che pensare al nostro litigio. Ieri sera mi ha aiutato ad asciugare i capelli, mi ha dato i suoi vestiti, abbiamo fatto sesso e io ho anche dormito da lui, eppure non riesco a pensare a noi nel modo in cui pensavo a noi ventiquattr'ore fa. Mi ha riaccolta come un randagio, con un misto di tenerezza e biasimo. Mi ha coccolata e non ha parlato. Mi ha nutrita, di tutto ciò con cui poteva nutrirmi: carne, whiskey e baci. Non ha parlato, né bene né male di me. E ancora non riesco a pensare a noi nel modo in cui pensavo a noi ventiquattr'ore fa. Il nostro idillio si è rotto.

Fisso la sua chat e, finalmente digito:

Nonostante tutto, è andata bene...

27!

Brava, bimba.

Passo in ufficio dopo?

Ho degli appuntamenti

Ci sentiamo stasera

E' nel mondo dei grandi, ora. Io non sono ammessa.

*.*.*

Giovedì pomeriggio, Piper dà appuntamento a me e ad Holly per un the da Life. Non la vedo da quando è corsa a casa mia piangendo e non ho avuto cuore di parlarle della litigata con Jeffrey, per paura che si assumesse tutte le colpe. Ha già il suo di cuore spezzato a cui pensare.

Victoria's state of mindDove le storie prendono vita. Scoprilo ora