È la mattina del secondo giorno di lezione del mio ultimo anno di università e a me non è suonata la sveglia. Peggio, rischio di arrivare in ritardo alla seconda lezione del professore più assurdamente bello che io abbia mai avuto. Professore con cui ho avuto uno scambio di battute non proprio chiaro soltanto una manciata di ore fa. Scambio di battute che mi ha portata a dimenticare di puntare la sveglia. Comunque giri la questione, io rimango una frana. Mi scaravento fuori dal letto e mi vesto a caso, stramaledicendomi perché proprio questa mattina, su tutte le mattine, mi tocca vestirmi a caso. Ho giusto il tempo di controllare il telefono per leggere il messaggio di Piper: lei mi aspetta in caffetteria, come al solito. Non farò mai in tempo a raggiungerla. Le rispondo brevemente: - Ti raggiungo in aula, tienimi il posto!
Ringraziando il cielo, stamattina non piove, così posso prendere la bici. Raggiungo la facoltà in poco tempo, ma mi sento talmente in ritardo da non concedermi nemmeno il lusso di controllare l'orologio. Aprendo la porta dell'aula faccio più rumore del necessario e noto lo sguardo del professor Morgan scattare nella mia direzione. Indugia su di me solo un momento, poi torna alla sua lettura. Nonostante lui si trovi già in aula, la lezione non è ancora iniziata. Scruto tutta la platea alla ricerca di Piper e finalmente la trovo: si è nascosta nel posto più infimo dell'aula, dietro il proiettore.
"Non avresti potuto sederti in cortile, già che c'eri?" la sbeffeggio, quando ormai sono accanto a lei. Prendo posto, estraggo il computer dalla borsa e lancio un'occhiata fugace al professor Morgan, che però tiene sempre gli occhi sul suo libro. Piper mi scruta impaziente, come se non vedesse proprio l'ora di incontrarmi e mi chiede:
"Allora, com'è andata la serata?"
Per quanto mi aspettassi una domanda del genere, scopro di non essere affatto pronta a rispondere: "Il buffet era squisito e ho cercato di mantenermi fuori dai guai. Al di là di questo niente di nuovo." A parte che mi sento mortalmente attratta dal professore che sta in cattedra in questo momento.
Faccio il possibile per mantenere il mio sguardo fisso sullo schermo del computer e quando Piper sembra sul punto di chiedermi altro, la voce del professor Morgan giunge a salvarmi:
"Buongiorno ragazzi" esordisce, dopo essersi schiarito la voce. La sua voce calda e roca mi provoca un brivido tale da scompormi e spero che Piper non abbia notato il mio movimento. Faccio il possibile per mantenermi distaccata ma, ogni volta che noto il suo sguardo balenare nella nostra direzione, non posso fare a meno di sussultare. Il pensiero che stia guardando proprio me non riesce ad andarsene: d'altronde ci siamo solo noi quassù. Con uno sforzo sovrumano, mantengo l'attenzione sui miei appunti per tutta la lezione. Non appena la lezione finisce, raccolgo le mie cose in tutta fretta e mi dirigo verso l'uscita, senza nemmeno essere sicura che Piper mi stia seguendo. Sulla soglia non resisto e lancio uno sguardo verso la cattedra: lui sta raccogliendo le sue cose e non guarda affatto nella mia direzione. Non sono sicura che ciò mi faccia piacere. Non indugio oltre e, appena Piper mi raggiunge, usciamo in corridoio. Lei deve aver notato la mia stranezza di stamattina, infatti mi chiede:
"Hai sentito per caso qualcosa di strano su di lui alla festa?"
Pur essendo quasi certa che si riferisca a quel Lui, esito e domando: "Lui chi?"
"Il professor Morgan... – mi risponde a bassa voce – è da quando l'hai visto stamattina che ti comporti in maniera assurda!"
"Cosa? No, sono solo stanca. Tranquilla." Le rivolgo un sorriso che cerca di essere il più sincero possibile, sperando che lei non indaghi oltre.
*.*.*
Il giorno dopo avremmo avuto la terza lezione di filologia, l'ultima della settimana. Questa volta ho ricordato di puntare la sveglia, ma non è servita: mi sveglio, infatti, mezz'ora prima e, in preda all'agitazione, inizio a prepararmi. Faccio una lunga doccia, scelgo gli abiti con cura (un paio di jeans skinny, una camicia taglio uomo azzurra e un cardigan blu) e mi acconcio i capelli in onde morbide che mi ricadono sulle spalle. Nonostante tutta la calma, sono pronta con largo anticipo e così decido di raggiungere il campus a piedi, anche per evitare di rovinare la piega dei capelli. Entro in caffetteria poco prima di Piper. Quando la vedo arrivare, le vado incontro e insieme prendiamo posto ad un tavolo vicino al vetro. Davanti ai nostri caffè rimaniamo in silenzio, ma è un silenzio tutt'altro che rilassato. Non so perché non mi sia ancora confidata con lei e non lo faccio per sfiducia. Ho solo paura che tutte queste sensazioni appaiano ridicole una volta espresse ad alta voce. Inoltre, ho la netta sensazione che anche lei mi stia nascondendo qualcosa. Sto quasi per rompere gli indugi e iniziare a parlare, quando la vedo alzare la testa dalla tazza, quasi volesse fare lo stesso anche lei. Rimaniamo interdette in quel limbo e l'unica soluzione per uscirne pare essere un sorriso imbarazzato che ci rivolgiamo a vicenda. La situazione si sblocca grazie all'arrivo di una voce amica:
"Ciao belle!" Holly posa il suo bicchiere di caffè al nostro tavolo e ci rivolge un sorrisone entusiasta.
Olivia è una laureanda magistrale con cui ho in comune la dipendenza da caffè. L'abbiamo conosciuta ormai un anno fa e ci fa da apripista ai corsi, dandoci dritte e consigli. Ci tiene d'occhio, ci guida e ci fa un po' da mamma con quel suo fare perennemente sarcastico e furbo.
"Allora, come state? Che corsi avete iniziato?"
Segue un nuovo attimo di silenzio imbarazzato. Io so perché fatico a parlare di filologia, ma Pip? Alla fine decido di rompere io gli indugi:
"Stamattina abbiamo la terza lezione di filologia classica."
"Con Morgan?"
Sento le mie guance accaldarsi. Piper si aggiusta sulla sedia e, finalmente, interviene.
"Esatto. Consigli? Io ho un po' paura..."
"Morgan è... - Holly alza gli occhi alla ricerca della parola giusta. – diciamo pignolo, per essere carini. Si vede che ci tiene parecchio a quel che insegna, ma è anche molto bravo. E bello, se me lo concedete..." Poi ride tranquilla, senza sapere cosa mi passa per la testa.
A sorpresa, anche Piper scoppia a ridere:
"Sì, se ti piacciono barbuti e stronzi..."
"Eddai Pip, ha carisma, c'è da ammetterlo... - A quel punto, Holly si rivolge a me. – Tu che dici, Vic?"
Avvampo, lo sento distintamente.
"Io... io non penso che sia il caso di fare tardi a lezione..."
E, detto ciò, raccolgo la tracolla e saluto Holly in fretta e furia, prima di uscire dalla caffetteria. Piper mi segue in silenzio e mi ritrovo a chiedermi fino a che punto il mio comportamento possa esserle sembrato strano. Violet, la sua compagna di stanza, la trattiene a parlare ai piedi dello scalone e io decido di non aspettarla, andando direttamente in classe. Mi lascio alle spalle così la mia amica e tutto ciò che non riesco a dire nemmeno a me stessa.
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Angolo dell'autrice
Buongiorno raggi di sole ☀️ e buon lunedì!
Questo capitolo è piuttosto breve ma introduce un personaggio molto importante, cioè Holly. Holly è la terza tessera del nostro puzzle, colei la quale, a breve, completerà il nostro universo narrativo con la sua storia. Vi invito a volerle bene, così come gliene vogliamo noi ❤️
Detto ciò, non mi perdo in ulteriori chiacchiere e vi invito a passare da Us against the world per deliziarvi anche con il punto di vista di Piper. (Il nuovo capitolo è in arrivo mercoledì 27)
Lasciate un commentino per farmi sapere cosa ne pensate!
Giuro che ho finito. A lunedì prossimo!
Baci stellari ✨
Vicky
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Victoria's state of mind
RomanceVictoria sta per cominciare il suo terzo anno alla facoltà di Lettere di Oxford. Ha la sua amica Piper, litri di caffè e tanta voglia di fare. Il primo corso del nuovo anno è quello di filologia classica. Quello che ancora non sa è che il professore...