Capitolo 9 - Nella tana del lupo

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Come previsto, il tempo sembra non passare mai. La notte è stata agitata, affollata di sogni, interrotti da bruschi risvegli, tutti sul professor Morgan: lui che mi fissa, lui che mi tocca, lui che mi bacia... Mi sono svegliata sudata e con la testa pesante. Ho temuto di avere la febbre. Quando finalmente è suonata la sveglia, io non sembravo affatto una che aveva dormito 8 ore.

Mi alzo lentamente e ancora con un cerchio alla testa. Sarà una giornata importante e mai come ora dovrei mettermi carina, ma la verità è che sono solo distrutta dal sonno e dall'ansia. Che succederà? E se per lui fosse stato tutto un errore? Se mi volesse rivedere solo per chiuderla qui? Che poi non ci sarebbe nulla da chiudere, è stato solo un bacio: un bacio pazzesco, un bacio stellare...ma pur sempre un bacio. Nemmeno la doccia riesce a riportarmi in vita e così ne esco sconsolata, ben sapendo di dover intraprendere una sessione di trucco piú insidiosa del solito. A trucco completato, posso dirmi soddisfatta: sono riuscita a coprire le occhiaie e la mia carnagione olivastra è messa in risalto dal blush pesca sulle guance. Riordino i capelli e cambio idea sulla forma che dovrebbero avere almeno diciotto volte, il tutto per lasciarli poi semplicemente sciolti. Poi, dubbio amletico: gonna o non gonna? Dopo aver soppesato tutti i capi del mio armadio, opto per una gonna scozzese, una camicetta sciancrata bianca e un cardigan. Ai piedi metto le oxford nere. Alla fine riesco ad essere in ritardo per lezione di storia contemporanea, così mi capicollo fuori e raggiungo il campus quanto più velocemente la mia bici e le mie gambe possano concedere. Per tutto il giorno faccio il possibile per tenermi impegnata, tra lezioni, studio e compagni, ma mano a mano che si avvicinano le cinque, la cosa diventa più difficile. Alle 5 meno un quarto decido di rompere gli indugi e andare, calcolando con un eccesso insensato il tempo che ci avrei messo ad andare dalla biblioteca all'ufficio del professor Morgan.

Mancano, infatti, ben 8 minuti alle 5 quando raggiungo la sua porta. Indecisa sul da farsi, aspetto a bussare per poi rendermi conto di non poter rimanere impalata nel corridoio a quel modo senza sembrare, quantomeno, stramba. Così mi faccio forza e busso.

"Avanti." Dice la voce del professor Morgan dall'interno.

"Professor Morgan..." entro timidamente e mi rendo improvvisamente conto di non essere per nulla preparata a ciò che sta per accadere.

"Victoria...entra e chiudi la porta" mi rivolge un sorriso affabile e con un gesto mi indica la sedia di fronte alla scrivania. Invece di rimanere seduto, lui fa il giro del tavolo e torna a posizionarsi sul davanti, come aveva fatto ieri.

"Victoria, volevo chiederti scusa per quello che è successo ieri...non volevo in alcun modo forzarti..."

"Non mi ha forzata! - lo interrompo io - Io lo volevo...io la volevo... - abbasso la voce tanto da renderla un sussurro - e la voglio ancora..." mi fisso le mani in preda all'imbarazzo.

Lui si china e appoggia le mani sui braccioli della sedia, portando il suo viso a pochi centimetri dal mio.

"Davvero mi vuoi, mia Nike?"

"Terribilmente."

È a quel punto che mi solleva con un braccio e mi porta a sé, per poi tornare a baciarmi come aveva fatto ieri, anzi, se possibile con ancora più passione. Io allaccio le mie braccia attorno al suo collo, per stargli ancora più vicina. Lo sento allontanare con un calcio la sedia su cui ero seduta fino ad un momento fa e poi mi alza fino a farmi sedere sulla scrivania. A quel punto mi apre le gambe e vi si insinua in mezzo, poggiando le mani sulle mie ginocchia. In preda alla passione, decido di abbandonare ogni timidezza e inizio a sbottonargli la camicia nera, fino a scoprire una buona parte del suo petto villoso. Gli passo entrambe le mani sui peli ricci e scuri e poi risalgo fino al collo e al mento, massaggiandogli la barba. Le sue mani, intanto, risalgono dalle ginocchia e si insinuano sotto la mia gonna, fino a raggiungere l'elastico delle mie calze. Una volta raggiunto l'elastico, inizia a sfilarmi i collant lentamente, in modo da accrescere ancora di più il mio desiderio. Arrivato alle ginocchia, sempre lentamente, mi toglie le scarpe e si allontana da me giusto il tempo di sfilarmi le calze dai piedi. Quando sono finalmente libera dai collant, allaccio le gambe attorno alla sua vita e lo attiro verso di me. Le sue mani tornano a posizionarsi sul mio collo, ma presto una scende fino a raggiungere i bottoni della mia camicetta. Li sbottona uno a uno, fino ad arrivare all'ultimo, per poi togliermi la camicia con un gesto secco. A quel punto, la mano che aveva usato per occuparsi dei bottoni passa sulla mia schiena e si ferma là dove c'è il gancio del reggiseno. È tanto svelto a sganciarlo che quasi non me ne accorgo. Ora sono mezza nuda davanti a lui, ancora quasi del tutto vestito, ma così forte e virile da impastarmi quel poco di cervello che mi resta. Attacca subito uno dei miei seni, prima con una mano, poi con la bocca, andando a mordere il capezzolo con decisione. Tento di trattenere un gemito ma invano: il piacere ormai è incontrollabile. A quel suono, la sua bocca risale verso la mia.

"Shh...non vorrai farci scoprire..." mi sussurra sulle labbra, poi vi spinge con decisione e mi ritrascina in un bacio infuocato. A quel punto gli sfilo la camicia, ormai completamente aperta, e gliela lancio sulla sedia. Lui infila nuovamente le mani sotto la mia gonna e non ci vuole molto prima che mi sfili gli slip.

La gonna corta è semi sollevata e io riesco a percepire il legno liscio e freddo sotto le cosce. Ormai non ce la faccio più. Mi concentro sulla cintura del professor Morgan e la slaccio velocemente, rivolgendo subito la mia attenzione sul bottone dei pantaloni sartoriali. Non perdo nemmeno il tempo di togliergli i boxer e ci infilo una mano dentro, dove la sua virilità è pronta e dura. Al mio gesto lui risponde approfondendo il nostro bacio e massaggiando con forza uno dei miei seni con la sua grande mano. L'altra mano è scesa sulla mia coscia e si insinua sotto la gonna, fino a raggiungere la mia parte più sensibile. Quando la raggiunge, sono io ad approfondire il bacio per evitare di lasciar sfuggire il mugugno che mi sento crescere nel petto.

"Sei bagnata, mia Nike...sei bagnata per me." Detto ciò, è lui stesso a sfilarsi i boxer con un gesto secco e, con un gesto altrettanto secco, ad attirarmi a lui. Mi penetra senza troppe cerimonie ed è da subito deciso e forte. Continuiamo a baciarci per evitare che i nostri respiri si facciano eccessivamente rumorosi. Tiene una delle mie gambe ben stretta attorno alla sua vita e avvolge il suo braccio attorno alla mia. Mi rendo conto che siamo in qualche modo speculari e quello che stiamo facendo non mi appare più in nessun modo uno sbaglio, ma un passo del destino.

Il suo ritmo è lento e deciso, mi scava nel profondo. Non ci metto molto a raggiungere il culmine e, quando accade, faccio correre le mani tra i suoi capelli e stringo ancor più forte la sua bocca alla mia. Lui percepisce il mio orgasmo e aumenta il ritmo, fino a che, non molto dopo, lo raggiunge anche lui. Esce velocemente da me e va a recuperare un fazzoletto.

Ora che non è più vicino a me, all'improvviso sento freddo. È come se solo ora mi accorgessi di essere effettivamente quasi nuda. Mi rivesto in fretta, recuperando mano a mano i miei capi di abbigliamento dal pavimento. Ancora non sono riuscita a guardare il professor Morgan. È come se ora fosse tornato tutto sbagliato. La sensazione di completezza che ho provato poco fa, ora sembra lontanissima nel tempo e nello spazio. Raccolgo la borsa e mi dirigo verso la porta. Prima che giri il chiavistello, il professor Morgan mi ferma.

"Nike – si sta rinfilando la camicia nei pantaloni ed è in piedi dietro alla scrivania – domani alle 6?"

"Ci sarò." E con queste parole penso di aver firmato la mia condanna a morte. 

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Buongiorno e buon inizio settimana!

Direi un inizio di fuoco, specialmente per la nostra Vicky! Le cose iniziano a farsi scabrose e sembra proprio di essere giunti al punto di non ritorno... 

Proprio (oddio, magari non proprio) come Morgan dà appuntamento a Vicky, io vi dò appuntamento alla prossima settimana, sempre qui, in diretta e stereo.

Baci stellari

Vicky

Victoria's state of mindDove le storie prendono vita. Scoprilo ora