Cap. 4

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<< Interrompo qualcosa? >>
<< No. Certo che no. >> affermo salendo in macchina.
<< Sapete che potremmo essere a New Orleans in pochi secondi se solo mi lasciaste fare!? >> intervengo una volta che l'auto parte. La Francia è molto distante dagli Stati Uniti.
<< No Felicity. Ne abbiamo già parlato.>> afferma il vampiro elegante.
<< D'accordo ma non aspettatevi la stessa cosa da me! >> e prima che potessi sentire una qualsiasi risposta riesco a ritrovarmi a New Orleans davanti la casata dei Mikaelson. Non appena mette piede dentro, qualcosa mi fa uscire fuori volando.
<< E tu chi diamine sei? >> mi domanda una donna dai capelli corti biondi.
<< Sono Felicity. Hope non ti ha parlato di me? >>
<< Si... - sussurra mollando la presa magica su di me - Dove sono i miei fratelli? >>
<< Loro ci metteranno un bel po' più di me. >>
<< Cosa gli hai fatto? >> riesco a notare i suoi denti stretti mentre domanda.
<< Hei hei! - alzando le mani al cielo e sorridendo - Io non ho fatto niente a loro. Li ho riuniti ma non volevano venire con me. Sono diretti all'aeroporto francese per poi scendere... non ricordo dove. >> ammisi.
<< Sentimi - ricomincia Freya - non so come tu abbia fatto ma ritornerai dai miei fratelli e, che loro vogliano o meno, ritornerete tutti e tre insieme. Sono stata abbastanza chiara? >> mi domanda stringendomi il braccio. Allontano la sua mano dal mio braccio e la avverto:
<< Non azzardarti mai più a toccarmi! Hai capito? >>
<< Altrimenti? >> lei alza la testa in segno di sfida.
Assottiglio gli occhi, avvicinando le sopracciglia e sorrido: la faccio ispirare forte con la gola, facendole mancare l'aria, si posiziona le mani attorno. Cade a terra ancora in cerca di aria. Stava diventando rossa in faccia e, giusto un attimo prima che lei perdesse i sensi, la smetto ridandole tutto l'ossigeno che prima le avevo sottratto.
<< Ritorno da Klaus ed Elijah ma non perché sei stata te a chiedermelo... ma perché sono la famiglia di Hope e non avrei dovuto lasciarli soli. Spero che la lezione ti sia bastata. Fidati, sono stata leggera solo perché sei una Mikaelson, altrimenti non saresti più in questo mondo. >> questa è l'ultima cosa che le dico prima di tornare nella macchina dalla quale prima me ne ero andata.
<< Ma come fai a farlo? >> domanda in un sorriso il Mikaelson più grande. L'ibrido, invece, era intento a guidare.
<< Scusatemi ma devo farlo. >> dico notando i loro volti confusi. Poggio entrambe le mie mani sulle loro spalle, chiudo gli occhi e in pochi secondi li riapro e voilà! New Orleans.
Elijah stava per dire qualcosa però poi si ferma senza domandare nulla.
<< Non c'è di che. >> dico congratulandomi con me stessa.
Dopo aver unito i due fratelli con le due sorelle, mi dirigo in una stanza vuota cercando di concentrarmi. Voglio localizzare Hope ed aiutarla. Ci sta mettendo troppo tempo a riportare Kol soprattutto se considero il fatto che le ho insegnato come viaggiare con la magia.
Sono seduta in ginocchio e le mani appoggiate sopra di esse, con gli occhi chiusi. Non appena comincio con la localizzazione, qualcuno mi interrompe aprendo la porta. Sbuffo fermando il mio sguardo sulla sagoma della persona entrata.
<< Marcel Gerard. Come posso aiutarti? >> con un sorriso beffardo.
<< Andandotene via. >>
<< Come scusa? >> domando ironicamente confusa.
<< Ho visto quello che hai fatto a Freya. E perché l'hai fatto? Per il semplice fatto che ti ha stretto il braccio. Questa è una cosa da malati! Cosa farai a Hope o agli altri membri della famiglia quando qualcuno andrà contro i tuoi ideali? Li ucciderai? >>.
Sbuffo sorridendo e poi parlo io:
<< No ma tu non sei un Mikaelson quindi potresti essere la mia prima vittima qui a New Orleans. Per favore, esci dal mio campo visivo. Non voglio farti del male. >>
<< Fidati tesoro... non ci riusciresti neanche volendo. >>.
Avete presente la mia risata malefica? Ecco, è ritornata ed, intanto, mi alzo in piedi e riapro il discorso:
<< Perché sei un ibrido? Forte quanto gli originali? Beh, indovina? Non c'è da sottovalutare questa ragazza che ti ritrovi davanti. Riesco a percepire la magia nera che invade il tuo corpo e sai perché? Perché io sono magia nera! Faresti bene ad andartene finché sei in tempo... potrei dimenticare questo nostro incontro e far finta di niente. >>
<< Tu non mi spaventi ragazzina. >> anche lui sorride per poi prendermi dal collo.
Chiudo gli occhi e prendo un lungo respiro cercando di non perdere il controllo.
<< Non sembri poi così tanto forte adesso. Non è così? >> e certo però che anche lui se le cerca cazzo. Nel preciso istante in cui lui dice quella frase, apro gli occhi e non appena gli occhi miei si aprono, la mano di Marcel si contorce mollano la presa su di me. Quando si trova un po' più lontano da me, la sua mano penetra nel proprio torace toccandosi il cuore. Riesco a percepire il suo cuore che batte sulla mia mano. Lui ringhia mentre io sorrido. Nel momento in cui il suo cuore si sarebbe staccato dalle sue arterie, Klaus entra nella stessa stanza urlandomi contro. Ma il mio sguardo è ancora dominato dalla rabbia.
Sento le sue mani poggiarsi sulle mie spalle. Sposto i miei occhi da quelli di Marcel a quelli di Klaus.
<< Felicity! Calmati. Guardami. Respira delicatamente, ok? - ma io mi irrigidisco ancora di più - Felicity! - facendosi ascoltare bene - Io bene non ti conosco ma fidati se ti dico che un giorno te ne pentirai. Marcel non è pericoloso. Lui fa parte della famiglia, esattamente come te. - faccio in modo che la sua mano sciolga la presa sul suo cuore ma faccio in modo che rimanga là in ogni caso - Non deve per forza andare così. Tu puoi essere migliore di questo... tu sei migliore di questo. >>
<< No, non è vero! >> affermo con denti stretti stringendo ancora una volta la presa sul cuore Marcel.
<< Felicity! - urla Klaus dopo il grido di dolore di colui che crebbe come un figlio - Ti prego! >> supplica l'ibrido.
I suoi occhi sono addolorati, leggermente lucidati, chiedendo quasi pietà.
Mollo tutta la presa magica su Marcel e, sta volta, sono io a cadere sulle ginocchia lasciando le lacrime prevalere.
<< Mi dispiace! >> sussurro alzando lo sguardo verso di lui mentre intravedo Marcel andarsene via.

<< Mi dispiace! >> sussurro alzando lo sguardo verso di lui mentre intravedo Marcel andarsene via

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Si abbassa mettendosi anche lui in ginocchio.
<< Felicity... va tutto bene. - segue le parole togliendomi le lacrime dalle guancia con il suo pollice. Mi sorride genuinamente, provocando anche in me un sorriso altrettanto genuino -  Non devi temere, non sei più sola. Adesso hai una famiglia che si prenderà cura di te. >>.
Senza esitare per nemmeno un istante, lo strinsi forte a me in un caloroso abbraccio. Uno che mi mancava da moltissimi anni. Inizialmente rimase tipo preso alla sprovvista, ma subito dopo ricambiò.
Mi allontanai ritrovandomi faccia a faccia con lui. I nostri visi erano molto vicini, forse fin troppo. Sento ancora il cuore battere forte come mai prima d'ora e il motivo non lo capisco però so che in questo istante mi sento agitata a ritrovarmi a pochi millimetri di distanza dal suo volto.



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