The Dance

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E Celine se ne stava lì, la sua mano che percorreva nervosamente il braccio mentre era in piedi – da ormai un lungo tempo – a fissare imbarazzata al di là della porta. Un vestito rosso le avvolgeva il corpo, terminando appena sotto le ginocchia. I capelli, stirati al punto da raggiungerle i fianchi, splendevano più che mai e i suoi occhi verdi, erano messi in gran luce dal trucco. Tutto era perfetto. Ma non per lei.
Momenti come questi, in cui si sentiva persa nelle sue stesse insicurezze, erano i momenti in cui desiderava che Paulo fosse al suo fianco.

"Celine." Un sorriso sghembo comparve sul volto del ragazzo biondo, nell'istante stesso in cui lei gli si avvicinò. Celine ricambiò il sorriso, mentre, agitata, continuava ad intrecciare le dita le une con le altre. La serata era appena iniziata e lei già non vedeva l'ora che finisse.

Si sentiva così fuori posto- gli occhi, era puntati tutti su di lei. Uno ad uno con i mormorii riusciva a percepirli, quando passava di fianco alle ragazze del suo stesso anno. Celine non aveva ancora realizzato quanto ardente fosse in lei il desiderio di inghiottire il mondo con un solo boccone. Quanto rapidamente stesse spingendo se stessa a crescere, tanto da farla sentire a disagio fra le persone della sua stessa età.

Non era più divertita dalle risate e dagli scherzi che loro amavano fare. Si sentiva anzi come persa in un mare enorme, bloccata esattamente nel mezzo di esso, dove però ora ritrovava se stessa.
Quando era andato tutto storto?

Avrebbe dovuto incolpare sua madre? O era stato il giorno in cui aveva incontrato Paulo al supermercato? La morte di suo padre? O forse un insieme di tutto? A dire il vero, non le importava, non più, perché proprio lì e in quel momento Celine capì di stare portando un peso troppo pesante sul cuore. Poteva sentirla bene, la causa del suo dolore.

"Balliamo." Quentin propose, porgendole la propria mano. Celine si morse un labbro, lo sguardo fermo sulla mano di lui che non aspettava altro che intrecciarsi alla propria. Sorridendo, annuì per poi seguirlo lentamente, mentre lui si spinse in mezzo alla folla. Le sue mani trovarono presto i fianchi di lei, che ancheggiavano lenti a ritmo della canzone. Gli occhi sul petto di lui, incapaci di sorreggere uno sguardo diverso da quello a cui era normalmente abituata.

Il diciassettenne alzò un sopracciglio, studiandola silenziosamente. La ragazza che teneva tutto per sé, e per cui molti ragazzi  avevano giocato scommesse su scommesse per scoprire chi se la sarebbe fatta per primo. La ragazza che tutte le altre invidiavano. Nulla di tutto ciò a lei però importava, era lì solo per terminare il liceo e a loro non prestava la benché minima attenzione. Aveva i suoi pesi da portare e sopportare, troppi per essere oltretutto coinvolta in qualcosa di così infantile come la gelosia.

"Stai bene?" La voce del ragazzo venne fuori soffice. Era intrigato da lei e moriva dalla voglia di sapere qualcosa di più, tipo se ci sarebbe stata, per esempio.

Celine annuì, un piccolo sorriso sulle labbra, "Stavo solo pensando," Chiarì, "Pensando al mio ragazzo, nient'altro."

Quentin annuì, sentendo una piccola fitta nel petto non appena udì quella parola rotolare fuori dalla sua bocca, "Ragazzo?"

Celine annuì ancora pensando a cosa avrebbe fatto Paulo, se fosse stato al posto del ragazzo. Sapeva che nell'esatto istante in cui avrebbe varcato la soglia del soggiorno, lui sarebbe stato lì a riempirla di domande, "Non era troppo entusiasta quando sono uscita." Rispose.

Paulo era molto lontano dall'essere felice. Se fosse stato per lui, l'avrebbe accompagnata, facendo in modo che Quentin ben mantenesse le distanze, "Non frequenta questa scuola, giusto?"

Lei scosse la testa, "È più grande di me." Lo informò, "L'ho incontrato in un supermercato circa un anno fa."

Quentin sorrise dolcemente, gli occhi verdi che la guardavano un po' tristi e un po' delusi, "È brutto sapere che non sei disponibile." Parlò, "In realtà, stavo morendo dalla voglia di conoscerti meglio e-"

"Mi dispiace se le mie intenzioni non erano chiare-" Celine iniziò a scusarsi, per poi essere interrotta dal ragazzo.

"Non ce n'è bisogno." Taglio corto, "Spero solo che potremmo essere amici ora. Dal momento che sei off-limits, mi piacerebbe davvero essere tuo amico."

Celine annuì sorridendo felice. Non aveva amici, a dirla tutta Paulo era il suo unico amico. Questo per lei era un grande passo avanti e per nessun motivo al mondo avrebbe rinunciato ad una tale offerta, "Sarebbe grandioso."

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Ciao a tutti,
eccovi un altro capitolo, che ne pensate? (commentate plz)
Questi Pauline/Celulo/trovateunnomevoi continuano ad essere dolcissimi, secondo me, e godeteveli perché all'orizzonte le cose si complicheranno un po'.
Comunque, ho deciso di pubblicare un aggiornamento prima del dovuto per ringraziarvi infinitamente delle visualizzazioni e dei voti a questa storia. 1k e oltre 100 stelline in così poco tempo!
Vi ringrazio davvero tanto, anche perché credo davvero in questa storia, di cui ricordo esserne la sola traduttrice.
A presto,
xx

red lips - paulo dybalaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora