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Salomé si guardò allo specchio, facendo poi una piroetta su se stessa, osservando incantata il bianco e nero della maglietta. Sul suo volto era incollato un sorriso fiero, pensando a quanto assomigliasse in quel momento a suo padre.
Celine era in piedi sull'uscio, i suoi occhi che brillavano di una luce che soltanto una madre orgogliosa quando lei poteva avere, "Fammi sistemare i capelli." Parlò dopo un po' di silenzio, sorridendo felicemente alla figlia. Salomé annuì, afferrando dalla scrivania un fiocco bianco che avrebbe potuto usare per legarglieli.
"Voglio la coda." Disse e la madre annuì. Nonostante la gioia, sentiva dentro di sé una sensazione di ansia e preoccupazione che le faceva torcere lo stomaco. Salomé sarebbe stata finalmente esposta al mondo, e Celine con lei, ma non c'era niente che potesse fare per impedirlo. Non poteva dire alla figlia che non sarebbe andata con lei alla partita del padre. Non poteva dire ad una bambina di sei anni che non riusciva a fare una cosa del genere e la colpa era solo di suo padre, "Sono emozionatissima, mamma!" Celine forzò un sorriso, terminando di acconciarle i capelli.
"Lo credo." Le lasciò un bacio sulla testa, abbracciandola da dietro. Stringendola a sè, cercò un po' di conforto, "Ti voglio tanto bene, lo sai?" Chiese e Salomé annuì, voltandosi verso la madre, "Sei tutto il mio mondo." Sussurrò.
Salomé avvolse teneramente le braccia intorno alla madre e la abbracciò a sua volta. Con quel gesto voleva dirle che anche lei era il suo mondo, il suo modello e la ragione per cui aveva imparato a leggere così in fretta. Tutto ciò che desiderava era rendere sua madre fiera di lei. Per quanto riguarda Paulo — con lui era diverso. Era un capitolo della sua vita che stava ancora scoprendo, ma percepiva chiaramente l'amore e il calore che le voleva trasmettere, "Fino alla luna e indietro." Celine sospirò. Erano parole, quelle, che aveva rivolto a Paulo tanti anni prima e che ora sua figlia ripeteva a lei.
"Impossibile." Prese a riempirle scherzosamente il volto di baci, una cascata di baci, facendola ridacchiare. Salomé ansimò fra le risa, trascinando con sè la madre. In quei momenti entrambe avrebbero voluto che Paulo fosse con loro. Come la famiglia che meritavano di essere.
"Mamma, quando tornerete a vivere insieme tu e papà?" Domandò e Celine inciampò sulle zeppe dei suoi sandali. Aggrottò la fronte, portandosi una ciocca di capelli dietro l'orecchio, e guardò la figlia, che nel frattempo si stava allacciando una delle scarpette da calcio che le erano state regalate proprio da Paulo.
"Ti ricordi quando ti avevo detto che certe cose sono complicate?" Chiese Celine, rifiutandosi di guardarla negli occhi, "Un giorno, te lo prometto, capirai tutto." E Salomé anni dopo avrebbe amato la loro epica storia d'amore, desiderosa di raccontarla a tutti, di condividere con il mondo intero come i suoi genitori avessero attraversato l'inferno, per poi uscirci e ritrovarsi dopo tanti anni.
"E ora andiamo." Salomé, udendo quelle parole, si precipitò verso la macchina, salendo subito sul suo seggiolino, aspettando che la madre mettesse in moto il motore. Assottigliò gli occhi, poi, concentrata sul libro di fiabe Disney che teneva tra le mani.
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red lips - paulo dybala
FanfictionLe sue labbra erano una tentazione, e lui le bramava più di ogni altra cosa. (paulo dybala)