Struggling

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Celine era il desiderio di molti nella sua scuola e altrettante ragazze avrebbero voluto essere come lei. Quasi a non crederci, tuttavia, Celine non aveva nessuno dalla sua parte. Appariva anzi come una narcisista piena di sé.

Prendeva sempre il massimo dei voti, nonostante sembrasse ogni volta più concentrata su altre cose piuttosto che sulla scuola. Se ne stava sempre per conto proprio e ignorava ogni avance di quegli stupidi ragazzetti che tentavano di entrarle nelle mutandine.

Pur volendolo, non riusciva mai a sentirsi come le sue coetanee. Non era un'adolescente come le altre, lei era coinvolta in una profonda relazione con un uomo più grande di lei di ben cinque anni.

Perciò quando Quentin, un ragazzo del suo stesso anno noto per essere il peggio rubacuori della scuola, la invitò a quello che era chiamato un "Ballo d'Inverno" di fronte a tutta la scuola, lei non volle dirgli di no.

Ora, Celine rimase alquanto calma e taciturna quando Paulo arrivò a prenderla a scuola quel venerdì pomeriggio. Ma appena furono a casa, non riuscì più a tenerselo per sé e finì per confessargli tutto.

"Un ragazzo mi ha chiesto di andare ad un ballo con lui e ho detto sì." Parlò tutto d'un fiato ricevendo da parte di Paulo un'occhiata confusa, prima di poggiare a terra il proprio piatto di pizza.

"Cosa?"

Celine si mordicchiò il labbro, "Non ho davvero avuto scelta."

Paulo roteò gli occhi sbuffando seccato, "Eccome se l'hai avuta."

"Paulo." Celine piagnucolò guardandolo con occhi supplicanti, "Me lo ha chiesto di fronte a tutta la scuola."

"Forse se ci parlassi io-" Cominciò lui prima di essere interrotto.

"Non puoi farlo!" Sibilò Celine, "In realtà voglio andarci.." Confessò poi gettando d'un tratto lo sguardo a terra, cercando di evitare quello del ragazzo.

"Da quando t'interessa essere coinvolta nelle attività scolastiche." Replicò lui, "Se hai voglia di ballare, posso sempre portarti in un club-"

Celine alzò gli occhi al cielo, passandosi una mano tra i boccoli, "Non sarebbe la stessa cosa." Mormorò poi, con un pizzico di tristezza.

Paulo rimase semplicemente a guardarla. Lui non era mai stato ad un ballo scolastico. Non esistevano né balli né social media nel suo mondo quando andava al liceo; il suo mondo ruotava intorno al calcio e a nient'altro. Non poteva capire quale tipo di vita liceale lei desiderasse sperimentare. Sospirando, le rivolse un'altra occhiata, "D'accordo," Iniziò. Gli occhi di Celine si spalancarono, "Puoi andare."

" Oh mio Dio!" Celine emise un grido strozzato per poi stringerlo in un abbraccio soffocante, "Grazie, grazie!"

"Vuoi che venga con te a comprare un vestito o qualsiasi cosa tu abbia intenzione di fare?" Celine scosse la testa, lasciandolo andare.

"Ho questo abito che Serena mi ha comprato un paio di mesi fa e che non ho ancora avuto occasione di mettere." Paulo annuì sedendosi, prima di essere raggiunto da lei.

"Quand'è questo ballo, comunque?" Celine rosicchiò di nuovo il labbro, informandolo del fatto che si sarebbe tenuto quello stesso sabato.

"Non arrabbiarti." Mormorò, "E' solo un ballo."

Sbuffando Paulo rispose, "Con un paio di ragazzini pieni di ormoni che ci proveranno con te. Ho avuto la stessa età anch'io un tem-"

"E' solo un ballo." Chiarì lei, marcando ogni sillaba nella speranza di confortarlo.

...

Sabato giunse nel giro di poco, nonostante il dispiacere di Paulo. Quel pomeriggio lui se stava fermo ad osservare attento Celine che si preparava, gli occhi che non l'avevano abbandonata neppure un secondo, quando aveva iniziato a truccarsi, domandando più di una volta se davvero lei avrebbe voluto apparire così bella a quel ballo.

"Forse non dovresti perderci così tanto tempo." Disse facendo fermare Celine proprio mentre si stava mettendo l'ombretto, "Sai che stai bene con o senza trucco."

Celine sospirò consapevole del fatto che il suo ragazzo non avrebbe smesso di tentare di persuaderla a non andare al ballo, "Paulo, smettila." Bisbigliò alzando gli occhi al cielo, "Ci andrò e non puoi farci niente!"

"Voglio solo sapere se sei sicura di volerlo fare?" Paulo appoggiò il peso della propria testa sul gomito, mentre Celine si accingeva ad acconciare i capelli.

"Sì, perché come ti ho già detto, è solo un ballo." Ancora una volta pronunciò quelle stesse parole, roteando gli occhi intenta a lisciarsi i lunghi capelli.

"Sì, ma.." Paulo sussurrò pensando ai ragazzi che quella sera avrebbero desiderato mettere le mani sulla sua ragazza, "L'idea di questi liceali."

"Paulo." Celine si voltò per guardarlo bene, rivolgendogli tutta la propria attenzione, "Ya basta." Lo rimproverò, con tono piuttosto duro.

"Celine, tutto ciò che intendo dire è che-"

"Se ha intenzione di toccarmi, in qualsiasi modo, sono sicura di poterlo gestire da sola." Sorrise lei, ammorbidendo così l'espressione del proprio volto, "Non è carino come lo descrivono sempre le ragazze della mia scuola, comunque."

"Quindi stai dicendo che è attraente." Paulo notò alzandosi dal letto, "Ad ogni modo, com'è fatto, esteticamente?"

Celine ghignò, passando un'altra ciocca di capelli nella piastra, "Ha questi capelli biondi che splendono alla luce del sole, e questi occhi verdi che in realtà sembrano più azzurri, ma in cui ti perdi facilmente. E poi i bicipiti, ha dei bic-"

"Lo odio già abbastanza." Paulo roteò gli occhi mentre Celine ridacchiò divertita, spegnendo la piastra.

"Scherzo." Gli rivolse un sorriso dolce, accarezzandogli i fianchi, "Ho occhi solo per te, io."

red lips - paulo dybalaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora