Sick

5.3K 169 45
                                    

-

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

-

vi consiglio di leggere il seguente capitolo ascoltando come sottofondo «comptine d'un autre été»
(trovate il video fra i media)

-

Del sudore le ricopriva la fronte, appiccicato al suo corpo ormai da un paio di ore. Le ossa le facevano male e aveva una sensazione di nausea profonda che le partiva dallo stomaco. Si sentiva come se l'allenamento di quella giornata l'avesse letteralmente distrutta. Prendendo un respiro profondo, si alzò in piedi giusto in tempo per sentire il disgustoso sapore di acido venirgli su dalla gola. Delle lacrime cominciarono a bagnarle il volto mentre rapidamente corse verso il bagno, dove il suo dolore sembrò finalmente trovare una liberazione, quantomeno fisica.

Celine stava male. Non era il genere di male da «ho l'influenza». Era il genere di male che le faceva domandare se la sua vita sarebbe rimasta la stessa, anche dopo quello. Paulo era in piedi sulla soglia e osservava Celine seduta a terra, con le spalle appoggiate al muro e gli occhi chiusi. La sua carnagione color caramello era stranamente pallida e priva di vita. E lui sentiva il cuore stringersi nell'osservare come la vita stesse vincendo la battaglia contro di lei.

"Celine." La sua voce fuoriuscì timida e insicura, come se non sapesse quanto fosse gradita la sua presenza lì, in quel momento. Nonostante questo, lui avrebbe voluto avvicinarsi e abbracciarla. Celine allora aprì gli occhi, guardandolo, i suoi occhi marroni spenti e vuoti. Emise un lamento nel sentire ancora la stessa fastidiosa sensazione allo stomaco, "Stai bene?"

Lei serrò gli occhi sospirando pesantemente, "Alla grande." Mormorò, usando tutta la forza a sua disposizione per alzarsi dal pavimento di piastrelle gelide. Paulo sospirò. Aveva combinato un casino negli ultimi giorni. Lentamente si avvicinò a Celine, che ora si stava lavando i denti. Lei gli rivolse un'occhiata attraverso lo specchio. Si guardavano entrambi, si scrutavano. Chi avrebbe mai potuto dire che quella sarebbe stata l'ultima volta che Celine avrebbe messo piede in quella casa. Chi avrebbe mai potuto dire che quella sarebbe stata l'ultima volta che si sarebbero guardati l'un l'altra, con un'intensità tale che sembravano in grado di parlare fra di loro soltanto con gli occhi.

"Farò tardi." Celine biascicò, fissandosi le punte dei piedi. La sua mente era una giostra, decine di pensieri facevano su e giù, senza sosta, tranne uno, che se ne stava fermo, immobile, costantemente rifiutato eppure ben visibile e chiaro. Incinta. Tentava di negarlo a se stessa. Non avrebbe messo al mondo un bambino, semplicemente perché lei stessa era ancora una bambina. E perché non sapeva se Paulo sarebbe stato l'uomo con cui avrebbe trascorso il resto della sua vita, dopo tutto.

Dopo essersi sistemata i capelli in una coda alta, Celine afferrò il proprio cappotto dall'armadio, pur sapendo che quel giorno non sarebbe andata a scuola. Sarebbe invece andata nella farmacia più vicina e avrebbe dato voce alle sue paure più grandi. Lo sapeva, qualcosa dentro di lei le diceva che fosse incinta. Sapeva che stesse portando dentro di sé un feto che apparteneva metà a lei e metà a Paulo. Un bambino creato dall'amore che, un tempo, condividevano proprio loro due.

red lips - paulo dybalaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora