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Celine era del tutto incerta riguardo la persona che stava diventando o quella che avrebbe voluto diventare. Era seduta nella sua classe di psicologia e giocherellava pensierosa con la matita fra le mani. Chi avrebbe voluto essere? Chi avrebbe voluto diventare?
Con lo sguardo fisso fuori dalla finestra, osservava la neve ormai sciolta e i raggi del sole illuminarla debolmente. Febbraio era alle porte, ma lei aveva come l'impressione di stare scivolando dietro al tempo, seguendolo distrattamente. Tutti sembravano avere una precisa idea di chi sarebbero voluti essere da lì ad un paio di anni. Di cosa avrebbero fatto dopo il diploma. Celine no, aveva impegnato così tanto tempo nel cercare di crescere in fretta, che poi aveva finito per perdere una parte essenziale della propria vita.
Il suo futuro. E pensando anche a come stessero andando le cose con Paulo nell'ultimo periodo, sapeva di non potere contare più su di lui per risolvere tutti i propri problemi. Continuavano a stare insieme, a girarsi attorno, ma la realtà era che l'equilibrio fra i due si era fatto molto fragile. Entrambi dosavano attentamente ogni parola, col timore che avrebbe potuto portare ad un'ennesima lite. Che, tra l'altro, era ormai all'ordine del giorno. Specialmente con Antonella, che ne andava in giro ad aggiungere solo altra benzina sul fuoco.
"Quanti di voi hanno già pianificato il proprio futuro?" Domandò il professore, mentre Celine era concentrata sul proprio quaderno, intenta a prendere appunti, prima di alzare la testa e guardarlo. Una buona parte delle persone presenti nelle stanza alzò la mano, e lei non fu ovviamente una di quelle. Il professore annuì, camminando fra i banchi e scrutando i loro volti, "Molto bene. Sabrina, tu cosa vorresti fare? Che carriera hai intenzione di intraprendere?" Tutti si voltarono per guardare la ragazza dagli occhi blu e dagli spessi occhiali neri.
"Insegnare." Rispose, con la voce tremolante. Celine si leccò il labbro inferiore, tornando ad osservare fuori dalla finestra. Però chiese a se stessa, che cosa avrebbe voluto fare lei? Quali erano le sue passioni?
"Perché?" Continuò il professore, le braccia incrociate sul petto.
Sistemandosi meglio gli occhiali, la ragazza rispose, "Voglio fare la differenza." Concluse.
Celine ripensò allora a quando era più piccola e desiderava diventare un avvocato, proprio come suo padre, e quel tempo le sembrava lontanissimo. Ora, aveva perso tutte le aspirazioni, inserendosi invece in un sentiero tutto fatto di insicurezze.
"Per la prossima settimana," Iniziò il professore, scorrendo lo sguardo sui volti dei propri studenti, "Voglio un saggio di tre pagine sulle motivazioni e ragioni che stanno dietro le aspirazioni. Che cosa spinge il cervello o il cuore a fare quello che fanno."
Celine annotò la consegna nella propria agenda, notando poi come il professore stesse scrivendo lo stesso sulla lavagna.
Che cosa avrebbe scritto, comunque? Non aveva aspirazioni. Come poteva essere così priva di ambizioni alla sua età? Come poteva non volere di più dalla vita?
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red lips - paulo dybala
FanfictionLe sue labbra erano una tentazione, e lui le bramava più di ogni altra cosa. (paulo dybala)