Turin

5.1K 239 26
                                    

-

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

-

La notte era tiepida e le stelle, oh, le stelle erano bellissime. Decoravano la tela scura e vuota del cielo, facendola sembrare armoniosa e brillante. Come il modo in cui Paulo e Celine si completavano a vicenda. Il loro vuoto, quello che da tempo ormai si portavano dietro, ora iniziava lentamente a riempirsi. Era così splendido e sorprendente – come potessero trovarsi a chilometri di distanza e i loro cuori sentirsi comunque vicini, a casa.

Paulo scese le scale, con una paffuta coperta di pile tra le braccia. Era quella che aveva usato per coprire sua figlia, quella piccola che dopo aver fatto scorta di gelato si era addormentata profondamente su di lui. Non riusciva ancora a capire come avesse potuto lui creare qualcosa di tanto prezioso e meraviglioso.

Celine rimase al piano di sopra, ammirando la vecchia e sciatta stanza degli ospiti trasformata in un qualcosa di fiabesco. Il grigio chiaro e il rosa antico esaltavano i dettagli oro dei vari mobili. Dopo un po' scese anche lei, bloccandosi proprio nell'istante in cui notò Salomé tra le braccia di Paulo. C'era dell'orgoglio nei suoi occhi. Era tutta loro. Loro l'avevano creata. Quella piccola era un pezzo di Celine in Paulo e viceversa.

"Dovrei davvero andare." Parlò Celine, gli occhi che non osavano incrociare quelli di lui, "Io, uhm — Chiamo Seren-"

"Puoi restare." Aggiunse lui subito. Entrambi si irrigidirono nelle loro rispettive posizioni. Celine si inumidì il labbro cercando qualcosa su cui poggiare lo sguardo che non fosse lui, "Voglio dire, Io- Stavo cercando di dire che siccome Salomé dorme, sarebbe meglio non la svegliassi."

Celine aggrottò le sopracciglia guardando la figlia. Si stava rigirando nella coperta, mormorando qualcosa nel sonno, "Posso tornarla a prendere domani-"

"Celine." Paulo la interruppe, i suoi occhi verdi a pregarla di rimanere. Sapeva che quella sarebbe probabilmente stata la prima notte dopo centinaia in cui il suo cuore avrebbe avuto pace, per una volta, consapevole che tutto il suo mondo si trovava sotto lo stesso tetto, "È tardi." Continuò, "Ho del vino." E a questo punto scomparve nella cucina abbandonando lei da sola nella stanza.
Nervosamente, prese a giocherellare con le dita osservando intorno a sè l'arredamento che non era cambiato affatto, rispetto ad anni prima. Tutto era esattamente dove si trovava un tempo e ciò la faceva in qualche modo sentire a proprio agio.

Sospirò. Le era tutto così famigliare. La sensazione di calore del suo corpo affianco al proprio. Come il cuore le batteva e lo stomaco si contorceva. Come avrebbe disperatamente voluto gettarsi fra le sue braccia. Ma non lo fece. Al contrario prese un altro sorso di vino e alzò gli occhi verso le stelle.

Paulo non disse nulla, rimase a contemplarla. Continuava a scrutare i dettagli del volto che erano cambiati. Era cresciuta e diventata nel tempo ancora più bella. Gli occhi brillavano di una luce differente, non la stessa di cui si era innamorato. Ora non guardavano più il mondo con speranza ed eccitazione. Ora il mondo lo avevano visto e con lui avevano conosciuto la realtà; però speravano ancora in giorni migliori, questo sì.

red lips - paulo dybalaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora