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Era notte tarda quando Celine decise finalmente di fuggire dalla finestra della sua camera da letto. Poteva sentirsi soffocare lentamente in quella stanza. Non c'era alcuna possibile via di fuga e né alcun modo di uscire di casa passando dalla porta principale, perché la sua famiglia non gliel'avrebbe permesso.
Perciò se ne andò. Sapendo bene quale fosse la destinazione – Paulo.
Era come se fossero stati plasmati l'uno per l'altro. Come se ogni curva di lei fosse stata creata per incastrarsi nelle mani di lui. Come se le braccia di Paulo fossero state scolpite solo per lei, per circondarla. Come se il cuore di lui fosse stato fatto per battere solo per lei.
Era questo che sentivano entrambi quando stavano insieme. Era il modo in cui Paulo percepiva il proprio cuore correre e il proprio respiro accelerare ogni volta che lei faceva capolino. Era il modo in cui Celine lo amava e soffriva per lui. La serenità che provava quando stava con lui.
Camminando lungo il marciapiede, Celine sentì la fredda brezza di Novembre scompigliarle i capelli che le cadevano lungo la schiena, tenuta al caldo da un maglione a collo alto che in realtà apparteneva a suo padre. In quel momento notò il taxi che aveva precedentemente prenotato attenderla alla fine della strada, per portarla a casa, in quella casa cui davvero apparteneva.
Era tarda notte quando la ragazza si trascinò attraverso il soggiorno sfilandosi distrattamente le scarpe prima di dirigersi verso la stanza da letto. La luce della televisione illuminava il corridoio, informandola del fatto che il suo amore era ancora sveglio.
"Hola." Sorrise dolcemente per poi stendersi nel letto con lui. Paulo la guardò e ricambiò istintivamente il sorriso, cingendole i fianchi con le braccia.
"Mi sei mancata." Mormorò, lasciandole un bacio leggero sulla testa. Sentendo il familiare calore del suo corpo di fianco al proprio, "Sono venuto a prenderti, ma poi sono tornato a casa a mani vuote." Guardò giù verso Celine, che chiuse gli occhi.
"Mi hanno detto che tua madre è venuta a prenderti," Continuò, sapendo che Celine avesse tagliato ogni tipo di rapporto con sua madre, "Come ti senti?"
Celine si alzò, una smorfia sulle sue labbra carnose, "Non lo so." Rispose onestamente. Aveva tutti questi pensieri che le vorticavano nel cervello confondendola, "Sono stata arrabbiata per molto. La sono ancora, ma-" Sospirò. I pensieri che la tormentavano.
"E' solo che non mi ha neppure dato il tempo di piangere la morte di mio padre. Un giorno lo stavamo seppellendo e quello dopo eravamo su un aereo diretti a Marbella, dove mia madre avrebbe sposato un altro uomo."
"Amore." Paulo sospirò. Poteva capire il senso di vuoto che provasse lei nell'aver perso una persona cara. Entrambi avevano perso i loro padri, ma era ovvio che le ferite di Celine fossero ancora aperte, "Non voglio che ti allontani." Paulo non voleva che lei allontanasse da sè la propria famiglia per una scelta avventata della madre, anche perché ciò sembrava aggiungere solo altro sale alle ferite.
Celine sospirò, ancora. La testa le faceva male e non era il momento giusto per affrontare una conversazione sui propri problemi, "Voglio solo che tu mi stringa forte."
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Hola, eccomi qui con un nuovo capitolo.
Come state? Io tutto bene, a parte la giornata di ieri che è da cancellare totalmente.
Tutte le squadre che simpatizzo hanno perso (ANCHE LA JUVE), dal Chelsea al Borussia.Comunque voi che ne pensate? Del capitolo, della Juve, di Paulo che è decisamente sottotono, della gif di Paulo che vi ho regalato all'inizio. 😏
Se lasciate un commento e una stellina, ve ne metto altre 747382 (grazie),
muchos besos,
xx
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red lips - paulo dybala
FanfictionLe sue labbra erano una tentazione, e lui le bramava più di ogni altra cosa. (paulo dybala)