{Dantos} 7. Il Re dei Re

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Dantos si sentiva non poco a disagio sapendo che Karpos Painer era al suo fianco, tra i due non c'era mai stato buon sangue, probabilmente l'uomo neanche sapeva chi aveva al proprio fianco, dal canto suo il mercenario non aveva la minima intenzione di farglielo notare o avrebbe avuto problemi. Conosceva bene la sua identità, vederlo in giro per i muri del palazzo come un infiltrato qualunque lo avrebbe fatto insospettire parecchio.

I due si mossero attraverso i larghi corridoi del castello, alte finestre riempivano la parete destra dal quale Dantos poteva vedere lo scorcio sulla Baia del Naufragio, ora che non erano più ai piani inferiori del castello. Il mare sembrava così distante dal punto in cui si trovavano, Dantos lo fissava con un certo disgusto visto che non gli piaceva ma non si lasciò coinvolgere nella distesa di mare blu splendente e rimase concentrato sulla prima prova.

La sala del trono sarebbe stata riempita delle nobili famiglie e degli ospiti che c'erano a distanza di pochi giorni dal matrimonio combinato dell'erede al trono dei Grimalder. Si sarebbe dovuto presentare alla corte ma questo non lo preoccupava: non si agitava facilmente ma essere alla presenza del Re dei Re era comunque qualcosa che faceva uno strano effetto per uno come lui.

A maggior ragione sapendo che prima o poi avrebbe dovuto ucciderlo come da contratto stabilito.

« Non sei un tipo che parla molto, vero? Meglio così, come guardie non siamo altro che delle armi, quindi non ti aspettare che qualcuno all'infuori del Re ti parli personalmente. » disse a mo' di avvertimento Karpos, Dantos in qualche modo credette che stesse cercando di metterlo a proprio agio.

"Fingere di essere timido magari mi è d'aiuto." Pensò il mercenario, fece per schiarirsi la gola così da rispondere quando delle guardie svoltarono l'angolo, ebbe un attimo di titubanza poi si ricordò che era normale vederne in ogni corridoio.

« Scommetto che non hai mai neanche visto un membro della famiglia reale. Nessun cavaliere proveniente dalle cazzo di fogne dal quale vieni tu li ha mai visti, senza offesa eh! » disse Karpos facendo una risata, Dantos non si stupì del fatto che l'uomo si comportasse così anche con i propri uomini. Il mercenario dovette quindi stringere le labbra per la rabbia.

« Nessuna offesa, comunque la mia fogna era senza dubbio più pulita del tuo culo! » non volle aggiungere altro visto che ne aveva voglia, Karpos lo fissò infastidito per il resto del tragitto finché non arrivarono alla sala del trono.

Quando aprirono la porta alla fine dell'ennesimo corridoio, Dantos si trovò finalmente nella grande sala addobbata con gli stendardi verdi e rossi dei Lucarhis e blu e bianchi dei Grimalder, i loro stemmi erano stati decorati in ogni parete e in ogni arazzo davanti le finestre, questo dava alla sala un aspetto piuttosto caloroso grazie ai colori caldi e più forti.

Dantos notò anche che c'era un buon profumo che ipotizzò fosse incenso visto che in più punti sotto le colonne c'erano delle candele fumanti. In un istante si guardò intorno capendo di essere dietro i due grandi troni dei sovrani.

La sala del trono si diceva che fosse costruita di pietra lavica così come il resto del castello e che poi era stato interamente ricoperto di legno e vetro, pietra e altri rivestimenti che non facessero sembrare l'intero castello così tetro come negli anni del dominio elfico. A Dantos non importava molto come fosse costruito, ma ammise a se stesso che gli sarebbe piaciuto vivere in un castello tanto grande.

La sala serviva ad ospitare ricevimenti, feste e banchetti durante i mesi freddi dell'inverno quindi permetteva l'ingresso di almeno cinquecento persone tutte insieme. La grande navata davanti il portone d'ingresso era divisa da un lungo tappeto amaranto con i righini dorati che arrivava fino alla scalinata con i due troni. Delle larghe colonne piene di dettagli floreali formavano due file perfette che sostenevano le due balconate ora vuote.

Trincee di FuocoWhere stories live. Discover now