{Dantos} 19. Sole scuro

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Dantos aveva molti pensieri in quei giorni, era davvero confuso su quella che era la sua missione e per questo motivo aveva bisogno di chiedere consiglio alla persona che lo voleva più bene al mondo. Tuttavia non trovare Rosa nel bordello dove lavorava aveva abbattuto le sue certezze e adesso si trovava confuso peggio di prima.

Inoltre il giovane uomo aveva avuto modo di imparare che quell'autunno portava con sé molto più che pioggia e lampi; le campane della grande chiesa di Altura Silente suonavano solennemente intonando una canzone lugubre che risuonava per ogni angolo della capitale senza altri echi.

L'intera città faceva voto di silenzio per accompagnare il padre del loro sovrano nel percorso di transizione tra la vita e la morte. Dantos rifletté su quanto fosse pericoloso il mondo in cui era entrato a far parte e più di ogni altro momento desiderò uscirne. Abbandonare tutto quanto, Drustan e i suoi obblighi, Lady Saisyll e il suo sporco gioco di corte, voleva mollare tutto e andare via.

Ma adesso più di ogni altra cosa Dantos era implicato in quella storia. A seguito della melodia suonata dalle campane seguì il silenzio nella grande chiesa e il Sommo Sacerdote si fece avanti scendendo dal proprio trono e avvicinandosi alla salma di Donchad Grimalder, ormai privo di dolori e sofferenze.

« Siamo oggi riuniti dinnanzi all'emblema del Titano Folle, Egli rappresenta il caos e la fine di tutte le cose e nel più dei casi questo termina con la morte. » disse il Sommo Sacerdote parlando con solennità mentre camminava verso il corpo privo di vita del Reggente padre. Dantos non lasciò spazio ai suoi pensieri, concentrò tutte le sue forze su Drustan che stava al suo fianco.

Il giovane sovrano indossava abiti neri di seta e una semplice cappa con lo stemma dei Grimalder, il libro bianco su sfondo blu. Era l'unico colore che brillava in tutta la sala del tempio visto che ogni altro uomo o donna o cavaliere vestiva in nero.

« Preghiamo insieme affinché la Sacerdotessa dea della fede possa salvare quest'anima dall'Impiccato, l'ingannatore oscuro e che grazie al Titano Giustizia possa trovare il suo posto nell'eden degli Dei. Preghiamo affinché gli Amanti e il Carro possano guidare le sofferenze dei suoi cari via, lasciando spazio all'amore e alla forza dello spirito, che l'Eremita ci lasci la saggezza che quest'uomo ci ha portato in vita. Ed infine preghiamo affinché il Titano Folle ci conceda da questa morte la nuova vita e che i Titani Ruota e Stella ci facciano la grazia dalla fortuna e della speranza. » continuò il Sommo Sacerdote recitando il salmo del libro sacro, ovviamente lui lo conosceva molto bene essendo un uomo di chiesa, ma chi come Dantos non aveva ricevuto una buona istruzione non aveva idea di cosa si stesse parlando. « Ripetete con me, fedeli... »

Drustan ripeté lentamente e sottovoce il salmo appena recitato, solo Dantos era abbastanza vicino da potergli sentire nominare nuovamente i nove Dei Titani e le loro volontà. Il cavaliere guardava il proprio sovrano dall'alto osservando i suoi occhi spenti fissare immobili il corpo del proprio padre.

Era venuto a mancare la sera prima senza che ci fosse preavviso, il medico del castello aveva notato un peggioramento nelle condizioni dell'uomo ma senza poter stabilire a causa di cosa. Qualunque cosa fosse, Dantos era quasi certo che Lady Saisyll aveva fatto in modo che il veleno usato fosse irriconoscibile anche agli occhi di un esperto medico. L'altra teoria, e quella più accreditata per Dantos, era che persino il dottore era d'accordo.

Nonostante il cavaliere avesse sperato nella guarigione dell'uomo, nulla era stato possibile e le preghiere di Drustan erano infine sfumate come parole nel vento, probabilmente nessuno lo ascoltava sopra lo strato di nuvole.

Nessuno che non fosse Dantos che stava nella stanza del Re ascoltando le sue parole e le sue preghiere rivolte al Titano Stella riguardo la guarigione e la speranza di vita del padre. Tutto era stato vano e Dantos aveva ben pensato che i suoi problemi non fossero nulla in confronto a quello che il Re stava passando.

Trincee di FuocoWhere stories live. Discover now