{Dantos} 22. False accuse

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Erano passati ormai diversi giorni dalla morte di Donchad e dagli eventi che avevano seguito quella triste giornata di metà mese. Dantos camminava lungo il corridoio che dalla torre di guardia lo avrebbe condotto alla sala del trono dove il Re aveva chiesto di incontrarlo quella mattina dopo colazione e lui senza ulteriore indugio aveva corso per raggiungere il suo protetto.

Quando il cavaliere mise piede fuori dalla torre di guardia aveva provato il piacere della pesante armatura: in estate quell'involucro di titanio era una vera e propria sofferenza ma adesso che l'inverno di stava avvicinando era piacevole sentire il conforto degli abiti e della corazza della guarnigione di Altura Silente.

Aprì la porta entrando nella sala del trono, quella mattina era particolarmente vuota e dopo dieci giorni dal lutto, Drustan aveva finalmente deciso di togliere gli arazzi dipinti di nero dai grandi finestroni a dalle pareti facendo appendere quelli che solitamente adornavano la sala di blu e bianco e rosso e verde.

« Mio Re, mi hai convocato. » disse Dantos salutando il proprio protetto, quel mattino Drustan era notevolmente curato: ogni giorno il Re veniva pettinato e vestito dai suoi servitori più stretti, ma quella mattina finalmente era tornato al suo splendore indossando abiti blu scuri con ghirigori bianchi.

La Corona Splendente poggiata sempre sulla sua testa come ogni altro giorno e indossava una cappa neutra color panna acida. « Avevo bisogno di un po' d'aria fresca. Vorrei quindi uscire dal castello e camminare un po' per le strade; il popolo deve sapere che la corona è forte. » disse il giovane sovrano, Dantos come sempre era preoccupato di uscire dal castello ma gli sarebbe bastato indossare l'elmo per nascondersi alla vista dei popolani.

« Se credi che sia la cosa giusta allora ti seguirò. La Regina viene con noi in questa escursione in città? » chiese Dantos, come se l'avesse chiamata poi Nynniew entrò dal lato opposto della sala indossando un abito che le risaltava il corpo illuminandola con i colori brillanti della sua casata.

« Credo che sia una risposta sufficiente. » disse Drustan senza preoccuparsi di velare il proprio sarcasmo; la Regina indossava uno scialle molto grande che le contornava le spalle e ovviamente c'era la scorta delle sue guardie, quella mattina Karpos Painer era insieme a loro anziché compiere il giro delle strade.

Dantos capì che probabilmente quella mattina sarebbe andato qualcosa storto a discapito della piacevole passeggiata del Re. « Credo siamo tutti. Possiamo andare. » disse il Re spostandosi insieme alla propria guardia verso il portone d'ingresso ignorando quasi del tutto la propria moglie, Dantos era certo che si fossero già visti a colazione e per questo non l'aveva salutata.

Ma era visibile che i rapporti tra i due ragazzi erano più freddi, Drustan sempre meno spesso giaceva con lei e la ragazza sempre più di rado osava avvicinarsi alla stanza da letto del Re.

« Sono preoccupato, mio Re. Riguardo voi e vostra moglie. Non credete che i Lucarhis potrebbero infastidirsi la vostra situazione sentimentale con la loro figlia? » chiese Dantos quando la carovana fu ormai in giro per le strade della città. Drustan aveva intenzione di visitare il grande mercato, luogo che ispirava tanti ricordi al cavaliere e che era quasi ansioso di visitare.

Drustan e Dantos erano i primi della fila, distanti dagli altri di alcuni metri quindi poterono permettersi il lusso di parlare con tono di voce normale. « Io e Nynniew siamo spostati da quasi tre mesi. Non è mai troppo presto per parlare di futuri eredi ma abbiamo ancora molto tempo. Inoltre sembra che in questo periodo le cose siano cambiate talmente tanto in fretta... »

Un uomo era steso per terra, indossava abiti sporchi e logori ed aveva lo sguardo di chi aveva deciso di terminare la sua vita, lo sguardo di chi ormai era troppo stanco per andare avanti, nonostante il vento che spirava con forza non sembrava preoccuparsi del freddo che lo circondava. « La mia città sta ancora soffrendo, Maxwell. Comincio a dubitare delle mie azioni come sovrano. » confessò Drustan quando superò il pover'uomo disteso sul ciglio della strada.

Trincee di FuocoWhere stories live. Discover now