{Astrid} 21. Famiglia

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C'erano voluti sette giorni per spostarsi fino alla grande città di Rocca Ferrea, Astrid conosceva bene la distanza che riempiva la valle e che saliva fino ad arrivare alla città-fortezza di Casa Sigmurd; lui e Caius avevano cominciato la salita solo quella mattina, il percorso era ripido e la strada era tortuosa e movimentata nel mezzo del valico frastagliato della montagna ma alla fine erano riusciti a raggiungere la meta senza incidenti.

Quando si trovarono a pochi metri dai giganteschi bastioni, Astrid quasi tirò un sospiro di sollievo, c'era qualcosa che lo aveva turbato durante tutto il viaggio, probabilmente semplice preoccupazione nel ritornare nella città d'origine.

« Non sembri in gran forma. Possiamo sostare un giorno se ti va. Non credo dovremmo fare tutto di corsa, abbiamo passato l'ora di pranzo e potremmo anche fermarci in città. » propose Caius vedendo che effettivamente Astrid non era al meglio di sé e da quando avevano cominciato a salire era anche rimasto in silenzio senza riuscire a rispondere al compagno d'armi.

Rifletté molto attentamente sulle parole dell'amico quasi concorde con lui. « Potrebbe essere una buona idea. » si limitò a rispondere anche se con grande fatica.

I due Osservatori avanzarono quindi verso il grande cancello, all'ingresso della gigantesca Rocca Ferrea c'era una struttura adibita per far riposare i cavalli dei viaggiatori e far sostare le carrozze. Si avvicinarono speditamente parlando con la guardia che le presenziava così da attenere il lasciapassare per poter entrare.

Astrid e Caius entrarono quindi in città venendo subito accolti dalla sua "freddezza": Rocca Ferrea non brillava certo per la sua accoglienza calorosa, era fredda in tutti i sensi, le guardie compivano ronde in ogni angolo della strada con armature pesanti e ogni genere di arma bianca al loro fianco.

Il clima non favoriva di certo quell'ambiente, essendo sospesa a diversi chilometri da terra la città era immersa nel freddo dell'inverno in arrivo. Dalla cima delle Montagne del Gelo scendevano i venti artici provenienti dal nord e quando non faceva abbastanza freddo la città veniva invasa da una patina di nebbia piuttosto fitta che però durante le ore solari diventava meno densa.

Era ormai pomeriggio quando i due Osservatori arrivarono in città quindi la nebbia era ridotta ad uno strato quasi inesistente di aria grigia. « Non sono mai stato qui. È strano essere nella città dove sei nato tu. A te non fa nessun effetto? » chiese Caius mentre i due avanzavano lungo la via principale della città, un gruppo di soldati era appostato davanti ad un angolo e stavano parlando con un venditore al fianco della città.

Astrid non mancò di notare che le vecchie abitudini non erano cambiate: il mercante stava passando un gruzzolo di monete in un sacchetto ai soldati fermi davanti la sua attività. Era sempre stato così, anche suo padre era costretto a dare buona parte del suo ricavato in mano agli uomini dei Sigmurd.

« "La violenza è la nostra tempesta". » recitarono i soldati come ringraziamento all'uomo che aveva appena pagato il dazio. Quando furono abbastanza lontani da non poterlo sentire l'uomo sputò a terra disgustato borbottando alcune parole.

« Sarà la vostra forse, luridi cani bastardi! » sussurrò abbastanza arrabbiato, Caius e Astrid però non si soffermarono più di tanto e proseguirono lungo la via interamente costruita in pietra, grandi mattoni erano stati scolpiti uno dopo l'altro centinaia di secoli prima dando origine a quello che era un castello infinito.

« I Sigmurd hanno sempre vissuto qui? » chiese Caius chiedendo informazioni al ragazzo al suo fianco, Astrid sapeva bene che l'altro amava fare domande come se gli importasse davvero qualcosa.

Trincee di FuocoWhere stories live. Discover now