{Dantos} 16. Giustizia del Re

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Le strade di Altura Silente erano davvero silenziose. Dantos camminava lungo la via principale, era da molto tempo che non metteva piede in quelle strade e si sentiva di essere tornato a casa, avrebbe tanto voluto non provare quella sensazione ma lui come gli altri ai piedi dei portoni era solo un poveraccio.

La via davanti ai suoi occhi lo avrebbe condotto direttamente al grande mercato, aveva dovuto deviare dalla strada principale che conduceva al castello così da arrivare nel quartiere più povero. Non gli piaceva stare là, ma non poteva negare quella sensazione di benessere che lo faceva sentire al suo posto.

Indossava il suo elmo così da coprirgli il viso, si mimetizzava perfettamente con qualunque altra guardia cittadina ma chiunque sapeva bene chi era visto che era vicino al Re; Drustan non era mai stato in mezzo ai vicoli della città, le persone sembravano quindi risollevate nel vederlo camminare a piedi e non su una carrozza.

In molti avevano persino creduto che in realtà il Re fosse soltanto una finzione per tenere a bada il popolo, ma da quando il credo religioso dei Titani aveva stretto il patto con la corona avevano davvero calmato le sempre più grandi rivolte.

Era passato più di un mese, finalmente Dantos aveva modo di vedere i risultati della decisione del Re, un vento leggero spirò velocemente scostando il suo lungo mantello, rivolse un'occhiata al proprio protetto che indossava abiti di seta leggeri.

« Ti prenderai un malanno, mio Re. Indossa il mio mantello, per favore. » disse Dantos parlando col giovane ragazzo. Quello scosse il viso continuando a puntare i suoi occhi in avanti.

« Non farò come la mia sposa, non mi nasconderò dietro pellicce e abiti suntuosi. Il popolo ha bisogno di vedere che anch'io posso soffrire come loro, grazie Sir Maxwell. » disse Drustan in risposta rifiutando la gentilezza del proprio cavaliere, si scambiarono un'occhiata fugace e un sorriso con essa.

Al loro fianco non mancava di certo la carismatica presenza di Sir Jorge, il Santo infatti aveva stabilito la sua dimora al castello per tutto il periodo della restante estate, un mese nel quale aveva dato modo di farsi conoscere a apprezzare: in quanto membro di Casa Arni, Dantos aveva scoperto che era un lontano cugino di Saisyll e che ovviamente i due si conoscevano ma non si guardavano neanche.

« Credo sia la cosa più giusta, mio signore. Questi uomini e queste donne vivono di stenti, l'inverno in arrivò li farà soffrire, forza e speranza è quello che gli serve per andare avanti. » disse Sir Jorge, ma Dantos non era d'accordo.

« No, la speranza è l'unica cosa che li tiene a bada, non quello di cui hanno bisogno. » disse il cavaliere in risposta. Si rivolse nuovamente al proprio Re. « Vostro padre ha una brutta influenza, non voglio che anche voi stiate male, mio Re. Per favore, prendete il mio mantello e mettetevelo addosso! » ripeté Dantos insistendo, Drustan lo guardò con i suoi grandi occhi impietositi mentre osservava la mano del cavaliere che gli passava il mantello.

Alla fine cedette annuendo, questo perché Dantos aveva toccato un tasto molto dolente che in quel periodo così scuro lo faceva rattristire. « Mi dispiace per vostro padre, sono sicuro che sarebbe voluto venire con voi. Ma restando al castello si riprenderà in fretta, il Titano Sacerdotessa se ne prenderà cura. » disse Sir Jorge osservando il gesto scambiato tra i due.

Dietro i tre che stavano guidando il gruppo c'era il resto della famiglia reale: Nynniew insieme alla sua guardia del corpo che per le visite in città era Karpos Painer, era suo compito proteggere anche la Reggente madre, Lady Saisyll si trovava dietro di loro insieme ad altri dieci cavalieri a chiudere il corteo.

Dantos non aveva intenzione di guardarsi le spalle, era convinto che fosse già troppo rischioso per lui trovarsi in giro per la città, ma Drustan aveva insistito e lui riteneva che fosse la cosa migliore per il suo Re. « Pare che le cose siano davvero più calme... » disse con un sussurro il giovane sovrano osservando la piazza davanti una chiesa, completamente deserta se non per pochi che uscivano dalla porta dopo aver pregato.

Trincee di FuocoWhere stories live. Discover now