{Dantos} 4. Dedizione

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Garseo era una delle persone più rispettabili di Altura Silente, l'intera capitale probabilmente conosceva il suo nome e il suo gruppo di assassini proveniente dal Sol Levante: molti li chiamavano le "Lame dell'oscurità", altri non sapevano neanche che il gruppo avesse un nome. A Dantos non importava come lo avrebbero chiamato, lui veniva semplicemente pagato per uccidere persone, non che questo gli desse piacere, ma era il suo lavoro.

C'erano poche cosa che infastidivano il mercenario e Garseo lo sapeva bene essendo il suo capo, le sue parole avevano quindi insinuato preoccupazione nel cuore di Dantos.

« Si tratta di un contratto pericoloso. Quindi se non vorrai accettare sarò più che d'accordo; non intendo rischiare uno dei miei uomini migliori per qualcosa del genere. » disse Garseo capendo subito la preoccupazione dell'altro.

Dantos si limitò a pensare, come se gli fosse già stato detto chi era il bersaglio, aveva un buco allo stomaco che non sarebbe passato finché non lo avesse davvero chiesto. « Chi devo uccidere? »

Con sua sorpresa, Garseo scosse il viso. « Il contratto non lo dice, viene detto che per l'assassinio ti verrà fornita una copertura falsa e che dovrai incontrare chi ti procurerà l'equipaggiamento alla taverna domani sera. » aveva usato un tono piuttosto vago e Dantos ormai conosceva bene il proprio capo.

« Falsa copertura? Non una cosa rapida e indolore? Dove mi devo infiltrare? » non gli piacevano i mezzi termini, era uno che andava dritto al sodo perché le parole perdevano di valore man mano che si accavallavano una sopra l'altra.

« Il castello. » disse infine Garseo.

Dantos fu costretto a fermarsi per l'incredulità trovandosi quindi a parlare con la nuca dell'uomo. « Chi è che vuole qualcuno morto al castello!? » non era più sicuro di voler accettare, il senso di vuoto allo stomaco si fece inspiegabilmente pesante.

« Non lo so, non vengono fatti nomi. È tutto nell'anonimato e hanno chiesto il mio uomo migliore; tuttavia non voglio perdere uno dei pezzi della mia scacchiera. Sai bene quanti in città vorrebbero distruggere le Lame dell'oscurità. » disse in risposta l'altro.

Dantos storse il naso, riprese a camminare al fianco di Garseo che lo seguì a sua volta, notò che tra le mani stringeva ancora il rotolo di carta. "Questa storia non mi piace." Disse pensieroso a se stesso infilando le mani nelle tasche dei pantaloni.

« Non vuoi rischiare me, eppure nonostante non ti fidi mi hai parlato ugualmente di questo contratto. Perché? » chiese infine Dantos, era raro che Garseo desse a qualcuno dei suoi la possibilità di scegliere se accettare o meno.

« Perché hanno promesso cento corone dorate! » disse Garseo stringendo le labbra, Dantos fece un sorriso abbassando il viso, naturalmente era una questione di soldi: con dieci corone dorate si poteva comprare un'intera fattoria completa di cavalli, mucche e pecore. Con cinquanta si poteva costruire un'intera nave da guerra che potesse portarti in qualunque angolo del continente.

« Non so nemmeno come impiegarle cinquanta corone dorate! » disse Dantos continuando a ridacchiare con amarezza, solitamente la paga che veniva offerta veniva divisa in parti uguali tra Garseo e chi compieva il contratto. Ma più di una volta il capo aveva diviso in modo che lui stesso ne ricevesse di meno.

« Sto facendo di tutto per non pensare all'aspetto economico del contratto, sai quanto io tenga ai miei uomini. Ma cento corone dorate sono tante. » disse Garseo quasi come se cercasse di discolparsi, come se lo stessero obbligando ad accettare.

« Posso leggere il messaggio? » chiese Dantos, se voleva accettare voleva assicurarsi che non ci fossero particolari clausole.

Il capo dei mercenari passò il rotolo con tranquillità alle mani dell'altro che lo aprì e cominciò a leggere.

Trincee di FuocoWhere stories live. Discover now